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giorgio.b ha scritto: |
Ma quello che io ho sempre sognato, e continuo a sognare, è quello di saper costruire un ponte. Dopo attenti e accurati studi, tecnicamente, molti ne sarebbero capaci. La mia ambizione è quella di pensare al ponte come strumento, come veicolo d’incontro, come una possibilità, da dare a tutti indistintamente, di percorrerlo e attraversarlo per arrivare di là, in quel luogo ideale dove si sposa l'ottimismo con il futuro. |
(ANSA) ha scritto: |
17:38 DS-GV: CHIESTO INTERVENTO GARANTI PER DECISIONI DIREZIONE
(V. NTZ 'DS-GV: CONVOCATA PER OTTOBRE ASSEMBLEA...' DELLE 10,35) (ANSA) - AOSTA, 16 GIU - L'intervento della Commissione dei Garanti "per il ristabilimento della legalità Statutaria ad ogni livello e istanza del partito" è stato chiesto da cinque dirigenti dei Democratici di sinistra-Gauche valdotaine al termine della Direzione regionale che si è svolta ieri sera a Montjovet. La richiesta è stata avanzata dai consiglieri regionali Piero Ferraris, Giovanni Sandri e Giulio Fiou, dal vice-sindaco di Aosta, Marino Guglielminotti Gaiet, e dal capogruppo in Consiglio comunale di Aosta, Alder Tonino. "I sottoscritti - si legge nell'istanza - denunciano il clima di intolleranza, anche alimentato da una parte della segreteria regionale, volto a precludere qualunque confronto e quindi qualunque soluzione unitaria sui temi strategici delle scelte politiche regionali, delle alleanze e del partito". Inoltre, prendono atto che "nella direzione regionale di ieri è stato rifiutato l'ennesimo tentativo di percorso unitario verso l'Assemblea congressuale, mentre è emerso un documento di rottura, anche rispetto ai dettati del 3/o Congresso (Quart 2004), che non ha avuto tra l'altro il sostegno né dei gruppi consiliari regionale e della Città di Aosta, né delle componenti Cristiano-sociale e Riformista". Infine, sottolineano "il progressivo decadimento del confronto politico democratico all'interno del partito che sta compromettendo la capacità propositiva dei Ds e quindi provoca una conseguente marginalizzazione del ruolo del partito, proprio in un momento in cui la complessità della fase politica richiederebbe una Gauche valdotaine unita e determinata nei propri obiettivi". I cinque firmatari della richiesta ritengono pertanto "illegittimo il documento reso pubblico dalla segreteria regionale". (ANSA). |
ANSA ha scritto: |
PD: AREA DEMOCRATICA, COERENZA CON SCELTA MOZIONI CONGRESSO (ANSA) - AOSTA, 23 FEB - Area Democratica, la componente recentemente costituitasi nei Ds Valle d'Aosta, interviene nel dibattito congressuale invocando "coerenza nei comportamenti". In un nota spiega che "non basta firmare la mozione Fassino e poi dire che la Valle d'Aosta è una realtà particolare, per giustificare politiche e comportamenti a livello regionale contraddittori con lo spirito della mozione stessa". Area Democratica sottolinea, poi, che "alla foga con cui alcuni dirigenti hanno aderito alla mozione Fassino, dovranno poi seguire comportamenti coerenti anche a livello regionale", e precisa: "la mozione Fassino presuppone il riconoscimento sostanziale che le profonde trasformazioni economiche e sociali in atto, rendano necessaria la nascita di un Partito Democratico. Una grande forza, che guidi una coalizione di centrosinistra larga, obiettivamente esposta a rischi di fragilità e distinzioni". La componente anticipa, infine, che "parteciperà con la sua vivacità al dibattito sulle mozioni nazionali e sarà presente con una sua mozione nel congresso regionale proprio per fare chiarezza sul percorso del Partito Democratico in Valle d'Aosta, che non può essere ridotto a una mera operazione elettoralistica in funzione delle regionali del 2008". (ANSA). |
AostaViva ha scritto: |
[..] Ma il dialogo non può e non deve fermarsi lì.
Non sarà finalizzato alla nascita di un nuovo movimento di “potere” rifondativo di una Union Valdôtaine allo sbando. La nostra scommessa va molto al di là. Passa attraverso le istanze di area democratica, tra i delusi (non i trombati) di partiti tradizionali che più non si riconoscono nelle loro antiche “Chiese” politiche. Tocca quella parte di popolazione raccolta sotto il brutto nome di “società civile”, in pratica quanti non hanno mai fatto militanza attiva, delegando altri a rappresentarli. Si rivolge al cuore dei sindacati, agli amministratori attenti al bene del proprio territorio, a tutti coloro che affrontano per spirito di servizio il loro ruolo in prestito alla politica e non per puro interesse personale. E’ questa l’area, enorme nei piccoli numeri espressi dalla nostra Regione, nella quale cercheremo nei prossimi giorni di far nascere un dibattito [..]. Aosta 07/03/2007 Paolo Louvin – Vallée d’Aoste Vive |
giorgio ha scritto: | |
AostaViva - Il punto d'arrivo Agorà Vallée d'Aoste Vive -
Vorrei che tutti i nostri cari ospiti e assidui frequentatori leggessero su questo link che qui vi ho riportato, se il riferimento ad Area Democratica è frutto delle mie elocubrazioni mentali. Certo, area democratica in questo articolo di Louvin sarà anche frutto di una combinazione di parole associate, ma mai come questa volta indicative di un'aspirazione comune. W Area Democratica |
Citazione: |
Vincenzo Calì dice:
Il Partito Democratico, che si tenta di costruire a livello nazionale, avrà riflessi anche da noi. Non ho apprezzato le prime mosse in questo senso della Gauche Valdôtaine, che con la costituzione dell’Area Democratica al suo interno forse si illude di trasformare il grande progetto del Partito Democratico in una sorta di Cosa3. Il Pd, è bene chiarirlo subito, per noi non potrà essere un partito dei Ds allargato grazie a qualche cooptazione. |
D'Alema ha scritto: |
Voglio dirlo ancora una volta con assoluta chiarezza: il Pd non sarà una terza forza tra socialisti europei e conservatori. Noi vogliamo, con il Pse ma anche con altre forze, dare vita a una nuova e più grande sinistra europea; il Pd italiano contribuirà ad un allargamento e ad un rafforzamento del campo riformista, e non lo si può certo fare senza il Pse. D'altro canto, i leader socialisti europei guardano al Partito democratico in Italia come a un loro interlocutore e non certo all'improbabile partito socialista che dovrebbe nascere da questa scissione. Trovo davvero molto piu' appassionante l'idea di partecipare alla costituente del Partito democratico per portare lì le idee, i progetti, i valori della sinistra di ispirazione socialista in Italia, in un confronto aperto con altre correnti culturali, che è esattamente quella prospettiva di incontro fra culture, di rinnovamento nella sinistra per la quale lavoriamo da oltre dieci anni. Voglio fare un ultimo appello alle compagne e ai compagni della minoranza: proviamo ancora una volta a lavorare insieme, a discutere, a confrontarci. Il PD ha bisogno delle idee e della passione di tutti. Non decidete oggi come il nuovo partito sarà domani. Partecipate alla sua costruzione, e forse tra qualche mese vi troverete in un partito che non sarà poi così diverso da come lo volete. |
erika ha scritto: |
Per quello che riguarda il dibattito non posso che essere d'accordo con Raimondo ma sono felice che dei 7 delegati mi sembra che 5 siano giovani e uno è donna. Chissà che a forza di ripetere e sentirsi ripetere che questo partito nuovo non può essere fatto di vecchi dirigenti non ci credano anche loro e a Firenze ci vadano un giovane e una donna....
Devo poi fare pubblicamente i complimenti a Claudio Latino che ha presentato la mozione Angius. Molto molto bravo. Il PD ha bisogno di giovani come lui e nonostante ci dividano i tempi e i modi per la creazione del PD sono contenta che a lottare ci sarà. COMPLIMENTI..... |
Citazione: |
ORDINE DEL GIORNO
Le delegate e i delegati del Congresso regionale della Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra esprimono un giudizio positivo sul confronto che ha accompagnato la fase congressuale e riconoscono a tutte le mozioni presentate il merito di aver rappresentato posizioni, ansie ed aspirazioni di tutti gli iscritti al partito. Si apre ora una fase nuova, molto impegnativa, che deve rivedere il pieno coinvolgimento di tutto il partito sulla base dei seguenti impegni: 1. il processo di costruzione del nuovo partito democratico non si può limitare ad intese o accordi tra forze politiche esistenti ma deve essere caratterizzato da un processo di partecipazione democratica, aperto a tutti i valdostani, che consenta di allargare i confini e la ricchezza del nuovo partito; 2. la Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra deve essere protagonista di questa fase, animatrice di un processo partecipativo che si rivolge alle altre culture riformiste e alle componenti autonomiste e progressiste di questa regione interessate al percorso del partito democratico; 3. all’interno di questo percorso, la Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra si dovrà presentare con una piattaforma programmatica rinnovata, capace di cogliere l’esigenza di cambiamento e rinnovamento della società valdostana, ancorata ai valori e alle idealità della nostra esperienza di sinistra, alla funzione che ancora oggi deve svolgere un partito laico, moderno e di sinistra, promotore di uno schieramento di centro sinistra capace di un progetto che guarda ad un futuro migliore, 4. nel nuovo partito la rappresentanza di genere, con una presenza significativa di donne nei gruppi dirigenti, e il rinnovamento generazionale saranno obiettivi fondamentali e irrinunciabili; 5. sul piano organizzativo le strutture di partecipazione politica e democratica costruite negli anni dai DS non solo non dovranno essere smantellate, ma dovranno essere moltiplicate e rafforzate su tutto il territorio regionale; 6. la costituente del Partito Democratico deve definire un rapporto con il PD a livello locale di tipo federativo, che continui e rafforzi l’esperienza della Gauche Valdôtaine-Ds. Pollein, 14 aprile 2007 |
(ANSA) ha scritto: |
16:42 SINISTRA DEMOCRATICA: SAVINO CORCELLA COORDINATORE VDA
(ANSA) - AOSTA, 19 GIU - Savino Corcella, già di Rifondazione comunista e Ds, è il coordinatore della Sinistra Democratica della Valle d'Aosta. Sd è il movimento fondato dagli ex leader Ds Fabio Mussi e Gavino Angius. In una nota diffusa da Corcella si legge che la forza politica vuole promuovere "una sinistra nuova, plurale, laica, autonoma, critica, larga, di governo, del lavoro, della cultura, dell'ambiente, delle libertà; una sinistra non minoritaria, ambientata in Europa nel socialismo". Sinistra Democratica della Valle d'Aosta si presenterà al pubblico venerdì 22 giugno, alle ore 21, ad Aosta, presso l'Espace Populaire di via Mochet, nel corso di una serata alla quale è annunciata la presenza anche dell'onorevole Giorgio Panattoni, coordinatore di Sinistra Democratica del Canavese. (ANSA). |
faustocoppi ha scritto: |
La calda estate di Gavino
agosto, sinistra mia non ti conosco Rina Gagliardi Me lo ricordo bene il compagno Gavino Angius, in quel lontano lunedì del 1991. Eravamo a Rimini, all'Hotel Continental (che si era trasformato nel quartier generale del No allo scioglimento del Pci) e il congresso costituivo del Pds era quasi finito: si trattava solo di eleggere Achille Occhetto segretario del nuovo partito. Si aspettava la notizia - più che scontata, quasi una sorta di adempimento burocratico - in un clima non particolarmente allegro. Invece, di notizia ne arrivò un'altra, e inaspettata: Occhetto non era stato eletto per mancato raggiungimento del quorum previsto. E fu proprio Angius, in quel momento, a balzare dalla sedia in preda ad un irrefrenabile scoppio di felicità: si procurò sull'istante due bottiglie di spumante e officiò un brindisi per tutti gli astanti. Un brindisi "alla faccia di Occhetto". Una piccola compensazione, dopo le sofferenze di una campagna congressuale durata due anni. Gavino, così mi pareva, è fatto così: un uomo intelligente ma anche schietto, e un po' sanguigno. Non un politicante, o un adepto dell'arte dell'intrigo, così cara a tanti politici. Uno che usa ponderare a lungo le sue posizioni, le sue scelte, ma poi le esprime apertis verbis , senza troppi giri di parole o contorsioni dialettiche. Voi direte: perché questa lunga premessa sul vicepresidente del Senato, oggi uno dei leader di spicco di Sinistra Democratica? Perché in questo scorcio di torrido agosto, Gavino Angius sembra essersi consacrato a una sola "missione": l'attacco alle sinistre radicali, e segnatamente a Rifondazione comunista. Ieri, addirittura, una doppia uscita - Unità e Corriere della sera - per difendere le bellezze della Legge 30, mettere sotto accusa la manifestazione del 20 ottobre e paventare un nuovo ‘98. Insomma, ci si è buttato anima e corpo, in questa battaglia - proprio come se la sinistra, le sinistre, fossero il suo nemico principale. Nemmeno l'unità d'azione gli piace. Ora, alla luce della limpida storia politica che Gavino Angius ha alle spalle, non riesco a trovare una ratio convincente, né in queste sue posizioni, né in questo suo sfrenato attivismo agostano. E provo a interrogarmi. Prima, possibile spiegazione: la distanza "nel merito delle cose", cioè sulle leggi (Treu e Biagi) che regolano il mercato del lavoro. Forse Angius non le conosce bene, forse ha letto troppi articoli di Ichino, e ne è stato folgorato. Forse, ancora, non considera il superamento della precarietà del lavoro come una priorità, a dispetto degli impegni solenni assunti nel programma dell'Unione. Fin qui, opinioni personali - sbagliate, ma pur sempre opinioni. Ma come fa, poi, Angius ad affermare che il Prc è contro la legge 30 «per pure ragioni strumentali» e con una «degenerazione propagandistica che ha del grottesco»? Qui, duole dirlo, o c'è disinformazione, o (come propendo a pensare) c'è pura malafede. Fin dai tempi in cui quella legge fu approvata, Rifondazione espresse un netto, nettissimo giudizio critico - e non da sola, ma in compagnia, per dire, di fette amplissime del sindacato, oltre che di numerosi giuslavoristi. Nella campagna elettorale di un anno e mezzo fa, tutti i dirigenti, grandi, medi e piccoli, di Rifondazione si sono sgolati a ripetere, in quattro o cinquemila comizi, che uno dei nostri obiettivi qualificanti era proprio l'abolizione, o il superamento sostanziale, di quel tipo di legislazione. Tanto è vero che, a governo Prodi già ampiamente insediato, il 4 novembre del 2006 il Prc partecipò massicciamente a un corteo (assai riuscito) contro la precarietà - e tutti, forse anche Gavino, capirono allora di che cosa si trattava, di una grande insostituibile battaglia di civiltà. Arrivare adesso a sostenere che, invece, si tratta di una «spregiudicata» (sic) manovra politica, anzi politicistica, per sbarazzarsi del governo Prodi è davvero scorretto, infondato e palesemente strumentale - del resto, a tutti è chiaro che il vero pericolo, per il governo Prodi, viene dalle componenti centriste dell'Unione, dallo stravolgimento del programma dell'Unione in senso moderato e confindustriale che una parte della maggioranza tenta di compiere, nonché dalla "voglia matta" di Lamberto Dini di ridiventare presidente del consiglio, sia pure per un giro di valzer. Ma, supponiamo, tutto questo Angius lo sa bene. Vuol dire, allora, chissà, che il passionale dirigente comunista di vent'anni fa si è trasformato, lui sì, in uno spregiudicato uomo di manovra? Una quinta colonna del Pd, che opera - pensa di operare più efficacemente - da fuori, da "libero battitore", con l'incarico di far deragliare, se e come può, il treno dell'unità a sinistra? Uno che alle ragioni di Sinistra Democratica - quelle strategiche e di lunga durata - ci crede come noi crediamo in Dio? Seconda spiegazione (non alternativa ma complementare alla precedente): Angius ha il terrore, qualunque cosa essa sia, della "Cosa Rossa", ovvero di una soggettività di sinistra plurale, unitaria, consistente, capace di incidere nella grande politica e perfino nell'attività di governo. Teme di tornare "indietro", nell'inferno del comunismo e della radicalità, e di privarsi così di un dignitoso futuro politico - al punto da pensare che quello con Boselli e De Michelis possa davvero definirsi tale. Ma un tal panico, vivaddio, è quasi incomprensibile, anche dal punto di vista di chi, come l'ultimo Angius, ha il vezzo di definire se stesso come un "socialdemocratico europeo". Non la vede, il vicepresidente del Senato, la crisi profonda in cui si dibatte, in tutta Europa, la socialdemocrazia? Non si è accorto della sua deriva centrista, liberista, social-liberale? Non ha avuto notizia della Grosse Koalition tedesca e del successo crescente della Linke , guidata da un socialdemocratico europeo vero come Oskar Lafontaine? Insomma, se il modello in cui Angius si riconosce è quello di Blair, o di Gordon Brown, o dell'attuale Spd, e se quelle sono le sue prospettive politiche, lo dica con maggiore chiarezza. Magari spiegando meglio le ragioni che lo hanno portato a non aderire al Partito Democratico (non gli piaceva il nome?), che è oggi la casa naturale, il logico approdo, di chi pensa la politica in termini neocentristi. Oltre che di chi, naturalmente, ha una sfegatata paura del "Rosso", come ogni buon toro alla corrida di Pamplona. http://www.liberazione.it/ |
faustocoppi ha scritto: |
Vorrei qui ricordare con estrema compostezza, ma con grave dolore la scomparsa di Vittorino Chiarello. Fu tra i fondatori di Rifondazione in ambito locale e nazionale e anche se non ho potuto conoscerlo personalmente so che Vittorino è stato sempre un comunista coerente e efficace nella sua azione politica. A quei nik che più gli sono vicini politicamente, e che con il sottoscritto avevano iniziato un dialogo “all’acqua di rose”, ricevano da me le più sincere condoglianze. Umanamente siamo vicini alla famiglia. |
giorgio ha scritto: |
Nulla da fare... I consigli della vecchiaia rischiarano senza riscaldare, come il sole d'inverno. Continuo a sgolarmi e parlo di fare qualche passettino indietro per iniziare con un piglio diverso l'approccio che si è dato da sempre ad ogni gesto, ad ogni accenno di incomprensione, agli scontri invece che ai dialoghi. Ma i gossip caro Fiou no! Basta, non se ne può più.
Invecchiando si diventa più tolleranti; non vedo commettere alcun errore che non abbia commesso anch'io, questa è la pura verità, ma a voi cari ragazzi di Area Democratica, vi chiedo come diceva Goethe, di non fare sentire più vecchio di quello che non è il nostro caro compagno Fiou, non facendogli perdere uno dei maggiori diritti dell'uomo: non essere più giudicato dai suoi simili. Vi chiedo dunque di dargli un cenno di presenza in vita facendogli notare quanto sia stato alquanto deprimente leggere queste sue posizioni nei confronti del caro amico Raimondo. E pensare che neanche a Fiou, Raimondo, aveva negato una parola colloquiale, come si conviene tra persone civili e rispettabili. Mi dispiace, ma devo fare notare quanto sia stato infelice nella sua esternazione un consigliere navigato ed esperto come Fiou a cui aveva dato il mio voto anche in tempi non sospetti. Pazienza...costruiremo il nuovo con nuovi strumenti e nuovi Leader, ma questa volta sappiamo che saranno più credibili...Questi signori che sdegnosi allontanano qualunque forma di partecipazione democratica per ritornare agli strumenti dello stalinismo come il "Gossip", non meritano di rimanere al loro posto. |
Citazione: |
L’esigenza di un partito autenticamente democratico che si richiami ai valori, all'etica, alla coerenza, all'unità di intenti, anche se fra non molto ci sarà la fusione nel PD, è sentita come alquanto importante da moltissimi compagni ancora oggi. Le "verbose" rivendicazioni dei due consiglieri regionali, lontani lo spazio di una poltrona, dal posto assegnatogli dal loro elettorato, le astruse discussioni di questi giorni che cadono sempre su posizioni personali, la mancanza di notizie sulla unità interna dei Ds come tema principale e portante sull'unificazione dei partiti di centro sinistra, i cavillosi distinguo di qualche leader, ci stanno stancando. Il rischio che si corre è l’abbandono dell’impegno civile e politico di fare entrare nel Partito Democratico, quella maggioranza delusa perchè convinta dell’incapacità di questa classe dirigente che si professa "riformista" a percepire il pericolo che si corre: la sparizione di una sinistra moderata da ampie zone d’Italia in generale e della Valle d'Aosta in particolare.
Quindi cerchiamo di uscire dalla frammentazione, dai piccoli litigi, concentriamoci sulla nostra capacità di aggregazione, mentre nel contempo vediamo di lavorare su quella degli altri. Abbiamo a disposizione la rete, che è uno strumento molto potente. Siamo tutti capaci di analisi, e possiamo davvero fare qualcosa per rilanciare la vita pubblica dei cittadini... perchè questo è il senso di questo progetto: riportare al cittadino il senso della cittadinanza, attraverso le associazioni, le federazioni, i movimenti, la società civile... con la politica, la solidarietà, l'aggregazione... tutto quello che è incompatibile con questo eccesivo protagonismo cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni. Eppure anche noi cadiamo nei tranelli, litighiamo e ci perdiamo nelle minuzie, perdiamo facilmente di vista gli obbiettivi per puro amor proprio. Insomma di lavoro ce n'è proprio tanto, e la strada non è in salita, è proprio verticale. Certe volte le strumentali divisioni che frenano l'entusiasmo di molti potenziali elettori suonano assurde... come se i 300 spartani alle Termopili si fossero divisi sulla base del colore del gonnellino e sulla forma dello scudo, mentre l'esercito persiano piombava su di loro... L'idea di costruire, o anche solo di rafforzare una rete di associazioni e Case dei Democratici è qualcosa di talmente impegnativo, che talvolta ci preoccupa. Ma ora che siamo partiti... evitiamoci inutili difficoltà e andiamo avanti cercando di coinvolgere gli scettici, che sono ancora tanti... Avanti con Raimondo Donzel. |
(ANSA) ha scritto: |
10:19 PRC: VALLEISE, ENTRO ANNO NECESSARIO SOGGETTO UNICO SINISTRA
(ANSA) - AOSTA, 22 OTT - Per la sinistra italiana e valdostana è giunto il momento di scegliere. "Entro l'anno dobbiamo dare vita in tutto il paese, in Valle d'Aosta a un soggetto unitario della sinistra, con tesseramento comune, liste comuni a ogni appuntamento elettorale". E' l'impegno assunto in una nota da Piero Valleise, segretario regionale di Rifondazione Comunista, all'indomani della manifestazione di Roma. "Il popolo diffuso della sinistra sociale - sostiene Valleise - chiede alla sinistra politica tre cose: radicalità, innovazione delle forme di rappresentanza, e unità, vale a dire il superamento di divisioni vecchie e sciocche. Il quotidiano Liberazione ha citato positivamente in prima pagina l'esperienza valdostana dell'Arcobaleno". "In questo senso - si legge ancora - va la costruzione di Sinistra Europea Valle d'Aosta. La 'Casa Rossa' deve essere un processo democratico per ritrovare il filo rosso con i giovani e per definire il profilo del socialismo del ventunesimo secolo". Secondo Valleise, infine, "é il momento delle scelte chiare, il treno passa ora, Ds e Margherita sciogliendosi hanno dato vita a un soggetto politico simile alla Democrazia Cristiana degli anni '80, alleato con i poteri forti, conservatore sui diritti, attento ai suggerimenti di Vescovi e Cardinali''. (ANSA). |
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erika ha scritto: |
Non è l'unica dichiarazione che mi ha colpito in questi giorni.
Lunedì sulla gazzetta matin ho letto che Guglielminotti non sa se entrerà nel PD. Non era uno dei sostenitori della mozione Fassino nella prima fase del Congresso? Non è stato uno dei 3300 che domenica 14 ottobre ha votato? Cos'è quindi cambiato? Sembra che tutti i più grandi sostenitori del PD siano i meno convinti ora? Bah,...non riesco proprio a capire!!!! |
(ANSA) ha scritto: |
10:16 PD: DONZEL, ADERISCE A GRUPPO SOLO CHI SOSTIENE REFERENDUM
(ANSA) - AOSTA, 13 NOV - "Il sostegno alla partecipazione al voto del 18 novembre è una condizione per poter aderire al gruppo consiliare regionale del Partito democratico - L'Ulivo". Lo sostiene in una nota il segretario regionale del Pd, Raimondo Donzel, invitando "tutti i consiglieri regionali che erano presenti nelle liste delle primarie per l'Assemblea costituente del Pd" di dichiarare "apertamente" il loro sostegno alla partecipazione ai referendum previsti domenica prossima. Per "chiarire ulteriormente la posizione del Partito democratico" è stata convocata questo pomeriggio alle 15 una conferenza stampa nella sede provvisoria del Pd della Valle d'Aosta, in corso Battaglione 13/a. (ANSA). |
(ANSA) ha scritto: |
17:05 PD: VDA; E' SCONTRO SUL GRUPPO CONSILIARE IN REGIONE
(ANSA) - AOSTA, 13 NOV - A due settimane dalla costituzione del gruppo consiliare del Partito democratico-l'Ulivo al Consiglio regionale della Valle d'Aosta, prevista per la seduta del 21 e 22 novembre, è scontro sulla sua composizione. Se da una parte Carmela Fontana e Giovanni Sandri, entrambi attualmente del gruppo Ds-Gauche Valdotaine, hanno già annunciato la loro adesione, incerta e controversa rimane la collocazione degli altri due ex-diessini e ex candidati (non eletti) all'Assemblea costituente del Pd regionale, Giulio Fiou e Piero Ferraris, appartenenti a un altro gruppo denominato 'Per il Partito democratico in Valle d'Aostà. "Quello che è certo - ha spiegato oggi il segretario regionale del Pd, Raimondo Donzel in una conferenza stampa - è che nessuno potrà utilizzare il nome del Partito Democratico al di fuori dal gruppo ufficiale e quindi Ferraris e Fiou dovranno scegliere se aderire alla nuova formazione o fare altre scelte perché comunque il loro gruppo decadrà". Sul piano politico, a dividere le due componenti ex-Ds presenti in Consiglio regionale è soprattutto la posizione sui referendum propositivi in materia elettorale e sul nuovo ospedale, previsti domenica prossima: "ritengo - ha aggiunto Donzel - incomprensibile, ingiustificata e immorale la presa di posizione pubblica di Piero Ferraris a favore della non partecipazione al voto, visto che, al contrario, l'Assemblea costituente del Pd si è espressa unanimemente per la partecipazione". Un atteggiamento, a giudizio del segretario regionale del Pd, "incompatibile con il nuovo partito". Nessun commento alle dichiarazioni del segretario Donzel da parte di Piero Ferraris e Giulio Fiou: "chiariremo la nostra posizione - dicono - nelle sedi opportune". (ANSA). |
(ANSA) ha scritto: |
17:25 PD: DONZEL, VALUTEREMO POSIZIONE GRUPPO COMUNE AOSTA
(ANSA) - AOSTA, 13 NOV - 'Nelle prossime settimane valuteremo il posizionamento del gruppo consiliare del Pd in Consiglio comunale di Aosta rispetto alla maggioranza che potra' anche non essere in continuità con l'attuale collocazione dei Ds". Lo ha detto oggi Raimondo Donzel, segretario regionale del Pd. Del nuovo gruppo comunale del Pd dovrebbero far parte gli attuali consiglieri di maggioranza dei Ds-Gauche Valdotaine, Alder Tonino e Gianni Rigo, e anche Enrico Bich (Alé Vallee) schierato con l'opposizione. I Democratici di sinistra esprimono inoltre il vice sindaco, Marino Guglielminotti Gaiet e l'assessore ai Servizi sociali, Giuliana Ferrero. "Nessuna posizione è stata definita fino ad ora - ha aggiunto Donzel - ma avvieremo un percorso condiviso con i nostri esponenti in Comune da cui dovrà emergere la decisione sulla collocazione del gruppo". (ANSA). |
Citazione: |
PD: COMMISSIONI A LAVORO
E' prevista per le ore 10,30 di sabato 17 novembre presso l’Hotel Radisson Sas in via Filippo Turati 171 a Roma, la riunione di insediamento delle tre Commissioni (Commissione Statuto, Commissione Manifesto dei valori, Commissione Codice Etico) del Partito Democratico. I componenti delle suddette, eletti dalla Assemblea nazionale costituente del 27 ottobre scorso, dovranno inanzitutto provvedere ad eleggere un presidente ed un relatore. I lavori dovranno essere ultimati entro il 31 gennaio 2008. A tale scopo, le Commissione potranno articolarsi in sottocommissioni e definire forme di consultazione e coinvolgimento nelle proprie scelte dei componenti l’Assemblea nazionale costituente. Le proposte da queste predisposte saranno poi sottoposte all’approvazione della Assemblea nazionale costituente del 28 febbraio 2008. |
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La politica a sinistra, soprattutto nel Partito Democratico ormai sempre più forza legata al centro – se non intervengono fatti nuovi - paga il prezzo di aver rinunciato a una identità progressista chiara, che ha ancora un suo significato ben preciso e un popolo che si riconosce in essa. Il problema centrale è quindi quello dei contenuti e non la sterile polemica. Chi riduce le difficoltà del governo Prodi a una mera questione di maggioranze traballanti al Senato, di legge elettorale, di bipolarismo fallito, di assetto costituzionale del Paese dice delle mezze verità, che da sole non vanno da nessuna parte. E in particolare a sinistra per venirne a capo è necessario che si apra un dibattito sulla sua natura attuale, su cosa essa è diventata o rischia di diventare. Dove si nasconde allora la verità? O meglio come fare per giungere a una spiegazione di quanto è avvenuto che sia capace di andare alla radice dei problemi? La maggioranza di centrosinistra barcolla. Non in parlamento, ma nei confronti del suo popolo. C’è una “quota” della sinistra che ha smarrito infatti il rapporto con la base, con la sua gente. Va avanti a colpi di vertici, direzioni nazionali, segreterie. La destra,che sia quella cristiana e moderata o quella demagogica e populista, riesce oggi a parlare al suo elettorato e agli italiani in genere. Tiene fede a quei valori cui tradizionalmente fa riferimento l’elettorato conservatore: famiglia, sicurezza, identità nazionale e cristiana. La sinistra moderata invece appare ancora incapace di porsi alla testa di un cambiamento e di indicare una meta cui tendere gli sforzi della politica. Stiamo pagando il prezzo per aver rinunciato a una maggiore identità di sinistra che ha un suo significato ben preciso? Si sta accantonando un popolo che si è sempre riconosciuto in esse? Quegli stessi contenuti di pace e progresso, che a volte stentano ad affermarsi anche nelle socialdemocrazie già consolidate, riusciranno ad emergere nel Partito Democratico? E questo, sarà laico o presterà l’orecchio agli allarmi del Vaticano? Si schiererà coi precari o con i datori di lavoro? E Veltroni sarà autorizzato a parlare della sinistra e ne farà ancora parte? Probabilmente dovremo essere molto vigili! Il 14 Ottobre scorso si è scelto un leader con le primarie, ma non si è parlato fino in fondo di programmi, di idee e soprattutto di cambiamento. Non parlo della Valle d’Aosta dove con l’elezione di Raimondo Donzel molte cose stanno cambiando pur nell’ambito di grosse difficoltà che vengono artatamente mantenute e coltivate da un potere costituitosi da anni all’interno della ex Gv-Ds. La porta del partito è forse stata chiusa ai giovani attraverso regole di elezione volte da un lato a garantire le posizioni esistenti? E’ mancato un confronto schietto coi militanti? Non c’è stato un dibattito sul contenuto di questo riformismo? L’apertura maggiore alle nuove generazioni avrebbero dato uno spessore diverso alla nascita del partito? Onestamente direi proprio di No. Forse questo è problema da accreditare al Pd in campo nazionale, non in Valle! Il Partito Democratico dovrà essere un ottimo cartello elettorale, vincente. Non dobbiamo perciò mai rinunciare a certi temi e al confronto con la base, altrimenti avremo anche noi perso in partenza. |
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Primarie PD
16 ottobre 2007 COMUNICATO STAMPA La Segreteria politica di Vallée d’Aoste Vive, riunitasi lunedì 15 ottobre presso la sede del movimento, ha valutato assai positivamente la partecipazione generale al voto, sia a livello nazionale che locale, per l’elezione degli organi dirigenti del Partito Democratico., In particolare per quanto riguarda la Valle d’Aosta, l’affluenza alle urne si è rivelata decisamente superiore alle aspettative, segnale questo particolarmente incoraggiante rispetto alla partecipazione popolare prevista ed auspicata per i referendum propositivi del 18 novembre. Sarà questo un momento storico per la Valle d’Aosta, un’occasione nella quale si potrà realmente voltare pagina affrontando con rinnovato slancio le future sfide politiche ed economiche. L’afflusso alle urne ha dimostrato che, quando i valdostani possono agire in piena libertà e senza condizionamenti, partecipano con passione all’attività politica. Vallée d’Aoste Vive si congratula con Raimondo Donzel, neo-segretario eletto, che ha sempre richiamato nel corso della campagna elettorale il proprio pieno appoggio al momento referendario. Vallée d’Aoste Vive |
Citazione: |
Non staremo più in silenzio
20 novembre 2007 COMUNICATO STAMPA Non staremo più in silenzio, ribatteremo colpo su colpo le menzogne che i partiti di maggioranza regionale continuano a presentare ai cittadini. Come può il Comité Fédéral dell'Union Valdôtaine assumere toni trionfalistici per un risultato elettorale nato sulla scia di vergognose azioni che hanno condizionato il voto di molti e grazie ad una scelta astensionistica che ha permesso nei fatti il controllo capillare del voto sull’intero territorio regionale. Come può un popolo riconoscere ancora la dignità di governare a chi ha messo in ginocchio la democrazia, ha impedito il confronto politico preferendo l’uso di strumenti di controllo, impedendo di fatto un regolare sviluppo della votazione, senza provare un moto di repulsione per le parole di chi lo offende. Nessuno sostiene che i risultati del referendum sarebbero necessariamente cambiati nella sostanza in condizioni di voto “normali”, né che si sarebbe certamente raggiunto il quorum: ma vogliamo continuare a nasconderci dietro un dito quando facciamo tutti finta di non vedere come sono andate realmente le cose? Anche se solo un elettore fosse stato condizionato e limitato, sarebbe stato grave: nei fatti lo sono stati a migliaia e i partiti di maggioranza lo sanno, lo sanno i dirigenti di questi partiti, gli iscritti che non possono che riconoscere l’ingiustizia e l’illegalità di fondo dell’azione, i cittadini che ne hanno parlato e ne parlano per le strade. Quasi 30.000 valdostani si sono recati alle urne. Loro non hanno avuto paura di andare a votare, di indicare un sì o un no sulla scheda, magari di votare scheda bianca ma di dare la possibilità di un risultato, qualunque fosse, ad una democrazia partecipata. E non ci si dica che non ne avevamo parlato PRIMA dei risultati elettorali. In una lettera aperta ad Union Valdôtaine, Stella Alpina e Fédération del 17 ottobre 2007 venivano messi in luce i gravissimi rischi della scelta astensionistica rispetto alla segretezza ed alla libertà del voce. Mai nessuna risposta. Non crediamo più alla buona fede di certe scelte e la deriva antidemocratica in atto ci mette in apprensione. Siamo convinti che la maggioranza silenziosa non resterà tale ancora a lungo: chiediamo una presa di posizione agli intellettuali., al mondo libero dell’arte, ai professionisti, agli operai, agli imprenditori, agli agricoltori… Ma dove sono finiti i liberi pensatori? L’omologazione al sistema non può pagare all’infinito, senza trasformare il sistema in regime. È un atto di liberazione dai condizionamenti che viene chiesto. Invitiamo tutti al dialogo, al confronto, alla resistenza ed alla messa in atto di forti opposizioni interne in seno a quei partiti nei quali in questo momento si tende ad avallare come “normali” comportamenti lesivi dei diritti fondamentali di ogni cittadino. Paolo Louvin – VdA Vive |
La Stampa ha scritto: |
CESAL BOCCIA LA REALPOLITIK
PER DAR SCACCO ALL’IMPERATORE L’opinione Enrico Martinet Il presidente dell’Union Guido Césal confessa che «depuis longtemps» il cammino del suo movimento «è strettamente legato alla gestione del potere e abbiamo sovente confuso la politica con l’amministrazione». E’ così da almeno 25 anni. A volte perfino le ovvietà sono difficili da dire. Césal, sul giornale unionista «Le peuple valdôtain», scrive: «L’Uv deve rispondere ai bisogni collettivi dopo aver messo in prima fila i principi e i valori etici e morali che costituiscono il suo patrimonio identitario». Per il presidente, il Leone ha perduto identità. Lontano dal «politichese» Césal compie un’autocritica profonda e indica la strada di una «rivoluzione». L’Uv ha programmato la sua crescita (fino a 18 consiglieri regionali) proprio gestendo il potere senza avere strategie politiche guida. Gestione resa possibile dalla ricchezza delle casse regionali. Il male del potere non è inseguire il consenso necessario a sostenere idee da tradurre in progetti, ma nell’inseguirlo con il clientelismo, mortificando la politica. Il pentimento di Césal giunge in tempi più che sospetti. Alla vigilia della campagna elettorale che vedrà fra i protagonisti «un certain Rollandin», fautore della realpolitik che ha proiettato l’Uv ad avere il massimo dei consensi di una forza politica dal Dopoguerra ad oggi. Césal usa concetti cari a VdA Vive e a Renouveau, ripesca una «questione morale» sempre nascosta dall’Uv e boccia il suo stesso movimento pur di dare scacco al re, anzi all’«imperatore». La scacchiera sarà il congresso di marzo a Courmayeur 13 Gennaio 2008 |
La Stampa 17 Gennaio 2008 ha scritto: |
Sorpresa, la sinistra unita Nasce la Federazione per correre con Arcobaleno, Pd, Vda Vive e Renouveau ALESSANDRO CAMERA E’ nata nei giorni scorsi la «Federazione della sinistra e degli ecologisti». Presentazione ufficiale il 4 febbraio alle 16 all’Espace Populaire. E’ la prima volta che tutte le forze della sinistra si preparano a correre compatte alle elezioni regionali di maggio. Il nuovo soggetto politico «aggrega in una forza progressista in grado di difendere cittadini e lavoratori dai sempre più gravi costi sociali del liberismo» Rifondazione comunista, Sinistra europea, Comunisti italiani, Sinistra democratica. La prima assemblea della Federazione ha elaborato la «Carta di intenti» e l’atto costitutivo e ha nominato un coordinamento politico con Piero Valleise, Domenico Palmas, Savino Corcella, Giorgio Migliorini, Gabriella Manganoni, Andrea Padovani, Andrea Cristallini, Francesco Buratti, Alessandro Bortot, Piero Parlamento e Giorgio Caniglia. La Federazione ha convocato la prima assemblea il 23 febbraio «per presentare il nuovo soggetto politico unitario e plurale e le linee politiche che lo caratterizzano» e avrà come organo di informazione il periodico «A sinistra». Gli obiettivi primari della Federazione sono nell’atto costitutivo e puntano a costruire «una grande forza progressista e a superare l’attuale frammentazione della sinistra». Piero Valleise, segretario regionale di Rifondazione: «Siamo appena nati e vediamo crescere intorno a noi un grande interesse». Le idee delle Federazione sono chiare. «I nostri punti di riferimento - dice ancora Valleise - sono rappresentati dall’Arcobaleno e dall’Alleanza autonomista e progressista del “galletto”, strumenti indispensabili di un progetto di rinnovamento politico e sociale della Valle d’Aosta. Il proposito è di contribuire alla loro crescita ed al loro rafforzamento. In questa ottica - prosegue Valleise - sono di buon auspicio le dichiarazioni del segretario regionale del Partito democratico, Raimondo Donzel, che rifiuta la politica dei “due forni” ma punta ad un accordo per le regionali con l’Alleanza autonomista e progressista». Piero Valleise delinea la strategia elettorale: «Un blocco unito da un programma comune con tre liste: Arcobaleno (con la federazione di sinistra), Partito democratico, forze autonomiste alternative (Vda Vive e Renouveau)». La coalizione, sulla base dei risultati delle ultime elezioni regionali, partirebbe con una eredità di 3 consiglieri regionali dell’Arcobaleno, 2 del Pd, 2 del gruppo «Per il Pd» in quanto eletti nel 2003 con i Ds, e un pacchetto di circa 16.500 voti. La nascita della Federazione è salutata con favore dai Giovani comunisti: «Rappresenta un momento fondamentale per dare una risposta a una crisi politica, sociale, culturale che si fa sempre più profonda». La riproposizione eventuale dell’alleanza del «galletto» avrebbe anche come punto di riferimento i voti ottenuti nell’aprile 2006 dall’accoppiata vincente Roberto Nicco-Carlo Perrin, che ottenuto 34.167 voti per la Camera e 32.553 voti per il Senato. Sul piano elettorale tutto è ormai in fermento per il voto fissato per il 25 maggio. Il movimento Vda Vive esprime un giudizio negativo sulla nuova legge elettorale regionale, definita «un testo discriminatorio nei confronti delle forze politiche non rappresentate in Consiglio regionale». In chiave elettorale Vda Vive incontrerà domani i vertici di Renouveau. Il Pd avvia la fase di costituzione dei Circoli Territoriali e oggi presenta il percorso. Domani primo appuntamento (20,30 a Morgex) presente Andrea Causin dell’esecutivo nazionale e responsabile enti locali. Il 22 gennaio a Gressan partecipazione del senatore Goffredo Bettini, coordinatore della fase costituente del Pd. |
12vda fastnews ha scritto: |
Pd e Renouveau verso la conferma dell'Aap per le regionali
Scritto da douze giovedì 17 gennaio 2008 Le commissioni politiche del Partito Democratico della Valle d'Aosta e di Renouveau Valdôtain stanno lavorando per verificare le premesse per l'elaborazione di un programma di governo in vista delle prossime elezioni regionali. I due movimenti, che si sono incontrati nel pomeriggio di giovedì 17 gennaio, condividono i principali punti programmatici e proseguiranno il dialogo e il confronto con Vallée d'Aoste Vive e Arcobaleno. |
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19 Gennaio 2008
POLITICA. NON SI CANDIDERA’ ALLE REGIONALI Verdi, per Riccarand ultima assemblea da coordinatore «Sì ad un rilancio dei referendum propositivi. Sì all’unità tra le forze di sinistra e progressiste ed i movimenti autonomisti “buoni”. Sì ad una Valle d’Aosta dallo sviluppo sostenibile e durevole». Sono i temi che oggi saranno il filo conduttore dell’assemblea regionale dei Verdi valdostani convocata per le 15 all’Espace Populaire di via Mochet ad Aosta. L’assise «verde» sarà l’occasione per il coordinatore Elio Riccarand per ufficializzare il «no» alla candidatura regionale e l’addio al ruolo di coordinatore. Le elezioni regionali: la linea strategica dei Verdi è tracciata. «Ricerca di una duplice unità. L’obiettivo è andare al voto del 25 maggio con una lista formata da un nuovo Arcobaleno, cui al nucleo storico (Verdi, Rifondazione, Italia dei valori, Comité des valdôtains e Sinistra alternativa) si uniscano i Comunisti italiani e Sinistra democratica. L’Arcobaleno allargato cercherà unità di intenti con l’area autonomista “buona”, Vda Vive e Renouveau e con il Pd. Una coalizione del “galletto” con un programma comune». In alternativa? «I Verdi andranno da soli». Il «fattore R»? Il ritorno in campo di Augusto Rollandin? «La risposta - dice Elio Riccarand - spetta all’Uv.» Sul referendum «analizzando a freddo le cifre - dice Elio Riccarand - ci siamo resi conto che il risultato non è stato così malvagio. Lavoriamo per abolire il “quorum” oppure per abbassarlo. Prevediamo un ballottaggio tra la proposta di iniziativa popolare e la legge approvata dalla maggioranza». «Il ruolo dei Verdi - conclude Riccarand - è importante e insostituibile per realizzate la principale priorità politica che è quella di uno sviluppo sostenibile e durevole. Con le risorse finanziarie, gli strumenti di autogoverno, i poteri legislativi e le caratteristiche del territorio, la Valle d’Aosta può essere un laboratorio avanzato di applicazione delle strategie della Convenzione alpina e dei suoi protocolli». |
La Stampa 20 Gennaio 2008 ha scritto: |
Riccarand: “Pronti a governare”
Critiche a VdA Vive «Troppi tatticismi» Anche l’IdV cambia da Bracci a Belardi «Avanti verso l’unità delle forze ambientaliste, autonomiste e progressiste per costituire una coalizione a tre punte (Arcobaleno allargato a Comunisti italiani e Sinistra democratica, movimenti autonomisti, Pd) che si presenti al voto regionale del 25 maggio con un programma comune e da alleanza che aspira al governo della Regione». E’ questo il messaggio che ha lanciato ieri Elio Riccarand all’Espace Populaire nella sua ultima assemblea da coordinatore dei Verdi. «Passo la mano - ha detto - perché c’è bisogno di un ricambio generazionale ma resto nel movimento». Riccarand verrà sostituito nel giro di un paio di settimane dal comitato di coordinamento. Ieri, nel parterre dell’assemblea, circolavano i nomi di Paolo Fedi e Carlo Curtaz (gia coordinatore per un breve periodo), ma la scelta pare essere al femminile. Due le donne candidate: Clotilde Forcellati, capogruppo Verde nel Consiglio comunale di Aosta e Loredana Faletti, scrittrice. «E’ il tempo di una donna ai vertici dei Verdi valdostani»: così molte voci durante l’assemblea. Dimissioni annunciate in assemblea anche da Marisa Bracci, coordinatrice dell’Italia dei valori (Arcobaleno). A sostituire Marisa Bracci, arrivata al compimento del programmato biennio, sarà Marco Belardi. In assemblea Elio Riccarand ha spaziato sui temi del referendum, sulle ormai vicine elezioni regionali e sul ruolo dei Verdi in Valle d’Aosta. Sul referendum Riccarand ha detto «basta piangersi addosso perché 25 mila “sì” non sono cosa da poco. Rilanciamo il referendum, istituto di democrazia diretta, vero antidoto al potere oligarchico del “palazzo”». Per le elezioni del 25 maggio il dimissionario coordinatore dei Verdi punta «ad una alleanza che metta assieme non la “cosa rossa”, non il verde, ma tutti questi colori mescolati in un Arcobaleno coalizzato che veda insieme anche gli autonomisti di Vda Vive e Renouveau e i progressisti del Pd, in un nuovo “galletto”, più forte, uniti da un programma comune di poche ma concrete cose». In tema elezioni Riccarand è stato polemico con Vda Vive. «Sono intrisi di eccessivo tatticismo e questo rallenta la costituzione dell’alleanza». Riccarand ha riservato le ultime battute al movimento Verde. «Non siamo il partito del “no”. Tante cose si sono fatte in Valle sotto la spinta dei Verdi. Talvolta siamo troppo avanti, sull’energia, sui rifiuti, sull’ambiente, temi che oggi sono all’ordine del giorno e per i quali i Verdi si battevano già quindici-venti anni fa. Per fare della Valle d’Aosta un esempio di sviluppo sostenibile i Verdi sono insostituibili». Alessandro Camera |
La Stampa 20 Gennaio 2008 ha scritto: |
Paolo Louvin
«Accuse infondate Noi collaboriamo» «Eccesso di tatticismo di Vda Vive? L’accusa di Elio Riccarand - dice Paolo Louvin, segretario di Vda Vive - è del tutto infondata. Siamo per una collaborazione con le forze politiche con cui abbiamo vinto le elezioni 2006 ma non lasciamo ad altri stabilire le nostra agenda». Louvin definisce le priorità arancioni: «Rafforzare l’intesa con gli autonomisti favorevoli ad una nuova politica in Valle d’Aosta e il dialogo sarà serio e senza pregiudizi con chiunque voglia costruire il cambiamento». |
(ANSA) ha scritto: |
12:20 ELEZIONI: VDA; ARCOBALENO,DIVERSI COLORI PER UNICO PROGRAMMA
(ANSA) - AOSTA, 24 GEN - Diversi colori e un unico programma per le sette forze politiche che compongono l'Arcobaleno in Valle d'Aosta e che si presenteranno insieme, ovvero con una lista unica, alle prossime elezioni regionali del 25 maggio. L'accordo politico è stato presentato questa mattina e "potrebbe essere esteso a breve anche all'associazione Loris Fortuna". Per ora dell'Arcobaleno fanno parte Verdi, Rifondazione Comunista, Comité de valdotains, Italia dei Valori e Sinistra Alternativa, che avevano fondato la coalizione nel 2003, a cui si sono aggiunti i Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. "E' la prosecuzione di un percorso - ha spiegato Elio Riccarand (Verdi) - per il consolidamento e l'allargamento dell'Arcobaleno. L'obiettivo è comune: cambiare radicalmente il sistema di amministrare la Valle d'Aosta. Non faremo alleanze con chi governa adesso, Union Valdotaine in primis, né con la destra". "Una parte significativa della società valdostana - si legge in una nota - si ispira ai valori di solidarietà, di giustizia, di tutela dell'ambiente, vuole più partecipazione democratica; si impegna per una politica intesa come servizio alla collettività. Spesso, però, questa Valle d'Aosta positiva é sovrastata dalla diffusione di modelli e comportamenti caratterizzati da valori ben differenti. Ecco allora la Valle d'Aosta del consumismo, dell'arrivismo, del disimpegno e della spregiudicatezza". "Arcobaleno Vallee d'Aoste - prosegue il comunicato - ha rappresentato una sintesi originale, coraggiosa e positiva che ha permesso di tenere aperta la prospettiva di una alternativa al sistema di potere dominante nella nostra Regione".(ANSA). |
La Stampa 02.02.2008 ha scritto: |
Il peso del “Fattore R”e le grandi
manovre fra gruppi di alleati I TANTI COLORI DEL GALLETTO Il Pd con l’incognita del caso Fiou-Ferraris Gli attriti tra Verdi e Vda Parte la carica dei moderati in una lunga volata elettorale. Moderati che si spintonano per spazi propri. Immagine e distinguo da trovare in coalizioni anche grandi, come quelle del «galletto». Come non sparire? Essere moderati offre garanzia in un momento di confusione, di messaggi incrociati e incomprensibili, di crisi economica con un orizzonte ancora più nebuloso della politica. Ma per essere moderati bisogna darsele di santa ragione. Il criterio del buon «cartello» elettorale è declinato in tre punti. 1. Trovare un’intesa sulla base di un programma «moderato» che tenga conto delle varie componenti e lasci fuori le tinte d’identità partitica più forti. 2. Limare gli scontri personali all’interno delle coalizioni. 3. Trovare la soluzione a ostacoli complessi, quali le elezioni politiche, l’interpretazione più conveniente della riforma elettorale e i posti di sottogoverno. Questa la «struttura» pressoché mostruosa per rotolare fino al voto. Ma ci sono anche le «sottostrutture» per ogni singolo partito o movimento e alleanze in formazione. Un labirinto. I moderati, si sa, intendono rappresentare l’equilibrio, quindi sono al centro. L’Union è al centro della politica valdostana: per luogo ideologico e per forza di attrazione. Ha un problema in più, il «Fattore R», cioè la candidatura di Augusto Rollandin. La parte non rollandiniana dei vertici del movimento, superata la fase «etica», affronta l’opportunità politica. Questa parte unionista vuole vincere al primo turno le elezioni, anche sacrificando alcuni dei seggi attuali pur di non giocarsi tutto (da sola) al ballottaggio che verrebbe interpretato come «un referendum su Rollandin». Inaugurando così l’inedito politico del «candidato forte ma scomodo». Se questa sarà la strada il cartello con Stella alpina e Fédération, più Lega Nord, è un obbligo. Ma il gruppo di questo centro, oltre alle questioni unioniste, deve fare i conti con la fuga del «casato Emili» dalla Fédération. Emily Rini ha lasciato il Foyer e pare indirizzata verso l’Uv. E anche il padre, Emilio, sarebbe tentato a tornare dal Leone. E la Stella incassa l’arrivo dell’Udc in un tentativo di nuova Dc, che però c’è già nella Fédération. Spintoni anche nel centrosinistra del «galletto». Avrà tre punte: Pd (fusione di Ds e Margherita), Arcobaleno (7 componenti) e autonomisti (VdA Vive e Renouveau). Incognita pesante: che faranno Giulio Fiou e Piero Ferraris, ora nel vagoncino parallelo del «Per il Pd»? Finiranno sul binario della locomotiva Union o risponderanno alla chiamata del segretario Pd Donzel? Il «galletto» deve essere moderato nonostante l’accostamento di colori difficili quali il verde e l’arancione dei louviniani. Le «lime» si sprecano per riuscire a far dialogare i Verdi e VdA, così vicini sui temi etici, referendari e per il Parlamento, ma assai meno sul come amministrare la Regione. Così come è rugosa la proposta di Renouveau della doppia filiera scolastica (scuola italiana e scuola francese) che lascia in apnea il Pd. E non solo. Nell’Arcobaleno rimbomba un’eco sinistra (nel senso politico): da Rifondazione comunista ai Comunisti italiani, dalla Sinistra democratica alla Sinistra alternativa. Con grandi punti interrogativi sui personaggi da candidare. «Le tentazioni di Carlo» è uno dei capitoli del libro delle attese. Perrin (Renouveau) potrebbe candidarsi, mentre Roberto Louvin, inventore arancione, è in sospeso. E offre l’interrogativo: «Mi candido o no?». Ovvio che sì. Chi ha sciolto ogni dubbio è il verde-referendario-elvetico Elio Riccarand: «Non mi candido». Il centrodestra sa che avrà la «libertà» nel suo simbolo, ma non sa ancora se come suffisso alla Casa della, o al Partito della. Prova a ritrovarsi intorno al ritrovato dialogo tra Alleanza nazionale e Forza Italia mentre ha perso l’Udc, volata sui petali della Stella e la Lega Nord che dopo tanti strali si ritrova accanto all’Uv nel segno del concetto magico del federalismo. Forza Italia segue il concetto del come interpretare e governare l’autonomia potendo contare anche sul «pontiere» Eddy Ottoz. E il compito del «pontiere» verso An e il più volte indignato Alberto Zucchi è interpretato da Massimo Lattanzi. ENRICO MARTINET |
La Stampa 02.02.2008 ha scritto: |
Dodici giorni di primarie per l’Union
L’8 il via alla raccolta delle firme per forze ora non rappresentate in Consiglio regionale La marcia di avvicinamento alle elezioni regionale cammina su due direttrici: parte politica e versante tecnico-burocratico. Nell’Uv è tempo di primarie. Per indicare 29 dei 35 candidati, le sezioni si riuniranno dal 4 al 16 febbraio e nomineranno i 3 delegati dell’assemblea di zona che designerà gli aspiranti consiglieri. La lista dei 35 sarà completata da un candidato espresso dalla Jeunesse e dai 5 proposti dal Comité Fédéral. La lista Uv, dopo una serie di passaggi interni, diventerà ufficiale dopo la ratifica del Conseil Fédéral. L’8 marzo potrà cominciare la raccolta firme (non meno di mille e non più di 1500) indispensabili per presentare una lista. Termine ultimo il 20 aprile. Le firme devono essere presentate solo da partiti e movimenti che non abbiano almeno un rappresentante in Consiglio regionale. Le liste dovranno essere depositate tra le 8 del 20 aprile e le 20 del 21 aprile. Sul piano politico sono cominciati i colloqui tra forze per cercare quelle alleanze che possono aprire le porte ai benefici previsti dalle nuove norme elettorali. A sinistra è nata una coalizione a sette che, sotto i colori dell’ Arcobaleno, oltre ai cinque componenti storici dell’alleanza (Verdi, Rifondazione, Comité de valdôtains, Italia dei valori, Sinistra alternativa) conta anche Sinistra democratica e Comunisti italiani. Il nuovo Arcobaleno ha nominato un Comitato unitario per definire un programma comune con le liste dell’area progressista-autonomista. Il Comitato direttivo di Vda Vive ha dato mandato alla segreteria di «valutare le condizioni per un accordo con Renouveau valdôtain e avviare le consultazioni con le forze politiche che hanno dato vita all’Alleanza autonomista progressista per l’eventuale presentazione di un unico programma di governo». Il Partito democratico è in movimento ed è impegnato a fare esordire il «partito nuovo» con un risultato positivo. In casa Uv la commissione politica (Guido Cesal, Claudio Brédy, Ugo Voyat, Roberto Vicquéry, Luciano Caveri e Ego Perron) ha avviato le consultazioni incontrando Stella alpina e Fédération. L’Uv ha anche riallacciato i rapporti con la Lega Nord, che dopo anni è tornata nella palazzina di avenue des Maquisards. Il centrodestra tenta di ricostruire la Casa delle Libertà. Persa la Lega e con l’Udc che guarda alla sponda Stella alpina, la CdL ritrova Alleanza nazionale. ALESSANDRO CAMERA |
wwww.partitodemocratico.it ha scritto: |
Un ponte sul pantano di Lidia Ravera Certo… una mazzata come la crisi di governo mentre ti stai organizzando, stai completando il lavoro delle commissioni, per concordare nuove regole, mentre lavori alla formalizzazione di qualcosa di diverso, di migliore, è un duro colpo. Il passo lento e attento di chi si inerpica per strade nuove, tutte in salita, deve per forza farsi veloce, tutto deve precipitare verso conclusioni rapide, efficaci. Si deve correre. Passare all’azione. Lì per lì, per te che vieni da fuori e stai cerando di sintonizzarti su una lunghezza d’onda inconsueta, è quasi panico. E adesso che si fa? Per una volta che si stava tutti attorno a un tavolo, a discutere, a vedere che cosa va riformato e che cosa proprio rivoluzionato nel vecchio modo di fare politica…accidenti, non ci voleva questa brusca sterzata, quest’incidente di percorso. L’ultima riunione della commissione etica di cui fai parte cade proprio il 25 gennaio, la mattina che segue la caduta di Prodi. L’atmosfera non è di fibrillazione cardiaca, come ti saresti aspettata. Dici: beh, il neonato Pd sarà un partito d’opposizione, non un partito di governo, che botta! Ti guardano con soave estraneità, e continuano a spostare aggettivi. La bozza del codice etico è pronta, circola in rete per le ultime correzioni. Pochi giorni dopo Veltroni, con seducente spavalderia, annuncia che il Pd andrà al confronto elettorale da solo, per quello che è, con la sua forza e le sue debolezze, senza contrattare alleanze cedendo di qui e promettendo di là, come si è sempre fatto, come si è fatto per troppo tempo. Non ci saranno carrozzoni coatti, identità non omologabili, alleanze senza altra base teorica che le reciproche convenienze. Ti accorgi che si sta mettendo in pratica quello s’era promesso ai cittadini. Alle gente di sinistra, ai cattolici progressisti, ai compagni di strada stanchi di dover digerire complicità obbligate. Improvvisamente ti senti quasi allegra, quasi ottimista. Vuoi vedere che ce la facciamo? In fondo, per non sprofondare nel pantano, per non farsi ghermire dalle sabbie mobili delle cattive abitudini, basta costruire un ponte. Tutti insieme. Onestamente, e con un po’ di coraggio. Lidia Ravera |
10:50 ANSA DEL 13.02.08 ha scritto: |
ELEZIONI: VDA; UV VERSO CONFERMA ALLEANZA CON SA E FA - AOSTA, 13 FEB - L'Union Valdotaine proseguirà nelle prossime settimane gli incontri con Stella Alpina e Federation Autonomiste in vista di una conferma alle prossime elezioni - sia regionali sia politiche - dell'alleanza che ha governato la Regione Valle d'Aosta negli ultimi due anni e mezzo. Lo ha ribadito il Conseil federal dopo la riunione svoltasi ieri sera a Quart. In particolare l'organismo direttivo unionista - come riportato in una nota - "prende atto di una mancanza di disponibilità del partito democratico a condividere un percorso politico comune" e ritiene"non concepibile un accordo con Forza Italia dopo che lo stesso partito ha sottoscritto un accordo politico con Alleanza Nazionale per le prossime elezioni". Allo stesso tempo il Conseil federal "valuta positivamente la disponibilità di Stella Alpina e Federation Autonomiste di procedere nella direzione di un accordo programmatico per le elezioni politiche e per quelle regionali". In conclusione, il Conseil da mandato al Comitato federale e alla commissione politica di proseguire i confronti con le attuali forze di maggioranza "per definire le strategie, i progetti e i programmi comuni in vista delle prossime scadenze elettorali, così come di proporre i candidati per il Parlamento". (ANSA). |
Citazione: |
La notizia ANSA è di fonte UV; chi è del PD dovrebbe almeno avere qualche dubbio e non prendere per oro colato la voce del più arrogante: non è la voce del PD.
Spero che la Stampa di venerdi riporti le mie dichiarazioni in merito che così sintetizzo: "Abbiamo incontrato l'UV come RV, VdV e Arcobaleno, con alcuni punti programmatici molto precisi su cui discutere: 1- Sviluppo sostenibile di una regione il cui PIL cresce meno di quello italiano; 2- Crisi del casinò 3- Questione Morale 4- Riduzione costi della politica 5- Giudizio positivo sui Parlamentari (complimentati dallo stesso Presidente della repubblica) Ebbene non c'è stata nessuna disponiblità a discutere. O con noi o contro di noi è stato il messaggio UV Da buoni valdostani abbiamo abbastanza rispetto di noi stessi per correre "liberi" come Veltroni ci ha indicato e per non accettare volgari battutine da parte di autorevoli esponenti UV sulla questione morale che nel PD è così prioritaria da far sì che ci si allei con l'Italia dei valori. Naturalmente è bene che nel PD si coltivino e si esplicitno idee diverse; ma non è corretto mettere in dubbio la trasparenza e l'autorevolezza di decisioni "democratiche". Tra l'altro non siamo a conoscenza di altri partiti in grado di eleggere in un pomeriggio organismi territoriali, portando al voto quasi 500 persone. (Noi abbiamo aperto i circoli; la FA ha chiuso i foyer, questa è la realtà). buon lavoro |
(ANSA) 10:53 ha scritto: |
VERDI VDA: PROSEGUIRE ESPERIENZE GALLETTO E ARCOBALENO
- AOSTA, 19 FEB - I Verdi della Valle d'Aosta, "unitamente a tutto l'Arcobaleno", in una nota definiscono "indispensabile la prosecuzione dell'esperienza del Galletto" per le prossime elezioni politiche. Il Coordinamento, si dice quindi "favorevole alla conferma delle alleanze e dei candidati che hanno avuto il sostegno della maggioranza degli elettori valdostani due anni fa". I Verdi sottolineano, poi, che "Perrin e Nicco hanno fatto un buon lavoro che si è interrotto per la fine prematura della legislatura, occorre perciò continuare con tenacia tale opera nell'interesse dell'intera comunità valdostana". Per quanto riguarda le elezioni regionali il Coordinamento politico dei Verdi ha espresso "pieno sostegno alla Lista Arcobaleno Vallee d'Aoste" e l'impegno a presentare alle regionali "una coalizione autonomista progressista con un programma comune di governo di tre liste: Arcobaleno, Partito Democratico, Vallee d'Aoste Vive-Renouveau valdotain". (ANSA). |
La STampa ha scritto: |
Aosta 29 Febbraio 2008
VdA Vive «L’etica per noi è centrale Per gli altri no» «La situazione politica interna al movimento è congelata a dimostrazione di quanto l’etica sia nei fatti al centro della nostra azione, questo a differenza di quanto accade negli altri movimenti politici in cui i legami familiari e le questioni etiche non sono poste come aspetto problematico». Così il documento della segreteria di VdA Vive che ha respinto le dimissioni da segretario di Paolo Louvin. La precisazione non era contenuta nel primo comunicato diffuso nella tarda serata di mercoledì. Louvin si è messo da parte per «trasparenza» perché fra i candidati alle Regionali ci sarà il fratello Roberto. Segretari arancioni, in questa fase, sono i vice Mauro Arvat e Iris Morandi. |
La Stampa 25 Marzo 2008 ha scritto: | |
Quel santino “rolla e fuma” ultima frontiera della politica AOSTA Tra le frasi più gettonate nei noiosi comizi di questi giorni, c’è la cantilena di chi promette «una politica vicina ai bisogni reali dei cittadini». La Sinistra Arcobaleno, anziché attendere un’eventuale vittoria alle urne per attuare la promessa, ha giocato d’anticipo, scegliendo di soddisfare le necessità reali della gente già in campagna elettorale. E lo ha fatto con un dono quasi stupefacente, in tutti i sensi. Certo, non è possibile accontentare tutti e i politici lo sanno bene, ma il santino distribuito dalla coalizione «rossa» farà senz’altro felice (e senza attendere l’esito del voto) la foltissima schiera di italiani che ama fumare hashish e marijuana: è un perfetto kit per rollarsi una canna, alias spinello. Manca soltanto la materia prima. Nel dépliant a ventaglio, coloratissimo, dietro al logo «Il 13 e 14 aprile fai una scelta di parte» sono ritagliabili 60 filtrini di morbido cartoncino che, al loro interno, celano l’altra chicca: un pacchetto di 32 cartine lunghe, quelle che si usano appunto per rollare tabacco mixato a «fumo» o «erba». L’invito della Sinistra Arcobaleno a fare «una scelta di parte» per il voto di aprile è riferito all’altro slogan pubblicizzato dal santino, che però rasenta l’apologia di reato: «Coltivare da sé o coltivare la mafia?», a firma «Antiproibizionisti contro tutte le mafie». La legge sulla droga, in Italia, dice che consumare stupefacenti non è reato ma coltivarli sì, ed è anche uno di quei reati per i quali di solito i giudici hanno la mano pesante. Sarà lo spoglio delle schede a dire se l’omaggio agli elettori-fumatori sia stato azzeccato. L’unico rischio è che qualcuno si presenti alle urne più confuso del solito STEFANO SERGI
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Movimento Verdi Alternativi ha scritto: |
Galletto e Leone: Due progetti alternativi
Scritto da Riccarand Elio mercoledì 19 marzo 2008 Dunque il Presidente del Consiglio comunale di Aosta, Renato Favre, nel comizio di ieri della lista Vallée d'Aoste al salone della Biblioteca di viale Europa ha affermato che l'accordo a tre fra UV-Stella Alpina-Fédération c'è alle politiche, ci sarà alle regionali del 25 maggio e ci dovrà essere anche alle comunali di Aosta del 2010. Qualcuno penserà ad un'uscita prematura. Qualcun altro affermerà che si tratta di un'affermazione incauta. Però un merito le parole di Favre ce l'hanno: la chiarezza. Bello sarebbe che anche l'Alleanza del galletto dicesse la stessa cosa: insieme alle politiche, insieme alle regionali, insieme alle comunali di Aosta. Non solo sarebbe bello; sarebbe anche doveroso, visto che le forze dell'Alleanza si sono battute per le alleanze preventive ed hanno condotto una campagna referendaria in tale direzione. E non ho dubbi che così la pensino decine di migliaia di valdostani che nel 2006 hanno votato il Galletto e nel novembre 2007 sono andati a votare per il referendum propositivo. Ed allora? Perchè c'è incertezza? Come mai c'è ancora qualcuno che usa un linguaggio oscuro, ipotizza alleanze variabili a seconda delle elezioni, immagina doppi forni ed assurde convergenze a fantomatici secondo turni ? Una bella competizione a tutto campo fra Galletto e Leone rampante; una scelta netta fra due progetti alternativi di ampio respiro alle politiche, alle regionali, alle comunali di Aosta: questo sì che piacerebbe alla popolazione valdostana e ridarebbe dignità al confronto politico. Ed è per questo che è nato il Galletto. Scritto da Riccarand Elio mercoledì 19 marzo 2008 |
Citazione: |
ANSA Valle d'Aosta Data: 28/03/2008
19:40 ELEZIONI: LOUVIN,CONFRONTO PRIVILEGIATO CON PD PER REGIONALI (V. 'ELEZIONI: REGIONALI VDA; G. BARUCCO...' DELLE 19.30) (ANSA) - AOSTA, 28 MAR - Vallée d'Aoste Vive e Renouveau Valdotain "apriranno un confronto privilegiato con il Partito Democratico e successivamente con l'Arcobaleno" in vista di un'eventuale alleanza per le prossime elezioni regionali. Lo ha detto oggi Paolo Louvin, segretario di Vda Vive, a margine della conferenza stampa di presentazione della lista di candidati che riunisce i due movimenti, per la cui presentazione, entro il 21 aprile, dovranno essere raccolte tra le 1.000 e le 1.500 firme. L'incontro con il Pd - secondo quanto anticipato dallo stesso Louvin - potrebbe svolgersi già nei prossimi giorni: "verificheremo - ha spiegato - le compatibilità rispetto a un programma concordato dalle nostre forze". (ANSA). |
toscano ha scritto: | |
Alla sinistra del Pd
Achille Occhetto C’è qualcosa di inquietante nel panorama politico che è apparso ai nostri occhi dopo che i fumi dei fuochi d'artificio della campagna elettorale si sono depositati sul terreno. Lo spettacolo a sinistra è desolante. La duplice sconfitta della cosiddetta “area radicale” e del progetto riformista moderato del Pd, ci consegna una lacerante divaricazione tra una sinistra che perde se stessa lungo la strada del moderatismo e una che si abbarbica alle antiche radici intese non già come linfa vitale di una rigenerazione ma come feticcio o, ancor peggio, come mera difesa di piccole rendite di posizione. Tra questi due poli divaricanti dovrebbe collocarsi una nuova sinistra. Ma chiediamoci: esiste lo spazio politico ideale per questa nuova sinistra? Una cosa è certa: la sinistra arcobaleno non è riuscita a rappresentare tale esigenza. In verità, non ci ha nemmeno provato. Sono venuti meno alcuni presupposti - una cultura di governo e l'accettazione dell'orizzonte ideale del socialismo europeo - che potevano rendere credibile quel tentativo. L'anelito verso la ricerca di una nuova frontiera, che ha contraddistinto l'impegno di Sinistra democratica e di un parte di Rifondazione, è stato contraddetto dai ritardi e dalle resistenze che di fatto hanno ridotto l'insieme dell'iniziativa a un mero cartello elettorale. Lo stesso vagheggiamento dell'opposizione per l'opposizione ha favorito la macchina micidiale del “voto utile” che ha spinto gran parte degli stessi elettori di Rifondazione comunista a votare per il Partito democratico. In questa commedia degli equivoci è rimasto sconfitto tutto il centrosinistra, vittima delle reiterate azioni autolesioniste con le quali i vecchi gruppi dirigenti partitici hanno, in vari momenti e in vari modi, affossato il “Grande Ulivo”. Ora, cosa possiamo fare? Per debellare il male oscuro che ha paralizzato le diverse coalizioni di centrosinistra occorrerebbe superare alla radice l'idea nefasta delle due sinistre, una di governo e l'altra di opposizione. I due capisaldi - cultura di governo e identità socialista - chiamano in causa una sinistra che sappia superare la divisione tra riformisti e sinistra radicale, che sia ferma nei principi, ma di governo. Una simile sinistra non sta al governo ad ogni costo, ma non sta nemmeno ad ogni costo all'opposizione. Svolge il proprio ruolo - quello che le è stato affidato dai cittadini - con la medesima cultura di governo. Tuttavia qualcuno potrebbe ancora obbiettare: al di là delle ragioni della politica, quali sono le ansie, i problemi, le rivendicazioni che potrebbero definire, sia pure a grandi linee, lo spazio di una nuova formazione politica? Credo che per rispondere in modo compiuto - e non solo politicistico - a questi interrogativi, occorrerebbe ridefinire il terreno sociale ed economico sul quale si manifestano le contraddizioni del nuovo millennio. Ciò richiederebbe, come ciascuno può ben comprendere, una ricerca di ampio respiro. Tuttavia non intendo esimermi dal sottolineare alcuni temi di scottante attualità che contraddicono la cultura dominante neoliberista. Quella cultura che è la matrice di tutte le teorie tendenti a dichiarare morto e sepolto il mondo del lavoro salariato, inesistenti le contraddizioni - vecchie e nuove - interne al modello di sviluppo capitalistico, assurdamente palingenetiche le richieste di un rinnovamento radicale delle società attuali, al punto tale da rendere obsoleta, se non risibile, l'esistenza stessa di una sinistra alternativa. In realtà tutto ci dice che siamo di fronte a una nuova fase critica del capitalismo su scala mondiale. Mutano i soggetti e la forma delle contraddizioni, ma rimane la sostanza della critica. Prima considerazione. Il mondo del lavoro. I dati parlano chiaro e in modo agghiacciante. Quando Marx era celebrato, copiato, vezzeggiato e usato da quasi tutta la cultura mondiale, i lavoratori salariati erano solo cento milioni. Adesso che l'intellettualità, cosiddetta moderna, si fa beffe dell'idea stessa dell'estensione del lavoro salariato, i lavoratori salariati sono passati da cento milioni a due miliardi. Seconda considerazione. Di questi due miliardi una parte rilevante è costituita da un miliardo e mezzo di nuovi lavoratori globali aventi diritti e salari minimi e mezzo miliardo di lavoratori dei paesi sviluppati aventi diritti e salari elevati. Terza considerazione. Si ripropone in una forma nuova la tesi di Marx sulla funzione dell’“esercito industriale di riserva” (i disoccupati) nel determinare contraddizioni interne al mondo del lavoro e indebolire l'azione degli occupati per più alti salari e per la difesa dei diritti sindacali. In tale contesto, la stessa flessibilità, oltre a trasformare la precarietà nel lavoro in precarietà di vita, contribuisce alla frammentazione delle classi lavoratrici e delle loro forme associative. Questa immane lotta tra i poveri su scala planetaria reca con sé nuovi conflitti sociali all'interno del popolo, determina una concorrenza cieca e senza esclusione di colpi di cui si alimentano tutte le nuove contraddizioni: da quelle legate agli attuali biblici movimenti migratori, ai temi stessi della sicurezza, su cui si fonda la scissione, anche nel voto, dello stesso operaio, tra la sua figura di produttore (che risponde ai sindacati) e quella di cittadino (che sente il richiamo della destra sui temi dell'immigrazione e della sicurezza). Un altro terreno su cui mutano i soggetti e la forma delle contraddizioni, ma non la sostanza della critica all'attuale stato di cose, è quello ecologico. Anche questo è un tema che è diventato banale, fino a sfumare in un conformismo riformistico che si infrange impotente contro le alte scogliere delle cittadelle fortificate dell'attuale modello di sviluppo. Ciò avviene perché non si è ancora compreso che occorre ripensare la nozione stessa di progresso, dal momento che viviamo le laceranti contraddizioni tra la necessità di uno sviluppo allargato all'intera umanità e l'esigenza della difesa della natura e dell'equilibrio ecologico del pianeta; tra tecnologia e occupazione; tra internazionalizzazione dei processi produttivi e accentramento delle sedi di decisione e di controllo; tra sovranazionalità e particolarismi e conflittualità etniche e religiose. E che dire del tema capitale su cui è nata la sinistra mondiale, quello della giustizia? Ormai tutti possono vedere che la più grande ingiustizia che sconvolge la comunità umana è il divario pauroso tra la ricchezza di pochi e l'abissale povertà della maggioranza degli uomini. Come non cogliere che tutto ciò non lo si risolve con la carità redistributiva - che pure è insufficiente - ma chiama in causa l'organizzazione economica e sociale, i modelli produttivi, di vita e di consumo, dei paesi più ricchi? Chi rappresenta tutto questo? Chi darà voce al mondo dei salariati, dei precari, ai nuovi soggetti figli dei drammi del nostro tempo? Ho visto che alla notizia della scomparsa della sinistra “radicale” dal Parlamento, alcuni commentatori si sono chiesti attoniti: ma ora chi rappresenterà le tensioni sociali? Correremo il rischio di manifestazioni violente? Il problema è ben più ampio. C’è da rappresentare un universo in movimento. Questo universo plurale e articolato non può essere compiutamente espresso né dalla sinistra radicale né da un riformismo pallido e appannato. Ci vuole una forza animata da una effettiva cultura di governo. Ma che abbia nello stesso tempo il senso e la dignità di un progetto autonomo. Ho più volte affermato di non avere alcuna nostalgia conservatrice per la vecchia sinistra e di non avere nemmeno alcuna prevenzione verso la formazione di un nuovo partito democratico, che si inscrivesse nell'area della sinistra, capace di fondere, attraverso una effettiva contaminazione ideale e politica i diversi riformismi della tradizione politica italiana. Ma a mio avviso si è scelta una scorciatoia sbagliata. Sarebbe stato meglio meno ma meglio. Quella ipotesi infatti, a mio parere, doveva essere favorita dal formarsi di una grande coalizione - soggetto politico - nella quale ogni componente, pur mantenendo, almeno all'inizio, la propria identità di partenza, fosse tuttavia ispirata dalla medesima tensione ideale e morale verso una politica profondamente rinnovata. Era l'idea della Carovana. Il “Grande Ulivo” incominciò a incarnare quella idea. In quella occasione uomini e donne che il muro ideologico della guerra fredda aveva divisi si ritrovarono dalla stessa parte, dando vita ad una effettiva esperienza unitaria di base. La rottura di quella esperienza perpetrata nel nome del primato dei vecchi partiti è stata un vero e proprio delitto politico. La formazione di un partito democratico che è rimasto isolato nel campo, ormai deserto, del vecchio centrosinistra ha fatto il resto. Rimane tutto intero il problema della rappresentanza politica di grandissima parte delle tensioni e delle aspirazioni che attraversano la nostra società. In questa situazione abbiamo davanti a noi due strade da percorrere. La prima è quella di dar vita, tra il Pd e le componenti residuali di una vecchia sinistra radicale, ad una nuova formazione politica che, muovendosi all'interno dell'orizzonte ideale del socialismo europeo, vada oltre le antiche appartenenze. Si tratterebbe di un'opera immane, che oltretutto sarebbe costretta a muoversi contro il senso comune semplificatorio che sta infuriando alla cieca sul sistema politico italiano. La semplificazione - da me più volte invocata - rispetto al proliferare di partitini che non hanno alcuna ragione storica al di fuori dell'autovalorizzazione dei loro apparati, è un conto; altro conto è l'autentica rappresentanza di un imperativo di riscatto morale e ideale che sale da una parte rilevante delle moderne società sviluppate. Se non ci poniamo il problema di questa ineludibile “rappresentanza”, tutto il sistema politico italiano rischia di precipitare in una crisi irreversibile e la stessa gigantesca opera compiuta dopo la Liberazione da Togliatti e da De Gasperi per far uscire le masse popolari italiane dal sovversivismo endemico di cui erano ancora prigioniere, verrebbe vanificata. Queste osservazioni mi suggeriscono l'ipotesi di un modello flessibile, insieme unitario e articolato. Un modello che si proponga l'obiettivo di costruire un nuovo centrosinistra. Qualcuno ha anche suggerito di riorganizzare la sinistra di cui sto parlando all'interno del Pd. Non mi faccio il segno della croce: anche questa seconda ipotesi potrebbe essere presa in considerazione. Tuttavia è da escludere un innesto di sinistra all'interno dell'attuale impostazione organizzativa, oltre che ideale e politica, del Pd. Anche in questo caso occorrerebbe un modello flessibile, insieme unitario e articolato. Qualcosa che sia una sintesi più alta tra l'attuale Partito democratico e l'esperienza del “Grande Ulivo”. Ma anche tale ipotesi richiederebbe un ripensamento collettivo delle prospettive strategiche dell'insieme dell'area di centrosinistra. Lo stesso Pd, o ha un'ipotesi che riguarda l'insieme delle forze di centrosinistra, oppure da solo, come si è visto, non va da alcuna parte. Il gruppo dirigente del Pd, invece di pensare di reclutare, dopo la comune sconfitta di tutto il centrosinistra, piccole pattuglie di sbandati, dovrebbe avere la forza politica e morale dei momenti storici cruciali. Una forza che non si affida alle rese dei conti dentro la nomenclatura, che lasciano il tempo che trovano, ma che si pone il problema effettivo di un ripensamento generale. Ciò comporterebbe la decisione di dar vita a una seconda costituente del Partito democratico e del nuovo centrosinistra. Tuttavia in entrambi i casi, sia in quello dell'immediata formazione di un nuovo partito di sinistra, sia in quello di una flessibile e articolata ricostruzione del “Grande Ulivo”, non si potrà prescindere dalla presenza di una grande sinistra democratica e popolare. |
La Stampa 13 Giugno 2008 ha scritto: |
ASSEMBLEA
Appello per salvare l’Espace populaire Si parlerà di strategie future nell’assemblea dei soci del circolo Arci Saperi e sapori, domani alle 16 all’Espace in via Mochet ad Aosta. Corsi, conferenze, concerti all’Espace populaire hanno avuto due mesi in cui la terra è sembrata mancare sotto i piedi, accentuando la collaborazione attiva di quanti hanno continuato a dare gratuitamente il proprio contributo culturale. «Giornalisti di fama sono stati protagonisti dei nostri incontri a costo zero» spiega Roberto Mancini, mentre Beppe Barbera si è impegnato in prima persona e ha coinvolto amici jazzisti «per aiutare questo posto che mette a disposizione anche un pianoforte, cosa che non molti locali fanno». Gli sforzi però non bastavano, il volontariato non paga i debiti. La cooperativa Rosso Piccante che gestisce ristorante e bar non riusciva a colmare i 50 mila euro di debiti cumulati. «Da quel punto di vista è diventato socio anche il consorzio Trait d’union - spiega Sandro Bortot, consigliere regionale uscente dell’Arcobaleno, che versava gran parte dello stipendio all’Espace -. Il consorzio ha contribuito con 20 mila euro e ha dato suggerimenti per la gestione del bar e del ristorante, primo fra tutti il cambiamento da cooperativa di lavoro a sociale: come eravamo gestiti prima, non potevamo aumentare i soci se non moltiplicando i dipendenti». Ora invece si apre anche la possibilità di coinvolgere lavoratori disabili. «Facciamo di tutto per difendere questo baluardo della cultura libera - dice il presidente di Saperi e Sapori, Gabriele Scattolin -. Ma servono idee e una maggior partecipazione da parte dei soci. Stiamo lanciando la “Campagna dei 100 contribuenti”: serviranno un centinaio di soci che siano disposti a versare ogni mese anche 30 o 50 euro per coprire le spese d’affitto della struttura». |
Corrado Olivotto ha scritto: |
Bella questa coscienza di sè.
Se anche la sinistra istituzionale ha di sè stessa questa immagine pensate un po’ quale immagine ne possano avere quelli che tribulano ad arrivare a fine mese. Ho già pubblicato due volte (già troppo) un lungo post di commento della condizione attuale della sinistra italiana e valdostana. Mi piacerebbe che chi fa tanto l’ideologo commentasse le mie parole. Magari senza atteggiarsi a un SUSLOV de chez nous. Ciao. ———————- Anzi, a uso e consumo di chi legge faccio che riportare qui il mio intervento, non odiatemi. Corrado. ———————- Corrado Olivotto - Aosta 17 Giugno, 2008 alle 21:44 uh uh uh uh uh Com’è che giorgiobruscia perde le staffe? Forse che il mio amico Bakunin ha colpito nel segno? Non condivido l’impostazione sovversiva fine a se stessa degli anarchici odierni, né condivido il loro totale rifiuto della politica delegata. Concordo però, io marxista Luxembourghiano, con il ribrezzo che i seguaci di Bakunin, Kropotkin e Proudhon provano per chi sta nelle stanze del potere e per chi anela ad entrarvi. Mi perdoneranno , Donzel ed il suo fido servitore se dopo aver passato la mia gioventù nel PCI, nel PCI di Berlinguer, non riesco a vedere il volto del grande Enrico dietro alle loro facce. Dopo l’affossamento del PCI ad opera di una classe dirigente (e non della base) preoccupata di legittimarsi di fronte alla borghesia; dopo la fondazione di un partitino estremista che voleva rifondare un comunismo che non ha nessun bisogno di essere rifondato perché continua ad esistere; dopo la costruzione di un PdCI che si è usurpato il simbolo del PCI ma che è solo espressione di quella corrente filosovietica e brezneviana che ha il suo massimo esponente nello stalinista Marco Rizzo; dopo aver sciolto anche il PDS-DS in un calderone che ha assunto a proprio modello i miliardari americani del Democratic Party; DOPO TUTTO QUESTO … ora un quasi sconosciuto Donzel, una improbabile impiegata di patronato e qualche personaggio pescato dalla società civile, vorrebbero insegnarci cosa significa essere di sinistra? Un po’ più di modestia non guasterebbe, anche alla luce dei risultati elettorali. Con una sinistra ridotta a un PD brutta copia del partito clintoniano, con un PRC che ormai è solo più la fotocopia sbiadita di Dem.Prol., con un PdCI che cossuttianamente (o togliattianamente) predica il verbo proletario in lingua terzinternazionalista per poi sposare i governi borghesi in nome del realismo democratico e della teoria dei piccoli passi, che deve fare la povera gente? Affidersi ai nuovi penosi leaders che desiderano prendere il posto di quelli vecchi nelle stanze dove si guadagna e si decide? Rifugiarsi in aride certezze tracciando crocette piene di fede su falci e martelli che ormai sono solo poco più che vuoti crocifissi senza significato? Annullare le schede, e non votare proprio, in nome di una dignità operaia che ancora non è morta ma che non ha possibilità di esprimere il proprio grido di dolore? NO CARI VOI. Di fronte a cotale sinistra purulenta, e ad una realtà sindacale ormai istituzionalizzata che non rappresenta più nessuno ma gestisce il mondo del lavoro per conto del potere, l’unica scelta possibile è l’azione diretta. Che la gente si riappropri del proprio destino. Che in tutti i luoghi di lavoro nascano coordinamenti autoconvocati che si impongano come interlocutori a fianco (o magari al posto) dei sindacati di regime. Che nel corpo sociale nascano istanze di base in ogni campo che spingano le malate rappresentanze istituzionali nelle direzioni più giuste. Che l’inevitabile rappresentanza istituzionale possa sentire quotidianamente sul collo il fiato dei propri elettori. Io, dove lavoro, mi sto impegnando, se un giorno saremo tanti dovrete starci a sentire. E non sporcate il nome di Enrico Berlinguer, vipere, progenie di vipere, sepolcri imbiancati. Corrado Olivotto – Aosta |
giorgio ha scritto: |
Ho fatto una scelta precisa! Non risponderò più a certi personaggi che si qualificano da soli scrivendo delle immani idiozie, all'interno di un blog ufficiale come quello del segretario del Pd. Un blog simile non merita la presenza di polemisti di professione che, con la scusa di una loro presunta appartenenza alla sinistra si sentono in dovere di sporcare luoghi preposti a discussioni costruttive, a sintesi e a colloqui di una certa apertura...con emerite stupidaggini. Certo che prendendomi questo impegno di smascherare questi signori, troverò sempre colui che in "cauda venenum" vorrà dire la sua, sempre e comunque. E' un rischio che accetto con la speranza di potermi controllare e rimanere così nel consentito di una netiquette forumistica. A volte, e mi riferisco al succitato Corrado Olivotto, non si risponde per un motivo ben preciso! E questo, può essere un bene per chi è chiamato in causa , ma anche per quell’interlocutore che credendosi un padreterno potrebbe subire un duro contraccolpo nell’apprendere che è e rimane un semplice quaquaraquà . Non sto a precisarne il significato, ormai ne parlano tutti persino in Sicilia. Vediamo... la mania compulsiva dello scrivere in molte persone è elevata, un pò come quella che Italo Calvino raccontò, a proposito della fretta, in una antica storia cinese, di un virtuoso del disegno. Riporto non ad uso e consumo di chi legge, ma per cultura generale, visto che Corrado si ritiene un virtuoso dello scrivere: «Tra le molte virtù di Chuang - Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno d’un granchio, Chuang - Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di tempo e d’una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. “Ho bisogno di altri cinque anni” disse Chuang - Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei dieci anni Chuang - Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto”. » Questo per dirti, primo che stai correndo troppo caro Corrado, e secondo per fare una piccola disamina della tua vita pubblica. Basta poco qualche click qua e là, un pò di memoria da frequentatore di blog e.... Sei dappertutto, sei dovunque ci sia qualcosa da criticare stante, come dici tu, la tua mortificante esperienza di uomo di sinistra. E non solo, ma anche di sindacalista. Hai battuto ogni luogo, ogni sito, sei andato in cerca dovunque e in ogni dove, per dire tutto e il contrario di tutto e scaricare il tuo livore per quello che non può più essere il tuo mondo. A me pare che la tua storia sia molto tormentata, soprattutto quella politica. Ricordo ancora le memorabili stronzate che scrivevi sul forum di Caveri, quando con tutte le tue forze lo blandivi e via via in un crescendo rossiniano ti esaltavi sino all'inverosimile. Eri diventato un suo "ascaro". Ben altro dal sottoscritto che tu hai descritto come fido servitore. Uno come te che cercava di dare le "dritte"...anche a Caveri e insegnargli a fare politica. Diciamola tutta, alla fine, alla chiusura del blog di Caveri la tua presenza era vista con terrore anche dai tuoi stessi compagni di merende... Rivedo i tuoi viaggi a Bologna nel 1978 per prendere conoscenza di cosa fosse una città amministrata dai “rossi”, rileggo la tua lettera denuncia: “ Perché ho lasciato il sindacato” dove chiedi disperatamente a chi ti volesse dare un indirizzo e-mail di spiegare perché eri uscito definitivamente dal sindacato confederale. Ho sotto gli occhi il Forum: “Convenzione per lo Statuto” dove esprimi anche qui pareri autorevoli sulla revisione dei contenuti dell'autonomia regionale e dei suoi presupposti. Sorvolo sulle tue comparsate sul blog di Eddy Ottoz, come: “Perché sono accusato di essere uno di destra (e un po' è vero) e questo inquina il giudizio sui miei commenti. Se io critico il buffo governo Prodi le mie parole sono accolte con un sorrisetti che sottintende: "eh, cosa volevi che dicesse ...". Comunque il giudizio è abbastanza scontato, sono dei pagliacci. Ciao. Corrado Olivotto Mi si spalanca poi di meraviglia la bocca quando ti leggo tutto intento a dire la tua anche a Rosy Bindi e avversare come consuetudine, i tuoi tormenti notturni, la tua ossessione, rimproverandola dall’alto della tua autorevolezza, a che sia servito entrare nel Pd, rinfacciandole che anche qui su questa scelta, avevi ragione tu ed era meglio stare con Giovanardi e Buttiglione. L’ultima tua frase poi è come sempre significativa: I comunisti non cambiano ragazzi, sono e restano autoritari. Eh sì Corrado Olivotto, alias Bakunin e chissà quanti altri alias visto che sei in possesso di svariati indirizzi mail, persino come quello del Comune di Aosta ( ..............). Vero che tu ora sei uno di quelli favorevoli a punire i fannulloni che approfittano delle risorse dell’azienda dove lavora?! E come ossimoro, vai a disquisire sulla: La moralità dei «padroni» di Stefano Doroni, dove? Sul blog ragionpolitica.it del PdL di Berlusconi…naturalmente. Sì insomma, tu non puoi essere una persona credibile, e quello che mi stupisce e che ancora tu possa scrivere, come dicono i calabresi, minchiate a ripetizione credendoti il padreterno. Quello che mi stupisce e che tu ancora pretendi di dire la tua e ti arrabbi quando qualcuno ti smaschera per quello che sei. L'ho detto sopra e lo ripeto: un quaquaraquà. |
Mikhail Bakunin 20 Giugno, 2008 alle 11:27 ha scritto: | ||||
in prospettiva, siccome non esiste nè l’opzione 1 (per manifesta incapacità di questa becera classe dirigente ad elaborare un qualche programma che così si possa chiamare) nè la 2 (per mancanza cronica, per fortuna, di “pelo” sullo stomaco, alla rol, tanto per intenderci), mi pare abbastanza chiaro che non esiste neanche la prospettiva…. cordialmente mikhail |
Corrado Olivotto ha scritto: |
[…]Dopo l’affossamento del PCI ad opera di una classe dirigente (e non della base) preoccupata di legittimarsi di fronte alla borghesia; dopo la fondazione di un partitino estremista che voleva rifondare un comunismo che non ha nessun bisogno di essere rifondato perché continua ad esistere; dopo la costruzione di un PdCI che si è usurpato il simbolo del PCI ma che è solo espressione di quella corrente filosovietica e brezneviana che ha il suo massimo esponente nello stalinista Marco Rizzo; dopo aver sciolto anche il PDS-DS in un calderone che ha assunto a proprio modello i miliardari americani del Democratic Party; DOPO TUTTO QUESTO ora un quasi sconosciuto Donzel,una improbabile impiegata di patronato e qualche personaggio pescato dalla società civile vorrebbero insegnarci cosa significa essere di sinistra? Un po’ più di modestia non guasterebbe, anche alla luce dei risultati elettorali. Con una sinistra ridotta a un PD brutta copia del partito clintoniano, con un PRC che ormai è solo più la fotocopia sbiadita di Dem.Prol., con un PdCI che cossuttianamente (o togliattianamente) predica il verbo proletario in lingua terzinternazionalista per poi sposare i governi borghesi in nome del realismo democratico e della teoria dei piccoli passi, che deve fare la povera gente? Affidarsi ai nuovi penosi leaders che desiderano prendere il posto di quelli vecchi nelle stanze dove si guadagna e si decide? Rifugiarsi in aride certezze tracciando crocette piene di fede su falci e martelli che ormai sono solo poco più che vuoti crocifissi senza significato? Annullare le schede, e non votare proprio, in nome di una dignità operaia che ancora non è morta ma che non ha possibilità di esprimere il proprio grido di dolore? NO CARI VOI […] |
ANSA Valle d'Aosta
Data: 20/12/2006 12.09 ha scritto: | |
(ANSA) DS-GV: AREA DEMOCRATICA COME SPAZIO APERTO DISCUSSIONE - AOSTA - Uno spazio aperto di discussione, un luogo di costruzione ed elaborazione critica del programma dei Democratici di Sinistra-Gauche Valdotaine. E' la definizione, secondo statuto, di “Area Democratica” , associazione di tendenza politica e culturale che è stata presentata oggi agli organi di informazione. "Area democratica" - ha spiegato il portavoce, Emilio Zambon, è nata per dare una risposta al quesito« La passione politica e' finita?» La risposta, almeno per noi, è stata negativa. C' é disaffezione verso la politica, ma la passione, quella vera, “non sparisce". Co-fondatori dell'associazione, aperta ad iscritti e non, ai Ds-Gv (costo simbolico un euro), sono Giorgio Bruscia, Raimondo Donzel e Paolo Gianfranceschi. Come recita lo statuto, "Area democratica intende realizzare concretamente il progetto di saldatura tra iscritti, militanti e società civile, superando le barriere che oggi separano i partiti dai cittadini e dalle persone, favorendo la tolleranza nei confronti di pluralità politiche che tendono alla vivacità del dibattito interno al partito". Per "favorire la discussione e coinvolgere maggiormente i giovani nel dibattito politico" è stato anche aperto un blog all'indirizzo (ANSA). |
giorgio ha scritto: | ||
Eccolo qui il rivoluzionario al prosciutto cotto, l’anarchico che innesca bomboloni alla crema e che, pentito e voltagabbana - dice di essere stato del Pci, ma se n’è andato, era un sindacalista ed è fuoriuscito dalla Confederazione - pubblica anche questa settimana uno sconcertante presupposto, l’assunto cioè sulla permanenza in Valle d’Aosta, di una sinistra politica, dal titolo: Aiuto, i soliti rossi! Il commento intelligente è affidato a Corrado. Il quale in uno stralcio che ho prelevato dal blog di Raimondo Donzel, svolge secondo suo stile il seguente ragionamento: “Come è possibile che in Valle d’ Aosta esista ancora una sinistra, dal momento che dalla sinistra io me ne sono andato?” Il Corrado, nella sua amarezza, appare sincero: considera la sopravvivenza della sinistra come uno sgarbo personale, e forse conoscendolo, non è da scartare del tutto l’ipotesi che qualche decina di migliaia di Valdostani abbia deciso di restare di sinistra al solo scopo di nuocergli. So che è difficile, ma suggerisco a Corrado e ai suoi alias, di non incaponirsi, e di recedere dal suo pur comprensibile risentimento. Non so se può confortarla caro Corrado, ma anche a chi scrive è accaduto di dover sottostare a un analogo, incredibile oltraggio. Qualche anno fa, me ne andai da Torino, Ebbene, mi dicono che Torino, nonostante la mia assenza, ci sia ancora. Pur se a malincuore, me ne sono dovuto fare una ragione. Coraggio, Corrado. Può farcela anche lei. |
Citazione: |
PD: VELINA ROSSA DIFENDE 'RED', NON METTE IN DISCUSSIONE LA SEGRETERIA
(ANSA) - Roma, 24 giu - Mentre ' ReD ', l'associazione 'Riformisti e Democratici ' all'interno del Pd si presenta pubblicamente e altrettanto pubblicamente riceve le critiche per essere una nuova corrente, anzi un 'correntone' dalemiano, la Velina Rossa (l'agenzia di area ex Ds) scende in campo per difendere la nuova associazione. ''Si vuole per forza parlare male dell'Associazione Red, mentre non viene messa in discussione la segreteria del partito '' sottolinea la Velina che poi aggiunge: ''Siamo stanchi di ripetere che mai come in questo momento il confronto politico deve ampliarsi e comprendere nuove forze politiche, che possano veramente far superare l'impasse e mettere in discussione su fatti concreti il governo Berlusconi ''. |
freeoliver ha scritto: |
Sig. Giorgio Bruscia
se mi consente di parlare ancora una volta lasciando da parte la polemica che è nata a seguito della mia provocazione dell'altra volta,vorrei dire che: 1) vengo dalla storia del PCI, mi ci sono iscritto nel 1979 e ci sono rimasto fino allo scioglimento; 2) mio nonno mi ha avviato su questa strada politica dopo aver vissuto una vita piena di difficoltà a causa delle sue idee; 3) mi sono formato politicamente nella FGCI di D'Alema e nel PCI di Berlinguer, i valori ed i principi imparati allora non mi hanno mai abbandonato. Le chiedo una cortesia a nome anche di altri ex PCI con cui parlo frequentemente: potrebbe togliere dal suo profilo l'avatar con l'immagine di Enrico Berlinguer? Mi creda, non è un fatto personale, ma tale figura non le appartiene, appartiene invece a tutti noi che lo abbiamo conosciuto (io ad esempio l'ho conosciuto ad una festa nazionale dell'Unità di Milano). Un po' questa sua appropriazione ci offende. Grazie e ... non me ne voglia. Corrado Olivotto |
freeoliver ha scritto: |
Sig. Giorgio Bruscia
se mi consente di parlare ancora una volta lasciando da parte la polemica che è nata a seguito della mia provocazione dell'altra volta,vorrei dire che: 1) vengo dalla storia del PCI, mi ci sono iscritto nel 1979 e ci sono rimasto fino allo scioglimento; 2) mio nonno mi ha avviato su questa strada politica dopo aver vissuto una vita piena di difficoltà a causa delle sue idee; 3) mi sono formato politicamente nella FGCI di D'Alema e nel PCI di Berlinguer, i valori ed i principi imparati allora non mi hanno mai abbandonato. Le chiedo una cortesia a nome anche di altri ex PCI con cui parlo frequentemente: potrebbe togliere dal suo profilo l'avatar con l'immagine di Enrico Berlinguer? Mi creda, non è un fatto personale, ma tale figura non le appartiene, appartiene invece a tutti noi che lo abbiamo conosciuto (io ad esempio l'ho conosciuto ad una festa nazionale dell'Unità di Milano). Un po' questa sua appropriazione ci offende. Grazie e ... non me ne voglia. Corrado Olivotto |
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Aostasera.it 21/07/2008 ha scritto: |
Festa del PD
Un migliaio di persone alla festa del PD nel primo fine settimana Champdepraz - Moderatamente soddisfatti i responsabili della prima festa regionale del PD di Champdepraz. Nei primi 4 giorni di manifestazione – dal 17 al 20 luglio – sono passate sotto le strutture all’aperto del partito, in località Le Sale, circa 1000 persone. Festa del PD Esprimono moderata soddisfazione i responsabili della prima festa regionale del PD di Champdepraz. Nei primi 4 giorni di manifestazione – dal 17 al 20 luglio – sono passate sotto le strutture all’aperto del partito, in località Le Sale, circa 1000 persone, una media di poco meno di 300 coperti a serata. “Il nostro è un bilancio per ora positivo – ha spiegato Franco Contratto, responsabile della festa nonché consigliere comunale a Champdepraz – tenuto conto che i 25 volontari che lavorano alla buona riuscita della manifestazione hanno arrostito 8 quintali di costine, fritto 300 Kili di patate fritte e 100 di salamelle”. Secondo gli organizzatori, quindi, i valdostani hanno reagito bene al cambio di denominazione, da festa dell’unità a festa del PD, per cui non si sono registrati cali di affluenza. I tempi, però, sono ancora prematuri per dire se i numeri, nel complesso, saranno stabili e soprattutto se questa manifestazione porterà nelle casse del PD della Valle d’Aosta risorse economiche per organizzare nuove iniziative sul territorio. La festa del PD riaprirà, quindi, nel prossimo fine settimana: da venerdì 25 a domenica 27 luglio. In particolare venerdì è previsto un dibattito sull’informazione coordinato da Giovanna Zanchi. di Nathalie Grange |
paolog ha scritto: |
Cari compagni e amici, vorrei farvi presente, con la mia solita immediatezza che ben noti "surfisti" e voltagabbana, che incrollabilmente parcheggiano nella gauche valdotaine(?), vogliono fare non la cosidetta Festa dell'Unità, ma la "festa" al Partito Democratico e in particolare al suo massimo rappresentante, il Segretario Raimondo Donzel.
Vi ricordate la gauche... quel "piccolo mondo antico"... quasi un mondo a sè stante, insomma una famiglia che incurante della realtà per lei l'importante era vincere? Dove vincere significava che era sufficiente prevalere in congresso, essere cioè maggioranza nelle direzioni e in segreteria, per poter decidere in seguito la strategia politica e le alleanze vagheggiate? Ecco stò parlando di questo, stò parlando del luogo irreale dove si sono ritrovati i "maggiorenti" (si fà per dire)...tutti assieme amichevolmente, pronti a rifare la g.v., pur di non perdere nemmeno i loro piccoli privilegi acquisiti; e dei loro santoni quelli della politica dei 4 amici al bar, dei trombati che millantavano voti a gò-gò, e che sventolando sondaggi, che finanziariamente abbiamo scoperto essere messi a carico del PD, parlavano come "guru" ai propri discepoli creduloni, di vittorie e nuove alleanze in Regione. Ora questi signori ritornati pesantemente con i piedi per terra, vanno in giro tra vecchi compagni e amici di merende, a seminare zizzania, vento... snobbando le nostre feste, parlando male di tutto lo staff del nuovo PD, accusando tutto e tutti di scarsa preparazione politica, insinuando anche che il segretario voglia licenziare gli unici due lavoratori che operano in sede P.D. , e chi più ne ha ne metta. Rammentiamo loro i doveri, le regole, l'etica politica che hanno sottoscritto e abbracciato al momento della loro iscrizione e partecipazione personale al PD. Richiamiamo alla loro memoria, forse ora un pò gracile che non potranno più, una volta membri del PD, cambiare a colpi di maggioranza (noi la memoria l'abbiamo buona) lo Statuto del Partito Nazionale. Infine dovranno tenere conto della vecchia massima popolare che avverte:"chi semina vento raccoglie tempesta." |
Citazione: |
« Visto che hai centrato il nocciolo della disamina voglio farti una domanda: sai cos’è il nocciolo centrale d’inerzia? Se non sei ingegnere, geometra o architetto, ti voglio ricordare che il nocciolo centrale d’inerzia, è definito come la zona in cui deve cadere il carico per avere sollecitazioni di tipo omogeneo, per cui la sezione risulta o tutta compressione o tutta trazione, in altre parole il nocciolo centrale d’inerzia è il luogo geometrico dei punti che hanno l’asse neutro esterno o tangente alla sezione. Come è noto la muratura non resiste a trazione quindi è importantissimo che “ l’asse neutro” sia fuori dalla sezione muraria, cioè il centro di sollecitazione a compressione sia interno ad una zona di sezione tale che i rispettivi assi neutri siano esterni od al più, tangenti e non secanti la sezione. Quindi, lascio a te risolvere il dilemma se nel nostro partito ci sia più trazione che compressione o viceversa. Oppure se, dopo avere inferto alla sinistra riformista un disastro edilizio (partitico), i “vecchi imprenditori” non vogliano prendersi le proprie responsabilità e cerchino disperatamente di riversare sull’ultimo arrivato tutti gli errori compiuti. Dopo aver lasciato crollare la “costruzione” per i loro calcoli sbagliati, oggi si dilettano al gioco del cerino. Tra l’altro la correttezza dei calcoli e nel caso del Pd VdA la correttezza istituzionale, è diventata carta straccia, grazie ad alcuni maggiorenti per diritto familiare. E non è la prima volta che si fa uso di questi misurati espedienti o di calcolati stratagemmi per risolvere problemi interni, in sostanza un vero e proprio “modus operandi”. Anche io sono molto curioso di capire a rigor di logica, il riferimento alle “componenti” appurato che un intervistato, ha fatto un chiaro richiamo ad esse. E’ anche fuor di dubbio che in lingua italiana “componenti” non sono sinonimi di “correnti”. In politica una corrente politica è un’aggregazione, stabile o temporanea, di esponenti politici la cui comunanza di intenti ed istanze non sia formalizzabile (ovvero non si intenda formalizzare) nella strutturazione tipica in partito pubblico. DS, La Margherita, Alé Vallée, erano partiti pubblici confluiti nel Pd. Dunque! Io, naif della politica, credo di avere capito che, le scelte in politica sono di carattere etico, e non estetico. Ovvero, coloro che pensano, e sono parecchi, che le scelte politiche siano di carattere estetico sono appunto di solito legati alla concezione che il politico ha delle doti naturali ereditarie, come un musicista o un artista in genere, e finiscono per l’accettare una teoria dell’ élite, espressione della classe dirigente o altro, e fatalmente per trovarsi ideologicamente impegnati contro la democrazia e a favore del governo dei migliori. Questa posizione elitaria, già della mozione 1 noi l’abbiamo combattuta e sconfitta a Quart nel 2004, con l’aggregazione di tutta la base e dei peones. Chi c’era si ricorderà. Questa realtà storica qualcuno e qualcuna degli attuali maggiorenti del partito dovrebbe rammentarla. Dovrebbero iniziare a pensare perché oggi si stiano apprestando a fare a parti invertite lo stesso gioco, alleandosi con personaggi che fino a ieri avevano osteggiato e affrontato battendoli sul piano dei programmi con una lotta altamente democratica ». |
rocky ha scritto: |
Come al solito non hai capito un..." ***** ". Ho detto che prima si fa il programma poi si decidono le alleanzequindi datti una regolata e pigliati una camomilla che se no rischi di prenderti un infarto.Io non voglio salire sul carro di nessuno sara il partito a decideresu quale carro salire .I nomi che tu hai fatto fanno parte integrante del pd possiamo avere idee diverse ma non deve mai mancare il rispetto cosa che probabimente ha 74 anni non hai ancora imparato.buona fortuna e curati |
rocky ha scritto: |
vorrei ricordare a fausto coppi che è vero che ho parlato di valutare con attenzione la nostra posizione al comune di aosta oltre tutto non sono io che deciderò con quale alleanza stare ma sarà il partito a decidere.Credo però che prima sia importante costruire il programma per le prossime comunali e poi confrontarci con le forze politiche per vedere chi di queste forze condivide il nostro programma.credo invece pre ciò che riguarda le alleanze ci sia tutto il tempo per far le giuste considerazioni.anche se devo dire che in regione non si è partiti col piede giusto non si può riunire l'alleanza e decidere determinate strategie e poi il giorno dopo una di queste forze poliche ci ripensa e fa ciò che vuole cosi come è successo riguardo le ineggibilità dove si fà passare questa iniziativa sia stata presa da liberi cittadini poi leggendo i nomi si sa benissimo che cosi non è però credo che un appoggio morale il nostro partito avrebbe potuto darlo anziche fare il gioco di quacuno.Il gioco è chiaro far notare a tutti che il nostro partito non aderisce a queste iniziative perchè si sta riavvicinando all'union valdotaine credo che il segretario su la scelta di non partecipare a questa iniziativa avrebbe dovuto sui giornali spiegarne le motivazioni sarebbe stato meglio anche per far tacere una volta per tutte le falsita che si stanno dicendo in giro riguardo il nostro partito. |
Vanni ha scritto: |
Inviato: Dom Mar 30, 2008 11:37 am Per quanto mi riguarda, io ero e sono la dove sono convinto di dover essere in virtù degli incarichi che mi sono stati affidati. Vale a dire a lavorare, nel silenzio personale, affinchè ciò che tutti insieme vogliamo realizzare, abbia modo di accadere! La risposta spetta a tutti, coralmente, con il lavoro. Anche perchè ciò che deve interessarci non è tanto l'attacco al segretario, ma piuttosto alla prospettiva politica che insieme e in grande numero ci siamo dati, tutti. Vanni |
giorgio ha scritto: |
" Constato che non sono l'unico a vedere che in Valle d'Aosta a seconda dell'interesse personale privato (che qualcuno si sforza di far coincidere con quello dell'UV, ma vale anche per i DS che conosco meglio), si applicano metri di misura diversi. Pensate alla Giunta del Comune di Aosta, che ha sempre avuto il plauso del Segretario regionale dei DS e che per assecondare la Stella ALpina ha prima modificato il regolamento che prevedeva cinque assessori creando un sesto assessorato per Delio Donzel. Poi quando Baccega è passato da Fédération a Stella Alpina s'è detto che la squadra lavorava sul programma (sempre col plauso del Segretario dei DS) e si è avvallata una Giunta dove la Stella Alpina sembra il partito di maggioranza relativa del Comune (che lo stia diventando?). Ecco perché serve trasparenza. Sempre, anche se c'è un prezzo da pagare. Ecco perché anche il caso Vezza merita di essere letto con la necessità di più trasparenza nei comuni rispetto alle candidature e al loro significato politico. Certo prima e non dopo le elezioni come atto di ritorsione. Destra e Sinistra o centro destra e centro sinistra sono parole che devono significare qualcosa anche in Valle d'Aosta." |
bruno courthoud ha scritto: |
scusate se intervengo, ma, quale osservatore esterno, non riesco proprio più a raccapezzarmi. Mi pareva di aver a suo tempo capito, fin dalla costituzione del nuovo PD (e avevo chiesto chiarimenti in tal senso), che la collaborazione in comune di Aosta (caso più clamoroso), tra UV e nuovo PD dovesse protrarsi solo fino alla fine della legislatura comunale (anno 2000) perché interromperla avrebbe significato rompere il patto con gli elettori stipulato a inizio legislatura (anno 2005). Credo di non essere il solo ad aver dato fiducia al nuovo PD alle regionali ANCHE e soprattutto su questo presupposto. E' infatti evidente che una collaborazione con l'UV in Comune di Aosta (o meglio in tutti i comuni dove ciò avviene) e una opposizione in Regione sono politicamente incompatibili, al di là di ogni possibile vantaggio immediato e contingente, e al di là di ogni possibile programma (l'UV detterà il suo, naturalmente). Non capisco pertanto perché il problema si riproponga ora, in prossimità delle prossime elezioni comunali. E' scontato che persone come me (ma credo di non essere il solo) non rinnoveranno il loro appoggio al PD (non più nuovo PD) qualora dovesse prevalere un'ipotesi esclusivamente opportunistica di alleanza con l'UV. Un PD = exDS infatti non mi interessa minimamente, così come non mi interessano minimamente le vostre diatribe interne (e credo di non essere il solo). Questo regime infatti (perché di regime si tratta) non ha bisogno di puntelli, ne ha già abbastanza.
Grazie e chiedo scusa. bruno courthoud |
Aostaviva ha scritto: |
La Cervino SpA
In mani pubbliche Poche affermazioni dell’ex presidente della Regione (Luciano Caveri) furono da noi integralmente condivise; tra queste quella del 3 settembre 2007 che viene di seguito riportata integralmente così come diffusa dalle agenzie di stampa; diceva dunque Caveri a proposito della Cervino SpA, all’uscita di una riunione con il Presidente della Cervino SpA Mario Cravetto, cui avevano preso parte anche gli assessori Marguerettaz e Pastoret: «la nostra decisione di non acquistare una delle poche società degli impianti rimasta quasi totalmente in mano privata nasce dalla volontà di lasciare agire il libero mercato e dalla constatazione che il 'cash flow' (il flusso di cassa generato dalla vendita, in questo caso, degli ski pass, n.d.r.) giustifica e motiva l'intervento di un privato». Questa stessa volontà (per la verità un po’ mitigata dal politichese) traspariva dalla lettura del programma elettorale della Coalizione del Centro autonomista, che ha ottenuto il 25 maggio scorso un grande consenso da parte dell’elettorato: “Si dovrà inoltre pensare alla nascita di una holding che riunisca le stazioni di impianti a fune a prevalente capitale pubblico; dedicare attenzione alle due stazioni a capitale privato, Breuil-Cervinia e Courmayeur e tutelare i piccoli comprensori a vocazione sociale” Forte è stato quindi il nostro stupore nell’apprendere che l'8 agosto la Giunta regionale (è pur vero che è cambiato il manovratore e che i due assessori hanno mutato i loro orizzonti) ha deciso l’acquisto tramite Finaosta delle quote di Mario Cavetto. Dedicare attenzione, per il nostro Governo regionale, vuol dire in realtà, comperare. Il libero mercato non interessa più. Sugli eventuali vantaggi di tale operazione, tra l’altro, persistono in noi forti perplessità: la Società era in vendita da più di un anno; non pare godere di splendida salute, anzi, presenta una forte crisi di liquidità; richiede forti investimenti, il cui rientro non è ipotizzabile a breve o medio termine; 26 milioni dei nostri soldi (oltre 50 miliardi delle vecchie lire) saranno investiti per portare un ulteriore carrozzone nell’ambito pubblico. Il nuovo corso dell’attuale Giunta si rivela ancora una volta non differire in nulla dalle vecchie ed esecrabili pratiche di precedenti governi. Aosta, 8 agosto Mariuolo |
Citazione: |
Pubblicato 11 Agosto, 2008
Da “La Stampa Valle d’Aosta” del 10 agosto 2008 DONZEL: “IL SALVATAGGIO DELLO SCI A CERVINIA DIMOSTRA CHE LA POLITICA NON CAMBIA” «Questa è la vecchia politica, quella degli spizzichi e bocconi, ma quando si saprà la strategia per il futuro e si smetterà con gli interventi di emergenza?». Raimondo Donzel, leader Pd e consigliere regionale, critica l’intervento della Regione per il salvataggio delle funivie di Cervinia. Tre milioni per l’acquisto della maggioranza della società degli impianti di sci di una delle stazioni più prestigiose dell’arco alpino. Donzel insiste: «Tutto appare vecchio, anche il solito giro di poltrone nell’Amministrazione. Qualche cosina di nuovo si è visto negli uffici della presidenza, il resto appare immutato e immutabile». Il «caso Cervinia» è per Donzel emblematico. «E’ ovvio - dice - che tutti vorrebbero salvare lo sci del Breuil, ci mancherebbe altro, ma il problema è il come. La Regione interviene come sempre e non lascia gli spazi ai privati. Si poteva tentare prima il coinvolgimento del Consorzio degli operatori turistici, poi l’intervento pubblico. Adesso invece quale potrebbe essere il ruolo dei privati? Più che aspettare che la Regione rifaccia impianti vecchi stando seduti in un bar, non vedo che cosa possano fare. Poi seguiranno le perdite astronomiche, quindi interventi tampone e via così come un copione più che visto». Il segretario del Pd sottolinea l’intervento di «Comune e Comunità montane, cioè ancora Regione». Sentenzia: «Così non si va da nessuna parte, manca ciò che ci si aspetta e cioè una scelta di controtendenza che spinga l’iniziativa privata lasciandole la possibilità di avere un ruolo da protagonista e non da comprimaria. Gli esempi proprio dei consorzi di operatori turistici che in prima persona gestiscono gli impianti ci sono nell’arco alpino. Penso ad esempio a Kitzbuhel». |
Giovanni Bachelet ha scritto: |
[...] Il neodeputato Pd guarda l’orologio e, vedendo che il suo intervento si avvicina, si chiede che cosa sottolineare nel tempo che gli è concesso. Forse, visto che molti organizzatori sono vecchi amici e nel pubblico la stragrande maggioranza è di elettori o fondatori del Pd (molti dei quali, alle primarie, hanno con ogni probabilità votato Rosy Bindi), potrà finalmente parlare senza peli sulla lingua del partito che ancora non c’è, né sul territorio né nelle istituzioni; dei circoli che, benché lasciati a se stessi dopo le primarie di ottobre, lavorano sodo sul territorio, ma rischiano, alla vigilia del primo tesseramento Pd di metà settembre, di restare senza sede, perché il partito non contribuisce più all’affitto, in barba al cospicuo rimborso elettorale;della cui destinazione, peraltro, nessuno sa nulla, in barba alla trasparenza finanziaria prevista dal codice etico approvato dal Pd. Potrebbe passare poi allo spappolamento del partito nelle istituzioni: a lui che è deputato, ad esempio, notizie e anticipazioni sui decreti di scuola e ricerca sono giunte nel corso dell’estate da amici o dai giornali, ma non dal Pd[...] |
bruno courthoud ha scritto: |
Se ho capito bene, è il vecchio assedio, quello medioevale, che cingeva le mura della città e aspettava pazientemente che gli assediati si arrendessero e alzassero bandiera bianca perché ormai privi di viveri e di acqua. |
erika ha scritto: |
Cari Giorgio e Bruno,
io non sono vecchia, ma sono veramente stanca e nauseata come voi. Semplici discussioni interne di un partito vengono portate alla ribalta per nascondere cosa sta succedendo. Leggi, delibere, nomine...che non fanno ben sperare. Sindacati che nonostante i tagli previsti da questo governo non scendono in piazza. Partiti che decidono di sfidare la piazza, ma le diatribe interne fanno perdere il motivo ultimo... Donne e uomini che si definiscono di sinistra che diventano i più grandi fautori delle regionalizzazioni dei contratti. Molto probabilmente l'intento è quello di demolire e sicuramente le persone con dei valori sono anche quelle più facili da attaccare. Noi in maggioranza come in minoranza lavoriamo comunque altri invece si definiscono fin dal primo giorno opposizione. Un'opposizione che non può mai diventare costruttiva, un'opposizione che non lavora,ma distrugge... Un abbraccio e ci vediamo oggi in piazza.... |
Blog segretario Regionale Pd ha scritto: |
insiemearaimondo
12 Settembre, 2008 alle 16:40 Caro Giorgio, capisco la rabbia di chi crede in certe iniziative del Partito e non le vede assecondate da tutti. Capisco l’amarezza tua come ho cercato di capire ed accettare il dissenso di altri sulle iniziative del PD nazionale. Ma ti invito a non generalizzare. Credo che più d’uno stia cominciando a capire quale risorsa possa essere il PD per la sinistra in Valle d’Aosta… Credimi, non tutti sono disfattisti… Si è capito che il Partito a livello nazionale ha avuto una scossa dopo la sconfitta. Noi a livello regionale abbiamo pagato, tutto lo schieramento dell’AAP ha scontato, la sconfitta del centrosinistra e della sinistra nei confronti di Berlusconi. Non capire che le battaglie locali sono legate all’Italia, all’Europa, al Mondo, è un grave errore. Le istanze leghiste in crescita in Italia, rappresentano un fenomeno che è diffuso in Europa e nel Mondo. Acuito da un clima di destra che non ha precedenti in Europa se non tornando ai tragici anni 30, che prelusero a un conflitto mondiale… Vediamo di non mettere la testa sotto la sabbia ma fare con umiltà la nostra piccola parte… Qui l’UV ha saputo beneficiare sia del particolarismo, del bisogno di aggrapparsi ad identità locali, sia dell’effetto del leader decisionista, sia delle nostre divisioni interne, personalistiche oltre che politiche (parlo del PD). Occorre avere fiducia nel lavoro che stiamo facendo. E continuare a costruire la speranza che si possa fare una politica diversa. Più attenta all’etica pubblica, più vicina ai cittadini, più capace di costruire oltre le barriere ideologiche una società più equa, più solidale, più libera. Lavoriamo a questo, incassando anche gli sgarbi e le polemiche, con l’obiettivo di fare meglio. Ogni giorno. Ognuno di noi. Salviamo l’Italia e con l’Italia la Valle d’Aosta. Serve anche la passione, come quella che ci metti tu; non solo il raziocinio. Fraterni Saluti Raimondo |
La Stampa 16 Settembre 2008 ha scritto: |
Per i dissidenti una leadership antidemocratica Il Pd nella bufera Donzel sotto accusa AOSTA. Bufera nel Pd. Il segretario Raimondo Donzel è contestato. Documenti, lettere firmate da Roberto Avetrani e Ornella Cheillon. Perfino un dialogo concitato per strada, anzi in piazza Chanoux, nella tarda mattinata di ieri. Confronto a voci e dita alzate tra Donzel e Vanni Florio che a giugno, insieme con Enrico Bich, aveva dato le dimissioni dalla commissione politica. «Un uomo solo al comando» dice di Donzel Florio; e il segretario replica: «Non è vero, lui ha avuto problemi con tutte le segreterie». E Florio aggiunge: «E’ uno spigoloso, non si può parlare»; Donzel: «Sarà, ma se fossi in lui mi porrei qualche domanda. Poi basta con questi personalismi, il Pd è altra cosa». Già ma per Avetrani e Cheillon quell’«altra cosa» è da leggere come «non democratica». Scrivono: «La proposta del candidato unico valdostano per un seggio a Strasburgo conferma il nostro convincimento che ormai i processi decisionali del partito non seguono quasi mai strade democratiche». Le critiche sono poi alla non costituzione del nuovo «ufficio politico» e di non decidere «mai collegialmente». Di qui la richiesta: «Convocazione urgente dell’assemblea costituente con all’ordine del giorno l’istituzione dell’ufficio politico e l’impegno nel costruire un’alleanza con le forze alleate alle ultime elezioni regionali». Avetrani e Cheillon ricordano che «la lista Laurino Réan che ci ha espressi in assemblea ha sostenuto con convinzione il progetto e il candidato attuale segretario sulla base di precisi impegni sottoscritti, politici e programmatici, come le decisioni collegiali e a trasformare l’alleanza autonomista progressista in alleanza politica, con programmi e strategie condivisi». Donzel sbotta: «Un bel sostegno non c’è che dire. Sia chiaro, io accetto ogni critica, ciò che non accetto è che ci si dimentichi che durante l’estate il Pd ha lavorato sodo, che ci sono stati volontari che hanno dato il loro tempo per questo. E’ un po’ difficile parlare di non democrazia quando non si frequenta il partito, la Festa fatta, per esempio, che è stata un successo, oppure il progetto ‘’Salva l’Italia’’. Sono già state convocate due assemblee, non una e non certo per questa sollecitazione, ma lunedì scorso. Bisogna saper riconoscere i processi democratici, che sono di maggioranza e di minoranza». Però c’è il problema parlamento europeo, lei ha indicato una strada senza confrontarsi con gli altri, poi quello dell’alleanza autonomista progressista. «Strano modo di ragionare - risponde Donzel -. Il segretario non ha dunque margine di manovra autonomo? Da quanto è nei nostri programmi il seggio parlamentare a Strasburgo? Posso dire da sempre. Ho soltanto ricordato questo, che anche noi vogliamo un seggio in Europa e ho espresso un’idea per poter raggiungere l’obiettivo. O devo fare il segretario silente? Credo siano finiti i tempi dei segretari fantocci. Alleanza? Cos’è, mettiamo in discussione ogni volta ciò che esiste? Oppure vogliamo discutere e decidere che cosa fare sulle alleanze in dieci e in una serata? Non mi pare un sistema democratico. Ci vuole un confronto serio e non certo da fare d’estate quando tutti erano in vacanza». Le premesse per uno scontro in assemblea ci sono tutte. I dissidenti non hanno mai digerito la candidatura di Donzel al Consiglio regionale, avrebbe dovuto fare soltanto il segretario, questi i patti. «Già - dice Donzel -. Come era nei patti il sostegno al segretario. Ma chi mi ha sostenuto mi ha chiesto di candidarmi in Regione e il partito, a Roma, mi ha detto di farlo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, sono stato di gran lunga il candidato più votato, segno che il Pd mi ha dato fiducia. Non si può ridurre tutto a fatti personali, la nostra politica è nata per superare queste cose. Il mio obiettivo è di costruire un Pd forte e credibile che sia capace di allargarsi, invece si continua a demolire. Ed è una costruzione fatta di dialogo, di confronto continuo con le persone. Non è un affare tra dirigenti». |
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erika ha scritto: |
Ebbene, io c'ero in piazza e non posso che dire che chi conosce Vanni e Raimondo è semplicemente il loro modo di confrontarsi. E' altrettanto vero che quando si cerca di fare del gossip e di spostare l'attenzione tutto si può scrivere.
Contento martinet.... Anzi, lo inviterei martedì prossimo a palazzo regionale ad intervistare la folla di persone in attesa di parlare con il Presidente. Forse sarebbe più interessante. Comunque, a parte il becero giornalismo da rivista vorrei evidenziare una notizia dell'ANSA di ieri in risposta a quanto dice Avetrani. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 16:28 VDA VIVE-RENOUVEAU: PROPOSTA PER SEGGIO UE A VALLE D'AOSTA (ANSA) - AOSTA, 17 SET - E' del gruppo VdA Vive/Renouveau la iniziativa della legislatura dare alla Valle d'Aosta un seggio al Parlamento europeo. Il gruppo ha infatti depositato alla Presidenza del Consiglio Valle la proposta di legge statale riguardante l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (Modificazioni alla legge 24 gennaio 1979, n. 18 ). "La proposta - si legge in una nota del gruppo - vuole sollecitare il Parlamento a non dimenticare le rappresentanze territoriali in vista della consultazione elettorale europea del 2009". Mira, infatti, "ad assicurare che ogni Regione sia rappresentata da almeno un deputato al Parlamento europeo e correggere il metodo di assegnazione dei seggi per garantire ai partiti politici espressione di minoranze linguistiche riconosciute una giusta rappresentanza anche in ambito europeo". I promotori spiegano che l'iniziativa "prende le mosse dalla constatazione che l'attuale normativa rende particolarmente difficile la possibilità che alcune regioni eleggano un proprio parlamentare europeo". La facoltà di collegarsi per le liste di candidati presentate da partiti espressi dalle minoranze linguistiche (francese della Valle d'Aosta, tedesca della Provincia di Bolzano e slovena del Friuli-Venezia Giulia) "non fornisce un'adeguata certezza" di rappresentanza. Il gruppo evidenzia, infine, che la proposta di legge riprende i contenuti di analoga proposta avanzata dai deputati Zeller, Brugger e Nicco e "intende riaffermare la posizione del Consiglio Valle a favore di una modifica del sistema elettorale per l'elezione del Parlamento europeo garantendo una più equa rappresentanza politica". (ANSA). °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Scusate la mia ignoranza, non è così tanto che faccio politica, ma questa non era una proposta dell'alleanza oltretutto appoggiata da Veltroni? EVITO OGNI COMMENTO...ma vorrei dire che le priorità che Carmassi evidenzia su Le Travail forse non sono le mie. |
La Stampa 18 Settembre 2008 ha scritto: |
POLITICA. INIZIATIVA DI VDA VIVE/RENOUVEAU “Dateci un seggio europeo” Il gruppo consiliare Valle d’Aosta Viva-Renouveau ha presentato alla presidenza del Consiglio regionale una proposta di legge statale per l’elezione degli italiani del Parlamento europeo. «E’ un progetto - dicono i componenti del gruppo - che vuole costituire una forte spinta che solleciti il Parlamento italiano a non dimenticare le rappresentanze territoriali e le voci delle piccole regioni in vista delle Europee del 2009». La proposta punta ad assicurare che ogni regione sia rappresentata da almeno un deputato all’Europarlamento e a correggere il metodo di assegnazione dei seggi per garantire ai partiti espressione di minoranze linguistiche riconosciute una giusta rappresentanza continentale. «L’obiettivo - dice Vda Vive - è che la Valle d’Aosta costituisca una circoscrizione elettorale e abbia la possibilità di esprimere un proprio rappresentante, in un momento in cui l’attuale normativa rende molto difficile che alcune regioni, tra le quali la Valle d’Aosta, il Molise e la Sardegna, eleggano un europarlamentare. Oggi - dicono ancora i promotori della proposta di legge - la facoltà di collegarsi per le liste di candidati espressi dalle minoranze linguistiche (francese della Valle d’Aosta, tedesca della provincia di Bolzano e slovena del Friuli-Venezia Giulia) non fornisce un’adeguata certezza in questo senso». La proposta di legge riprende i contenuti di una iniziativa analoga avanzata dai deputati Zeller, Brugger e Nicco e vuole riaffermare la posizione del Consiglio Valle a favore di una modifica del sistema elettorale. E’, secondo i promotori, in linea con l’orientamento di alcuni Stati membri dell’Unione Europea (Belgio, Irlanda, Francia, Polonia e Regno Unito) che hanno scelto una suddivisione del territorio in circoscrizioni più piccole e più numerose di quelle italiane. La proposta di legge statale targata Vda Vive/Renouveau (in tutto sei articoli) al secondo punto prevede che le circoscrizioni elettorali e i loro capoluoghi coincidano rispettivamente con le regioni e con i capoluoghi regionali, che sia garantita la rappresentanza di almeno un parlamentare europeo per regione, che si riduca il numero dei sottoscrittori necessari per presentare le candidature, che non siano consentite candidature plurime, che ciascun elettore abbia a disposizione un solo voto al posto delle tre preferenze. |
erika ha scritto: |
Ahimé molte cose mi feriscono e spesse volte mi chiedo se sono io incapace ad organizzare o se è difficle organizzare quando tutti ti remano contro. Forse è dovuto alla mia persona, forse è dovuto alle questioni personali o forse ai troppi impegni... Vorrei avere consigli dalle persone più esperte di me e invece spesso sono sola con un bel bagaglio di critiche addosso...
A parte questo piagnisteo volevo fare 2 considerazioni politiche sull'articolo di fondo del direttore e sull'articolo di Carmassi pubblicati su Le Travail. 1). Parla di 3 consiglieri alla sinistra. Ma la coalizione di centro sinistra non ne ha ottenuti 8? in merito invece alla sua lettura del nostro partito vorrei riprendere il pensiero di una delle persone che politicamente stimo di più in assoluto, Albino Imperial: "Sai qual'é la differenza fra gli autonomisti e noi? Loro credono che la Valle sia una Nazione, slegata da un contesto nazionale, europeo...noi invece guardiamo con interesse al di la delle nostre montagne pur amandole quanto o forse più di loro... nella scala dei valori di un partito come il nostro non possono che esserci valori condivisi come la pace, la solidarietà e la lotta per avere tutti gli stessi diritti." E' indubbio che per molto tempo io abbia guardato con interesse ad un partito autonomista, ma crescendo, vivendo l'esperienza universitaria...ho capito che non bisogna cercare dei nemici a Roma, Bruxelles,...ma collaborare con essi. 2). In merito alle priorità di Carmassi invece credo che non possiamo dimenticarci dell'Università, del Turismo, dell'Economia...sarebbe veramente molto riduttivo concentrare tutto su due progetti e basta... Abbiamo presentato un programma comune che è una buona piattaforma su cui lavorare. Noi abbiamo già costituito dei gruppi di lavoro che hanno ulteriormente lavorato su questi temi, nulla vieta di unire le forze e soprattutto direi di evitare di mettere bandierine su idee condivise...ma almeno su queste far si che i gruppi lavorino insieme. E' tutto da costruire, ma è vero che siamo al 2° consiglio quindi...DIAMOCI DA FARE!!!! . |
ANSA ha scritto: |
12:12 PD: SANDRI, IN VDA SCONTRO TRA AUTONOMISTI E NAZIONALISTI
(ANSA) - AOSTA, 19 SET - Nel Pd valdostano "c'é un duro, seppur sotterraneo, scontro tra chi, legato profondamente all'autonomia, sottolinea la dimensione locale della sinistra e chi, contrario all'autonomia perché fonte di iniqui privilegi, si identifica solo in prospettive nazionali". A rivelarlo è Giovanni Sandri nell'editoriale pubblicato su 'Le Travail-Il Lavoro', il periodico del partito di cui è direttore. Facendo riferimento alle componenti 'autonomiste' e 'nazionaliste' del Pd, il direttore evidenzia che "ci si può confrontare con i movimenti regionalisti, senza scendere a compromessi e senza complessi d'inferiorità, per ridare speranza e rappresentanza alle migliaia di valdostane e valdostani che si riconoscono nei valori della libertà, dell'uguaglianza, della solidarietà e del lavoro". Ricorda infatti che "il popolo valdostano è stato chiaro: 25 seggi ai partiti regionali nel 2003, 28 nel 2008. L'autonomia valdostana - prosegue - al di là di come viene praticata, non può e non deve essere messa in discussione. Non va in questa direzione la riproposizione tout court di proposte politiche nazionali". Infine Sandri evidenzia che "la sinistra valdostana, passata dai 6 seggi del 1998 ai 7 del 2007 a 3 del 2008, avanzerà solo se saprà evitare la subalternità e l'antagonismo trovando al tempo stesso una sintesi tra locale e globale, possibilmente attraverso prospettive di tipo federalista". (ANSA). |
(ANSA) ha scritto: |
10:43 PD: VDA, ASSEMBLEA COSTITUENTE PUNTA A RILANCIO PARTITO
(ANSA) - AOSTA, 24 SET - L'impegno a lavorare per un significativo rilancio del partito caratterizzerà l'attività dell'Assemblea costituente del Partito Democratico della Valle d'Aosta nei prossimi mesi. L'organismo del partito si è riunito ieri nella biblioteca di Saint-Christophe per discutere il rinnovamento dell'ufficio di direzione politica del partito. "Dopo ampio dibattito - si legge in una nota - si è deciso che l'Assemblea costituente si riunirà con cadenza settimanale con alcune priorità sul tappeto: la stesura dello Statuto del PD valdostano, il tesseramento e la necessità di affrontare in tempi brevi i numerosi problemi politici in agenda". Ha seguito i lavori dell'Assemblea anche Luciano Pizzetti, ex segretario regionale del Pd Lombardia e ora incaricato di seguire i lavori di costruzione del partito nelle regioni del nord Italia. |
paolog ha scritto: |
Compagno e amico Giorgio, ti esprimo la mia solidarietà, poco politica è stata la reazione di alcuni ... durante l'assemblea costituente. |
Citazione: |
Un piccolo consuntivo
e un grande augurio L'anno che è passato è stato tutto altro che semplice e, anche se possiamo ritenerci soddisfatti di alcune vittorie - come il referendum costituzionale, la sconfitta elettorale di Berlusconi, la vittoria del Galletto ed il conseguente ridimensionamento del Rollandinismo - non sono mancate sia in campo nazionale che regionale, le sconfitte, le domande senza risposta e i dubbi. Ed allora ci si rende conto spesso, che non sempre le normali istituzioni garantiscono l'esercizio dei diritti. Per questo è necessario inventare nuove forme di sostegno e di partecipazione, per far sì che le persone possano abitare a pieno titolo nella propria comunità, partecipare attivamente per farsi dare ascolto. Quello che proponiamo, noi di Area Democratica, è di riprendere la mai obsoleta forma del dibattito interno ed oggi con gli strumenti tecnologici a disposizione di partecipare in maniera interattiva ad un " blog online " diverso dagli altri. Le caratteristiche politiche - culturali da noi inserite ed evidenziate nello STATUTO, ci hanno spinto a pensare di metterle in Rete con un Blog "fuori della cronaca giornaliera", in grado di stimolare e scuotere le menti, intorpidite dai tanti panettoni consumati in questi ultimi Natali... Chiediamo a tutti senza fare alcuna distinzione tra valdostani di nascita e quelli di adozione, iscritti e non, di partecipare con proprie idee, convinzioni e ragionamenti ad arricchire questo spazio che abbiamo fortemente voluto e realizzato. Vorrei qui ricordare la buona volontà e quanta voglia di fare, di tanti compagni, sia stata da molti dirigenti timorosi, "silenziata" sull'altare di una pigrizia conclamata che da tempo ha minato le basi di questo partito. La visione d’altre strategie o alleanze spurie da percorrere, ha fatto sì che si tacitasse ogni voce che si elevasse fuori del coro, all'interno dei Ds. Scossi "a fasi alterne”, ci chiediamo in nome di chi e di cosa, di quale ideale di società e di mondo vale la pena battersi. Ai sacchi di sabbia dietro cui barricarsi (per fortuna un atteggiamento assente nel nostro dna), noi preferiamo le finestre aperte dalle quali chiamare " a Rete " le tante compagne e i tanti compagni, le amiche e gli amici che come noi, credono sia ancora possibile cambiare la politica: quella delle "sacre compatibilità economiche", con quella “laica”, delle donne e degli uomini, delle virtù, del rispetto, della pace e delle compatibilità sociali e ambientali . Vogliamo un Blog che rispecchi e rifletta questo modo di essere, questo nostro agire politico. Noi, in antitesi con quel conformismo che circonda e attanaglia l'istituzione partito, chiediamo a compagne e compagni di inviarci con messaggi i loro sogni, le speranze deluse. Non le aspettative e gli ideali. Chiediamo a loro degli approfondimenti: sui temi all'ordine del giorno nella nostra Valle e in Italia, sul tema dei diritti e della giustizia sociale che sembrano scomparsi dai nostri valori, sull'assetto economico e sul futuro della nostra regione e del paese. Infine, chiediamo quale classe politica ci meritiamo di avere, quali siano le politiche migliori nell'interagire con i nostri futuri compagni di strada qui in Valle, guardando al 2008, ma intelligentemente anche oltre. Così come si conviene ad un partito importante come il nostro, che ha sempre avuto politiche d’ampio respiro. Dunque, buona lettura e buona partecipazione a tutti. Area Democratica ed il suo Blog vuole tornare a quel lavoro di riaggregazione e di partecipazione della gente per valorizzare il più possibile le giovani energie provenienti dalle nuove generazioni al fine di instaurare un effettivo rinnovamento del gruppo dirigente. I giovani e i volenterosi dovranno vedere in noi un trampolino da cui cogliere l’opportunità per quel miglioramento che da tempo si augura Insieme, scopriremo i numeri vincenti della nostra scommessa che, se vinta, porterà a pigiare con più determinazione l'acceleratore del ricambio e del rinnovamento del nostro partito. Questo va fatto con l'unione delle nostre forze. Auguri a tutti voi per un anno completamente nuovo. Aosta dicembre 2006 |
La Stampa 28 Settembre 2008 ha scritto: |
POLITICA.
CHIARIMENTI DOPO LA ROTTURA INTERNA Torna il sereno in casa Pd L’assemblea costituente del Partito democratico si è riunita per discutere del rinnovamento dell’ufficio di direzione politica. Sul tavolo del dibattito c’era anche la contestazione (nero su bianco) nei confronti del segretario Raimondo Donzel da parte di alcuni rappresentanti dell’assemblea. L’accusa mossa a Donzel era di gestire il partito «da uomo solo. Nessuno - era scritto nella lettera della “frattura” - ha voluto mettere in discussione la posizione del segretario ma abbiamo voluto ricordare a Donzel che è stato eletto dal popolo del Pd esattamente come i componenti dell’assemblea». Il messaggio, in una riunione in cui era presente l’onorevole Luciano Pizzetti, responsabile della costituzione del Pd nel Nord Italia ed ex segretario della Lombardia, è stato recepito. «Siamo tornati a quel confronto positivo - dice Donzel - che durante l’estate, complici le vacanze, si era affievolito. Il dialogo resta fondamentale ed è importante che il dibattito non rimanga chiuso tra i dirigenti. Dall’assemblea viene riconfermata la volontà di tutti di dare più forza al partito. Il momento è difficile per la sinistra e per le forze di centrosinistra. Molti sono alla ricerca di una identità e occorre un maggior sforzo per dare risposte alla gente». Il segretario era stato anche accusato di aver «dimenticato» la questione delle alleanze politiche. «Non si parla più - era la contestazione - della coalizione vincente alle elezioni politiche del 2006. L’Alleanza autonomista e progressista è morta?». Risponde Donzel: «Le alleanze sono un tema importante. E’ chiaro che ce ne occuperemo. In questo momento mi sembra prematuro, ci sarà il tempo anche per riparlare di coalizioni. Intanto, come si vede dai lavori del Consiglio regionale, la nostra posizione emerge in modo chiaro. Stiamo facendo con Vdavive/Renouveau una opposizione senza sconti ma responsabile, al punto che nell’ultima seduta è stata la minoranza a permettere in più occasioni lo svolgimento della seduta garantendo il numero legale. E’ sempre la minoranza che, davanti a una maggioranza silente, eccezion fatta per il presidente Rollandin, tiene vivo il dibattito». L’assemblea costituente ha messo tra le priorità l’avvio del tesseramento al partito entro la fine dell’anno e la stesura dello statuto del Pd valdostano. In cantiere anche le «primarie» dei giovani in programma ai primi di novembre. |
giorgio ha scritto: |
La rozzezza di un politico di professione si può valutare da alcuni piccoli particolari. Se poi questi particolari non sono alcuni, ma mille e invece di essere piccoli sono grandi, beh questo politico dovrà senza dubbio cambiare mestiere. Sono stato incriminato da “questi” politici, di essere un degenerato grafomane, che ahimé, sordo agli stimoli fisici dell’ora tarda e a dispetto della mia anzianità, continuo indisturbato a scrivere e a vomitare insulti - ipse dixit - su questo forum di cui stimavo di portare avanti, nell’indifferenza più assoluta. Almeno lo credevo fino all'altra sera.
Ma a quanto pare la curiosità, il desiderio di conoscere è più forte del disprezzo che si prova nel leggere non gli insulti, che ho evitato con cura di scrivere, ma le semplici verità, l’argomento insolito, il fatto singolare che fino a poco tempo fa non riuscivamo a fare trasparire. Capisco che fin dalla comparsa politica di Area Democratica e con la mia martellante presenza sul forum (…ne sono il moderatore), la situazione di relativa tranquillità per i “perenni” della politica sia scomparsa. Ma questa mia attività è mirata ad un semplice obiettivo: Parlare semplicemente a tutti e possibilmente includendo tutti i compagni, e parlando di tutti i problemi che affliggono il Pd, e non viceversa secondo le accuse, di parlare solo di sciocchezze e caricaturali stravaganze. Io so solo che sicuramente non appartengo a quella genìa che “in tempi bui” urlava ai quattro venti: «Molti nemici molto onore». E questa considerazione mi è stata fornita da un gesto assai poco piacevole che alcuni “compagni” identificatosi…si sono ritenuti offesi al punto tale di evitare di salutarmi e di stringermi la mano. Non sapevo di produrre tale sconquasso, ma un altro compagno che mi legge costantemente - pur con sensibilità diverse dalle mie – mi ha invitato a proseguire. Ecco dove stanno le differenze tra uomini politici illuminati e uomini, tra uomini politici rozzi e ominicchi. |
Citazione: |
Aosta, 22 aprile 2008
CONFERENZA STAMPA Presentazione programma comune per la prossima legislatura: concretezza e coraggio per cambiare “Quello che ci caratterizza è la chiarezza delle nostre azioni future. Il nostro programma vuole portare più attenzione ai problemi della Valle. Diciamo da subito che siamo per una gestione pubblica che si distingue dall’attuale per una minore arroganza e una maggiore disponibilità a risolvere i problemi della gente. Presentiamo oggi un programma serio, pragmatico, che guarda lontano. Si tratta di trenta punti che guardano con coraggio al futuro. Programmeremo interventi e riforme, non faremo leggi prima delle elezioni… Lavoreremo perché la Valle smetta di vivere di rendita e riscopra la capacità di produrre. Cercheremo di garantire un maggiore livello di wellfare. Ci batteremo per garantire a più ampli strati di popolazione i diritti di cittadinanza che si concretizzano nel lavoro, nella casa, nei servizi, nella possibilità di crescere culturalmente. Possiamo vincere! Abbiamo gli uomini e le donne per farlo”. Raimondo Donzel (Partito Democratico) |
AostaSera.it ha scritto: |
Incontro di studio dedicato a Demetrio Mafrica
Aosta - Il “Circolo Mafrica” del PD organizza un incontro di studio dal titolo “Demetrio Mafrica - l'uomo, il politico” che si svolgerà sabato 11 ottobre alle ore 15 ad Aosta, presso la sala grande della Pépinière d'Entreprises. Per ricordare uno dei grandi protagonisti della sinistra valdostana “e ispirarsi alle qualità di probità, laboriosità e accuratezza di cui fu esempio in tutte le sue attività” il Partito Democratico valdostano organizza un incontro di studio dal titolo “Demetrio Mafrica - l'uomo, il politico” che si svolgerà sabato 11 ottobre alle ore 15 ad Aosta, presso la sala grande della Pépinière d'Entreprises. Tra gli interventi inseriti in programma figurano quello di Bruno Germano, che traccerà un ritratto dell'uomo di cultura e dell'uomo di partito. Dino Viérin, già presidente della Regione e assessore, che ne ricorderà il ruolo di assessore all'industria e il suo impegno per le scelte energetiche. Umberto Fossà leggerà un'inedita autopresentazione scritta dallo stesso Mafrica. Bruno Albertinelli, sindacalista della CGIL e un rappresentante della Cogne Acciai Speciali rievocheranno il passaggio al privato della grande acciaieria. Raimondo Donzel, segretario regionale del PD ed un esponente del PD nazionale riassumeranno l'importanza di richiamarsi alla figura di Mafrica "in questa fase di fondazione del partito". 06/10/2008 |
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rocky ha scritto: |
mi piacerebbe che la si finisse di dare sempre colpe ai ds di mettere sempre i bastoni nelle ruote del pd non è cosi vorrei ricordarvi che dopo il 14 ottobre i ds hanno contattato Donzel dicendogli che le quote del travail di proprietà dei ds venivano date gratuitamente al pd e che avrebbe potuto avere all'interno del direttivo un suo rappresentante. Il problema è che per avere tutta la testata doveva e dovrà trattare con la cooperativa travail che ne è la proprietaria. Altro punto è quello della fondazione dove i ds che sono sempre contro a questo pd hanno fatto una proposta chiara quella che all'interno di questa fondazione ci sia parità di rappresentanza tra ds e pd ma anche qui nulla si è mosso. Ultimo punto vorrei ricordare che se oggi il segretario si vanta di aver ripianato il bilancio è anche grazie ai ds che hanno versato alle casse del pd 30.000 euro ecco chi sono i cattivi ds e neanche un grazie a chi a lavorato non contro ma per il pd. |
rocky ha scritto: |
mi dispiace che per l'ennesima volta non si dica la verità vorrei ricordarti che il discorso riguardo le quote del travail furono discusse già l'anno scorso il problema è sempre quello di oggi che tale confronto non è da fare con i ds ma con la coperativa il fatto che il segretario a sempre rimandato e non si può certo dire che questo ritardo sia da imputare ai ds ma al fatto che il pd non ha mai deciso cosa fare al riguardo. riguardo i 15000 euro è vero ma altrettanti verranno versati questo mese e vero che c'è stato un'accordo precedente all'elezione ma si da il caso che comunque sono soldi dei ds e ritengo sbagliato scaricare le responsabilità sui ds quando non si è stati capaci a prendere decisioni . Quindi oggi ritengo questo ritardo dovuto al segretario che quando vuole le decisioni le prende a tempo record ma quando deve assumerne altre che magari in quel determinato momento sono scomode allora volutamente le rimanda all'infinito. |
Citazione: |
Lunedì, 16 Giugno 2008
L’eredità dei ds non va al pd Mentre Walter Veltroni pensava al nuovo partito liquido, c’era qualcun altro che lavorava alacremente alla liquidazione del vecchio. Formalmente i Ds, ultimi eredi di quello che fu il glorioso partito di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer, spireranno nel 2011 con la presentazione dell’ultimo bilancio. Sempre che la diffidenza tra le due anime del Pd, dove Margherita ed ex comunisti sono poco serenamente confluiti, non ne prolunghi inaspettatamente la vita. Prospettiva, quest’ultima, che solo a pensarla riaccende tra i diessini le speranze di chi, con la fusione, ha perso quel senso di appartenenza e di memoria condivisa di quando ai congressi si cantava bandiera rossa la trionferà, falce e martello non erano ancora un emblema ingombrante, e a nessuno sarebbe mai venuto in mente,sfidando la stridente cacofonia, di chiamare “democratiche” le feste dell’Unità.Il commissario liquidatore è un uomo di rude simpatia, viso sornione segnato da un paio di baffetti vintage tali però da non nascondere i lampi di sarcasmo che lo attraversano. Ugo Sposetti, 61 anni, tesoriere dei Ds rieletto ad aprile deputato nella circoscrizione Lazio 2 dopo aver battagliato con il Loft che in omaggio alla filosofia del largo ai giovani voleva sistemarlo ai piani bassi della lista, ha il compito ingrato di chiudere la baracca.Sposetti ha cominciato anzitempo, quando ancora il Pd era di là da venire,affrontando l’indebitamento accumulatosi negli anni. Curioso che mentre lui ne trattava la sistemazione con le banche, qualcuno dei suoi compagni puntasse invece a possederle. Dai 580 milioni di euro ereditati dalla vecchia gestione oggi ne sono rimasti 140 che entro la fatidica scadenza del 2011 dovranno essere azzerati.Poi, una volta alleggerita la pesante zavorra, il tesoriere diessino si è messo a lavorare sul patrimonio, quello tangibile e quello simbolico. Un lavoro lungo e complicato per differenti motivi. Il primo è che, per come la direbbe il cinefilo Veltroni quando nel secolo scorso tuonava contro gli spot che inframmezzavano i film in tivù, non si interrompe a cuor leggero un’emozione che dura da quasi novant’anni.Il secondo, più prosaico, è che i Ds non hanno mai avuto l’esatta contezza di quel che possedevano, così che si è dovuto procedere a un minuzioso inventario. Terzo, ma più importante, bisognava risalire ai proprietari, cosa tutt’altro che scontata. Molto spesso infatti il loro intestatario era il segretario della locale federazione, o addirittura della sezione di quartiere cui il donatore in procinto di passare a miglior vita trovava più semplice affidare la pratica. E anche se con il crollo del muro di Berlino e i processi di revisione susseguitisi dalla Bolognina in avanti le donazioni sono cessate d’emblée insieme all’ideologia che ne alimentava il flusso,la roba accumulata era tanta e abbisognava di un radicale intervento di sistemazione. Il censimento ha catalogato 2.400 immobili di proprietà delle organizzazioni territoriali del partito. Si va da normali appartamenti a uffici adibiti a sede, a palazzi di pregio (per altro già venduti) come Botteghe Oscure, quello di Frattocchie le cui stanze ospitavano la scuola politica, o quello romano di piazza Campitelli dove c’era il quartier generale dell’associazione Italia-Urss. Roba che farebbe gola a qualsiasi fondo immobiliare, e che il PciDs ha sempre gestito alla viva il parroco, beatamente inconsapevole del tesoro che si trovava in casa. In una brutta parola, che ora anche al Botteghino il verbo finanziario ha fatto proseliti, non sono mai stati ottimizzati. Che fare di questi immobili che, senza nulla togliere ai famosi simboli, sono la vera ciccia del ragguardevole patrimonio? Sposetti e i tesorieri locali ci hanno pensato molto. Occorreva trovare la formula che meglio garantisse la separazione tra gestione e politica, sottraendoli ai capricci e alla volubilità di quest’ultima.Maliziosamente, occorreva scegliere una istituzione giuridica che mettesse al riparo il patrimonio diessino dagli eventuali appetiti della nuova dirigenza del Partito democratico, là dove a rigor di logica avrebbe dovuto confluire. Perché un conto sono gli ideali, per altro già flebili di fronte alla fusione fredda che ha dato vita al nuovo soggetto, un altro la cassa. Alla fine, nonostante che l’istituto in sé abbia una forte venatura autoreferenziale, o forse proprio per questo, si è optato per la fondazione. Anzi, le fondazioni, le quali almeno a livello di statuto e funzionamento sono in tutto e per tutto simili a quelle bancarie. Ogni federazione s’è fatta la propria andando a pescare, almeno nel nome, nel retaggio della tradizione. I sardi per esempio l’hanno intitolata a Enrico Berlinguer, ad Alessandria hanno invece scelto Luigi Longo, l’ultimo segretario custode della stretta ortodossia marxista-leninista, Milano a Elio Quercioli, ex vice sindaco, deputato nonché figura di spicco della vecchia nomenclatura. In Valle d'Aosta la fondazione è stata intitolata a Giulio Dolchi Le Fondazioni non dovranno rispondere a nessuno: non al segretario nazionale del Pd e nemmeno ai segretari regionali o provinciali. Avranno un consiglio di amministratori, un comitato d’indirizzo che indicherà il modo migliore per valorizzare il patrimonio, e naturalmente dovranno redigere un bilancio che obbedisca alla massima trasparenza. Ma tra le loro casse e quelle del Pd, ora affidate al nuovo tesoriere Mauro Agostini, non c’è né ci sarà alcuna contiguità. Detta più semplicemente, i diesse non portano nulla in dote al nuovo raggruppamento, il quale a sua volta nulla potrà pretendere. Inutile dire che la separazione, anche visto il cronico bisogno di soldi della politica, sta scatenando polemiche a non finire. |
erika ha scritto: |
In merito al titolo del post vorrei dire che qui si parla di UNA PIAZZA ed un PONTE mentre i contenuti sembra rispecchiare UN MURO contro MURO... Naturalmente tutti auspichiamo si prosegua l'esperienza del Travail, ma se non ci sarà il passaggio delle quote e i presupposti si potrà decidere di prendere il cittadino o si farà un giornale nuovo. Ora il comitato di tesoreria farà le verifiche economiche. Parlando di ponte invece vorrei evidenziare le parole di Giuliana dette ieri: 13:13 SCUOLA:MOZIONE LEGA;G. FERRERO,UNA VERGOGNA CLASSI STRANIERI (ANSA) - AOSTA, 16 OTT - "E' vergognoso utilizzare la scuola e i bambini per questioni politiche, come sta accadendo nel dibattito sulle classi differenziate per gli stranieri". Lo ha dichiarato oggi Giuliana Ferrero, assessore alle Politiche sociali del Comune di Aosta, nel corso della presentazione dell'iniziativa 'Terre di fiabe, musiche e danze'. A proposito della mozione approvata alla Camera dei deputati, l'assessore ha aggiunto che "la convivenza che caratterizza la nostra società multietnica talvolta può anche affaticare, ma i problemi vanno affrontati con serietà politica". "Il rispetto si fonda su una profonda conoscenza dell'altro - ha concluso Ferrero -, e porta alla scoperta delle similitudini nelle diversità e all'arricchimento del proprio bagaglio culturale". (ANSA). ECCO LA VERA PIAZZA ECCO IL VERO PONTE!!!! |
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rocky ha scritto: |
va bene chiudiamo una volta per tutte questo discorso preferisco da oggi in avanti pensare di dedicare il mio tempo a cose più serie.In questo partito non mi ci ritrovo più . da oggi in avanti non troverai più un mio pensiero su questo blog ciao |
l'Unità ha scritto: |
ANGIUS SI AVVICINA AL PD: IL 25 IN PIAZZA Gavino Angius si prepara a ‘rientrare’ nel Partito democratico, dopo la rottura avvenuta all’epoca dell’ultimo congresso Ds, a Firenze. Con una nuova associazione, Democrazia e socialismo, l’ex vicepresidente del Senato ha avviato oggi il percorso di riconciliazione con gli ex compagni, riunendo i suoi fedelissimi in un auditorium romano, alla presenza dell’ex leader della Quercia Piero Fassino (ministro degli Esteri nel governo ombra del Pd) e del coordinat5ore della segreteria Pd Goffredo Bettini. «Vogliamo innanzitutto - ha spiegato Angius - dialogare con il Pd, che è la più grande forza di opposizione, poi parteciperemo convinti alla manifestazione del 25 ottobre. Ma se possibile vogliamo lavorare insieme per un progetto di nuova crescita del Paese, non solo economica ma civile». Con Angius ci sono personalità che hanno fatto percorsi diversi, da Cinzia Dato a Franco Grillini, al sindacalista Uil Antonio Foccillo. Il punto unificante, per Angius, è la presa d’atto del fatto che «la Costituente socialista si è esaurita, è una occasione perduta e il partito che ne è nato non ha ruolo né progetto». Oggi Angius fa autocritica per non aver «contrastato a sufficienza il radicalismo di sinistra» nella stagione del governo Prodi e ammonisce: «Chi vuole fare politica non può prescindere dal Pd», partito al quale di demosocialisti chiedono maggiore apertura. «Le autosufficienze identitarie dei diversi partiti del centrosinistra - avverte Angius - sono state un danno.- E un partito che ambisce a rappresentare una parte grande dei cittadini deve essere multiculturale». Bettini commenta con i cronisti: «Il Pd è un partito aperto, ed è molto significativo che raccolga nuove attenzioni, dialogo, adesioni». Per il braccio destro di Veltroni «é molto importante l’adesione alla manifestazione del 25, che sarà una grande manifestazione di popolo, un punto di riferimento in questo momento difficile per il Paese». Soddisfatto anche Fassino: «È importante - dice - che un’area di donne e di uomini che quando avevamo costituito il Pd avevano dubitato e scelto un’altra strada, confluisca». Tutto questo dimostra che «il Pd è l’unico progetto in grado di rappresentare le speranze degli italiani e di dare all’opposizione la possibilità di allargare i suoi consensi». L’avvio del dialogo con l’associazione di Angius «è un atto importante - aggiunge Fassino - in direzione della costruzione della casa comune dei riformisti». |
La Repubblica ha scritto: |
Il sindaco pdci di Gela minacciato dalle cosche e rieletto con il 64% dei voti "Ne parlerò prima con Diliberto: troppi ideologismi". L'incontro con Veltroni RosarioCrocetta, simbolo dell'antimafia "Basta divisioni, entro nel Pd" ROMA - Dice che la "sinistra radicale rappresenta ormai un politica vecchia" perché "non c'è più solo il conflitto sociale, il mondo è cambiato e non hanno senso le divisioni dei progressisti". Rosario Crocetta è il sindaco di Gela, sindaco antimafia, protagonista, suo malgrado ovviamente, di conversazioni intercettate tra boss di Cosa nostra dove viene additato come un nemico, sei uomini di scorta giorno e notte. Crocetta è il fiore all'occhiello del Pdci, primo cittadino rosso in una terra dominata dal centrodestra, confermato per il secondo mandato con il 64 per cento. "Il comunismo per me significa condividere certi valori, lottare per gli ultimi, per la Costituzione, per l'antifascismo. Ma non amo le ideologie e non sono mai stato marxista, neanche da giovane". Insomma, Crocetta ha incontrato Veltroni venerdì scorso in Sicilia, da tempo subisce il pressing del suo amico Beppe Lumia, senatore del Pd, e sta per fare il salto: lascia i comunisti italiani e aderisce al Partito democratico. Non ha ancora preso una decisione definitiva. "Sto riflettendo". Parlerà con Oliviero Diliberto. Ma la scelta appare davvero vicina. Veltroni vuole portarlo sul palco della manifestazione del 25 ottobre, simbolo della Sicilia onesta che può persino vincere in una terra dominata dal centrodestra. Lui ha già pronunciato un mezzo sì: "Mi convince il progetto di cambiamento di Veltroni. È un politico contemporaneo, ha letto una mia intervista, mi ha chiamato, ci siamo capiti. Mi piace l'idea di una formazione politica post ideologica, un progetto che parla a tutta la società italiana". Naturalmente un sindaco antimafia ha anche bisogno di non rimanere solo con la sua battaglia. "La sinistra radicale non è più rappresentata in Parlamento e io devo avere un interlocutore. Lo faccio non tanto per me, non perché ho paura ma per il mio ruolo, per il mio lavoro". Alle assemblee del Pdci il disagio di Crocetta cresceva via via: "Lì la Confindustria resta un nemico di classe. Ma quando torno in Sicilia, l'associazione degli imprenditori è una mia alleata nella lotta al pizzo, così come il comitato antiracket di Tano Grasso". Crocetta poi non crede all'efficacia di una "semplice testimonianza, di una battaglia di nicchia". E il comunismo? "Quello in cui mi riconosco lo sento anche nelle parole di Veltroni: solidarietà, difesa dei poveri, legalità. E il Pd non può rinunciare a questi capisaldi". Il sindaco di Gela non nasconde la sua omosessualità. Senza sbandierarla, senza farne la cifra del suo stare in politica. Ma nel Pd troverà i fronti contrapposti nella partita sui diritti. "Molti anni fa guidavo un'unità di fabbrica dell'Eni con 600 operai. Se il mio essere omosessuale lì non è stato un problema, figuriamoci nel Partito democratico. Io sono omosessuale, cattolico praticante, vado a messa tutte le domeniche, partecipo a un gruppo pastorale. Non credo negli steccati, ma solo nel confronto". Parole che piaceranno a Veltroni. |
l'Unità ha scritto: |
21 ottobre 2008
Circo Massimo, «Salva l’Italia». Il Pd: chi è con noi sia lì Fonte Maria Zegarelli Non sarà un muro contro muro. Ci saranno tutti i «no» del Pd alle politiche del governo Berlusconi, dalla scuola all’occupazione. E ci saranno le proposte del Nazareno per far ripartire la macchina Italia ferma da troppi mesi e con una tentazione fortissima che arriva da destra di inserire la retromarcia. Se sarà un «Lingotto2» come chiede Francesco Rutelli, si scoprirà sabato quando il segretario Walter Veltroni prenderà la parola, non dal palco, ma da una pedana sistemata poco più in basso, in mezzo alla gente «perché questo è il messaggio che vogliamo dare», come spiegano i suoi più stretti collaboratori. Di sicuro, dicono dal Nazareno, non parlerà «alla politica»: parlerà a quell’Italia che non ci sta a tornare indietro, che vuole cambiare il Paese, che crede in una scuola delle pari opportunità per tutti, italiani e non, ricchi e poveri. Che vuole puntare sulla ricerca e sui giovani, sul clima di un pianeta che rischia di soffocare e di morire come l’Italia se non guarda avanti. Quell’Italia che vuole permettersi il lusso di sperare che i figli possano stare meglio dei propri genitori, che i propri genitori possano avere una vecchiaia dignitosa e un’assistenza adeguata. Un altro Paese è possibile, la sintesi. Sarà senza dubbio il primo debutto nazionale del partito nuovo. Nuova la formula, nuova la location - impegnativa -, il Circo Massimo dove nessuno ha osato prima, Cgil a parte. Addio piazza San Giovanni, non per rinnegare il passato: soltanto perché il 25 ottobre durante il pomeriggio erano già previste altre iniziative. Sarà una manifestazione di partito e ci saranno le bandiere del Pd: i fotografi avranno materiale fresco per i prossimi eventi, con buona pace di via della Conciliazione. I cortei saranno due: uno da piazza Esedra, l’altro dalla Piramide. L’appuntamento è alle 14, lungo i classici percorsi dei cortei. E mentre il popolo Pd si misurerà - anche numericamente, nessuno fa previsioni, ma si punta a cifre a sei zeri - dal palco si alterneranno Fabrizio Moro, Max Pezzali e l’Orchestra di piazza Vittorio. Alle 16 sarà la volta degli interventi-testimonianza, a partire dal debutto ufficiale nel Pd del sindaco di Gela il simbolo della lotta al pizzo, Rosario Crocetta che lascia il Pdci perché come Enrico Berlinguer lo convinse- lui che era (ed è) un cattolico praticante - ad entrare nel Pci, oggi Walter Veltroni ha fatto lo stesso con il Pd. Racconterà la sua esperienza anche Jean Renée Bilongo, nato in Camerun 33 anni fa e arrivato in Italia per studiare e lavorare. Bilongo, residente a Castel Volturno, oggi fa il mediatore culturale, è un uomo stimato dai suoi concittadini, un immigrato che come moltissimi aggiunge e non toglie, cuce e non strappa. Alle 16.45 la parola al segretario per il discorso. Ancora in via di definizione l’elenco degli invitati, ma ormai è solo questione di ore e poi il quadro dovrebbe essere completo. L’architetto Roberto Malfatto sta lavorando agli ultimi ritocchi della scenografia, mentre la task force del Nazareno - Walter Verini, Alberto Losacco, Achille Passoni - ieri sera si è incontrata per fare il punto. Ogni regione rappresenterà un tema, uno di quelli attorno a cui ruoterà la manifestazione, gli slogan saranno messi a punto nei prossimi giorni anche se molto sarà lasciato alla creatività del «fiume di popolo» che Goffredo Bettini si aspetta. I circoli sono in piena attività: migliaia di pullman, 50 treni speciali, due traghetti dalle isole, tam tam internettiano, militanza di quartiere. Anche se Veltroni ha rotto i rapporti con l’ex magistrato, Antonio Di Pietro ha annunciato e ribadito la sua presenza in piazza. Bene, dice Marina Sereni, vicecapogruppo alla Camera, la manifestazione «è aperta a tutti coloro che condividono le nostre proposte per salvare l’Italia», ma è una iniziativa del Pd. Ci saranno anche esponenti di Sd, ma a titolo personale. |
Movimento Verdi Alternativo ha scritto: |
VdA. Una regione in cui è finita la politica
Elio Riccarand [...] A mio avviso, abbiamo perso non per una carenza di contenuti e programmi, neppure per un difetto di comunicazione e neppure per uno scarso impegno dei candidati. Abbiamo condotto una buona campagna elettorale, c'è stato un buon impegno, siamo anche stati efficaci nella comunicazione. Tanto è vero che abbiamo elementi che ci portano a dire che i nostri consensi sono cresciuti nel corso della campagna. Le cause dell'arretramento sono altre. 1) La riduzione dello spazio politico. Nel 2003 Arcobaleno Vallée d'Aoste aveva un maggiore spazio. Era l'unica Lista di opposizione sul versante progressista. I DS erano allora in maggioranza con l'UV e gli esponenti di VdA Vive e Renouveau erano ancora dentro l'UV. Eravamo i soli a tener alta sul versante progressista la bandiera dell'opposizione ad un sistema di potere di cui avevamo da tempo individuato e criticato le caratteristiche. In queste elezioni invece eravamo tre Liste di alternativa sul versante progressista e sapevamo che avremmo pagato un prezzo. Abbiamo quindi perso un po' di voti ( soprattutto ad Aosta) attratti dalla novità del Partito Democratico e dalla sua ventata nazionale. Abbiamo perso un po' di voti attratti dalla novità della Lisa VdA Vive-RV, soprattutto nei Comuni fuori Aosta. 2) La composizione della Lista Avevamo una Lista con buone candidature, ma anche con dei punti deboli. Comuni molto importanti, come Pont-Saint-Martin e Saint-Vincent, senza candidati e vari buchi sul territorio. Neppure un Sindaco o Vicesindaco o assessore comunale. E' una nostra carenza di radicamente sul territorio che del resto non è cosa nuova. Rimane poi il rammarico di aver dovuto anche rinunciare a due buone candidature ( che ci avrebbero portato a raccogliere ben più dei 78 voti mancanti per iul quorum) per non entrare in contrasto con i nostri alletati di Renouveau e del PD. Abbiamo indubbiamente pagato anche un prezzo alla nostra coerenza. Mi riferisco a due aspetti. La rotazione in Consiglio regionale ci ha portato il consenso di alcuni ( che apprezzano un metodo per fare squadra, che dimostra un inusuale atteggiamento di non attaccamento alle poltrone), però ci ha portato anche la critica di molti elettori che avrebbero preferito una maggiore continuità. Così come abbiamo pagato un prezzo alla scelta, anche questa inevitabile in base ai nostri principi, di rinunciare ad alcune storiche candidature per rinnovare la Lista. Abbiamo coerentemente applicato un giusto principio di rinnovamento delle candidature che però ha fatto vacillare alcuni elettori che si sono trovati senza punti di riferimento che evidentemente li convincevano e rassicuravano.. A noi piace molto parlare di lavoro di squadra, di azione collettiva. Però le leadership non si inventano, soprattutto in una realtà piccola come la Valle d'Aosta. Ragionare in tempi di 10-15 anni di direzione politica per molti sembra già una eternità, ma la politica ha dei cicli lunghi e la sapienza politica, la competenza amministrativa e l'affidabilità non si improvvisano. Inoltre una comunità piccola come la nostra, anche per ragioni oggettive, non può essere particolarmente fertile nella produzione di persone in grado di svolgere un autentica funzione di guida politica. [...] Una riflessione sul lungo periodo. Sulle strategie di lungo periodo bisogna riflettere con calma. Tenere anche conto delle dinamiche che si produrranno a livello nazionale. Dobbiamo vagliare tutte le ipotesi. Valutare con intelligenza e senza pregiudizi tutte le possibilità che sono sul tappeto. C'é, direi anzitutto, una grossa questione di carattere generale che riguarda l'Alleanza. C'è, di fatto, sul tappeto una opzione che riguarda la trasformazione dell'Alleanza in un vero soggetto politico unitario che riunisca un vasto schieramento. E' questa una opzione praticabile? Condivisa? Ci sono poi le varie ipotesi rispetto alla nostra area dell'Arcobaleno. - Quella che prevede un rilancio dell'Arcobaleno Vallée d'Aoste che diventa un Partito che sostituisce tutte le componenti, quindi una vera struttura unitaria di partito con le tessere, le sezioni o i circoli, l'organo di informazione ecc ecc. - Quella che prevede la scomparsa dell'Arcobaleno ed ognuno torna nella propria casetta, gli ambientalisti nella casa Verde, i valoriali nell'Italia dei Valori, i comunisti in Rifondazione o nei Comunisti italiani, gli autonomisti in uno dei partiti già esistenti regionalmente. ecc ecc. - Quella che prevede la nascita di un nuovo movimento politico che ha i contenuti dell'Arcobaleno, ma si dà una denominazione, una immagine ed una organizzazione nuova. Si pone come punto di riferimento non solo per le donne e gli uomini dell'Arcobaleno, ma anche per coloro che, tanti o pochi che siano, sono in cerca di un punto di riferimento credibile, solido, autorevole. E poi ci possono essere altre opzioni ancora..... Basta questo elenco per avere un'idea della complessità e difficoltà delle scelte che si devono fare. Non dobbiamo avere fretta di decidere, anche perchè non ci sono urgenze che premono. Diamoci un periodo di qualche mese per mettere a fuoco le varie opzioni possibile e scegliere quella migliore. Ragioniamo, riflettiamo, valutiamo. Nel frattempo è imperativo non arretrare rispetto al lavoro comune svolto, alle battaglie politiche, al ruolo di vigilanza e di proposta che come Arcobaleno dobbiamo saper svolgere anche senza una rappresentanza diretta in Consiglio regionale e che come Alleanza abbiamo il compito di portare avanti unitariamente. Proprio noi dell'Arcobaleno che da più tempo, con più determinazione e coerenza abbiamo operato per un cambiamento del sistema politico valdostano, usciamo penalizzati da questa tornata elettorale. Viviamo il risultato elettorale con delusione e come una ingiustizia. Ma non bisogna scoraggiarsi. E del resto siccome non abbiamo mai lottato per il potere fine a se stesso o per tornaconti personali possiamo accettare serenamente le sconfitte che si determinano nelle competizioni elettorali, e ripartire spinti della molla della passione civile. Questo è il nostro modo di concepire la politica, di onorare la militanza politica. Aosta giugno 2008 |
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Aostasera.it ha scritto: |
Come le imprese editoriali, anche i giornali di partito in Valle d'Aosta sono finanziati attraverso una legge regionale (la 32 del 2004) che, a partire dal 1° gennaio 2009, sarà sostituita dalla nuova legge sull'editoria votata lo scorso aprile a maggioranza dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta.
Attualmente i partiti politici, in particolare, ottengono un rimborso pari al 50% delle spese sostenute per l'impaginazione, la stampa e la distribuzione dei loro giornali. La legge prevede, però, che le testate siano pubblicate e distribuite con cadenza almeno mensile, per almeno 12 numeri all'anno e con una tiratura minima di 3.000 copie per numero. Ma come sono andate le cose nel 2008? Quanti contributi e a quali giornali sono stati erogati? L'amministrazione regionale ha deliberato per i primi 9 mesi dell'anno ovvero per i giornali usciti da gennaio a settembre 2008 (per l'ultimo trimestre devono ancora essere presentate le domande) oltre 160.000 euro per le testate politiche ed associative. La cifra per i soli giornali di partito si attesta invece sugli 84.000 euro. Risultano, però, molto diversi tra loro i costi sostenuti dai movimenti politici per la pubblicazione dei loro giornali, costi su cui, è bene chiarirlo, hanno influito, per l'intensificarsi dell'informazione, anche le elezioni regionali del maggio scorso. La Stella Alpina per "La Voce della Stella Alpina" - un giornale tabloid di 4 pagine a colori con frequenza mensile - ha ottenuto 23.374 euro di contributo a fronte di una spesa (sempre riferita ai primi tre trimestri) di oltre 46.700 euro. Il movimento della Stella Alpina spende, quindi, in media, oltre 5.100 euro a numero di cui la metà a carico dell'amministrazione regionale. Decisamente più contenuta la spesa sostenuta da Fédération Autonomiste che per il mensile "La Voix Autonomiste" (sempre un tabloid di 4 pagine a colori) spende in media ogni numero 2.272 euro ottenendo un contributo regionale, fino a settembre 2008, di poco più di 10.000 euro. ( quindi € 27.264) Tra i giornali di partito che hanno ottenuto contributi figurano anche le "Le Travail", organo del PD valdostano, che per un quindicinale di 8 pagine a 2 colori, ha speso circa 30.000 € e ricevuto un contributo di 15.000 euro circa. Seguono per contributi ricevuti "Informazione Valle d'Aosta" (quindicinale dei Verdi di 4 pagine in bianco e nero) con 11.000 euro circa, "La Lanterne Magique" (mensile di Vallée d'Aoste Vive di 4 pagine a colori) con 8.200 euro circa, "Fortuna - pagine di confronto laico" (mensile del movimento Loris Fortuna di 4 pagine a 2 colori) che ha ricevuto sino ad ora 7.700 euro e, infine, "Renouveau Valdôtain", (mensile di 4 pagine in bianco e nero) dell'omonimo movimento con oltre 6.800 euro di contributo. Fanalino di coda il mensile Foglio Azzurro di Forza Italia che, sinora, ha ricevuto solo 1942 euro. Questo è il quadro quantitativo che emerge dalle cifre diffuse dall'Assessorato alle Attività produttive. Sui contributi alle testate di partito sono diverse le posizioni in campo anche in seguito all'approvazione e all'entrata in vigore, a gennaio, della nuova legge regionale sull'editoria che introduce alcune importanti novità. La principale è che potranno accedere ai contributi solo le testate degli organi e dei movimenti presenti in Consiglio regionale. I commenti e le considerazioni dei movimenti politici saranno, quindi, riportati nella seconda tappa dell'approfondimento di Aostasera.it di Nathalie Grange 22/12/2008 |
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di Marco Murgia ha scritto: |
A grandi passi verso il completamento della coalizione. Con un gioco di parole facile facile, Passoni: che è Achille Passoni, l'inviato di Veltroni in Sardegna per la gestione del Pd sino alle elezioni di febbraio. Lavora su due piste, il commissario: l'unità del partito e la definizione del nuovo centrosinistra. Svolge il ruolo di segretario, spetta a lui tenere i rapporti con gli indecisi. Alla fine dei conti, i socialisti di Peppino Balia. L'incontro tra i due si è svolto ieri in via Emilia, nella sede dei democratici: una «chiacchierata positiva e utile», dice il consigliere regionale, «ma interlocutoria» quindi «attendiamo di rincontrarci».
Balia non si sbilancia: parla di «alcuni aspetti» affrontati ma anche della necessità di «capire adesso come può andare avanti la discussione, anche sugli aspetti programmatici». Nessun accenno alle candidature - «È prematuro parlarne» - ma la richiesta sul piatto è nota: un assessore in Giunta a scelta su una rosa di tre nomi e un eletto praticamente sicuro nel listino regionale. Andrebbe a rimpolpare la squadra socialista, visti i rumors non confermati che darebbero il consigliere regionale Mondino Ibba pronto a lasciare il partito. Con una richiesta su tutte, da parte del gruppo: un maggiore considerazione per gli alleati minori, posizione ribadita più volte in numerosi interventi durante gli ultimi due anni di legislatura. È praticamente l'ultimo nodo da sciogliere, in attesa della decisione del Psd'Az oggi a Birori. Se da una parte è praticamente certo l'abboccamento con il centrodestra e il sostegno a Ugo Cappellacci, dall'altra è altissima la probabilità di una scissione nel partito dei Quattro mori: con la minoranza interna - ma maggioritaria nell'elettorato - pronta a formare una lista pro Renato Soru. In prima fila c'è la federazione cagliaritana, da tempo in contrapposizione con la gestione di Giacomo Sanna e Paolo Maninchedda. Passoni non stempera l'ottimismo: «Stiamo lavorando assieme al presidente Soru per rafforzare la coalizione e costruire il programma per iniziare questa nuova avventura, in continuità con i risultati significativi del percorso già avviato in questi quattro anni e mezzo di governo». Un gioco di squadra su due livelli: il presidente uscente, oltre alla campagna elettorale che partirà ufficialmente martedì alla Fiera di Cagliari, lavora alla definizione del programma con gli alleati sicuri. Idv: Questione morale e costi della politica nel programma di governo In primo luogo, Soru rinsalda il rapporto con l'Italia dei Valori. Non è roba da poco, se si considerano gli ultimi mesi dentro il partito di Antonio Di Pietro: con il coordinatore regionale Federico Palomba in contrasto con lo stesso Soru e indicato senza troppa convinzione come uno delle possibili alternative quando si parlava di primarie di coalizione. Poi il coordinamento regionale che ha confermato a larghissima maggioranza il sostegno al presidente uscente: «Una decisione di tutto il partito», spiega il consigliere regionale Adriano Salis, «senza nessuna imposizione ma frutto di una discussione interna lunga e chiara di cui anche Di Pietro ha preso atto». L'incontro di ieri, presente anche Palomba, è andato «bene, benissimo». L'occasione buona per «svolgere una ricognizione sul programma, che sarà basato fondamentalmente sul Piano regionale di sviluppo presentato nel 2007». Naturalmente, continua Salis, «presenteremo una memoria, su richiesta del presidente, per l'allargamento dei temi». Questione morale e riduzione dei costi della politica al primo punto: a disposizione, come base di partenza per la seconda questione, c'è un progetto di legge già depositato in Consiglio regionale. L'Italia dei Valori si presenterà con proprio simbolo e otto liste, una per provincia, e un messaggio chiaro agli esponenti del Psd'Az che potrebbero risultare scottati dalla probabile svolta a destra del partito: «C'è tutta la nostra disponibilità a intercettare eventuali delusi, per dare la possibilità di farli esprimere nelle liste pro Soru». Un esperimento già tentato nel 2006, con proposta uguale: se fosse andata a buon fine, in quella occasione «il candidato sardista nelle liste Idv sarebbe stato eletto». Nel frattempo, il presidente uscente incassa il sì dei Verdi delle province di Cagliari, Oristano, Nuoro, Olbia, Sassari e Alghero che confermano «la naturale collocazione della Federazione dei Verdi nella coalizione di centrosinistra e a sostegno del candidato presidente Renato Soru»: il partito ambientalista prepara una riflessione per «valutare l'opportunità di presentare i Verdi della Sardegna in una coalizione di liste di centrosinistra o in eventuali liste civiche a sostegno del candidato presidente che andranno a costituirsi». Rifondazione: Giovani e personalità autorevoli nel listino regionale Simbolo e liste proprie, come annunciato, anche per il Prc. Avranno una «significativa presenza di donne e giovani» e saranno formulate «nel pieno rispetto del pluralismo interno, così come democraticamente definito dall'esito del voto congressuale», spiega il capogruppo in Consiglio regionale Luciano Uras. Tutto senza dimenticare i suggerimenti per il listino, che nella stessa direzione «dovrebbe accogliere l'esigenza di un forte ricambio, di una significativa presenza di giovani e di personalità autorevoli, riconosciute, tecnicamente e politicamente competenti, del mondo del lavoro, della cultura, dell'autonomismo e della sinistra». In sostanza è la ricerca di personalità esterne ai partiti «in ragione di un'apertura della coalizione che va proiettata innanzitutto sulla società». Lunedì, intanto, il gruppo Per la Sinistra formato da Sinistra autonomista e Pdci presenterà il proprio simbolo e le proposte per il programma della coalizione. |
Aostasera.it ha scritto: | |
Un numero del Peuple Testate di partito: ma quanto ci costate? Aosta - In Valle gran parte dei giornali di partito beneficia di finanziamenti regionali, fa eccezione Le Peuple Valdôtain, organo informativo dell’UV che gode di contributi statali. Secondo Panorama, il giornale in 6 anni ha avuto oltre 1,5 milioni di euro. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° In Italia v’è forse solo una cosa più redditizia di fondare un partito politico: creare un giornale di partito, una pioggia di contributi è assicurata. Il tutto, ovviamente, è a carico del contribuente. In Valle gran parte delle pubblicazioni di partito beneficia di speciali finanziamenti regionali, fa eccezione Le Peuple Valdôtain, organo informativo dell’Union Valdôtaine. Le Peuple, giornale di circa 10 pagine e a cadenza settimanale, gode infatti di contributi statali. Esistono ovviamente dei parametri minimi da rispettare: la pubblicazione deve essere settimanale e nel corso dell’anno devono venir stampati almeno 48 numeri. Parametri rispettati dal Peuple. La somma viene poi stabilita in base a precisi calcoli, ovvero facendo la media dei costi degli ultimi due anni di gestione, ovviamente l’editore deve presentare il bilancio dell’azienda (certificato da esperti) e in seguito viene stabilito un importo. Questa non è ovviamente l’unica entrata dei giornali di partito, a questi soldi statali vanno aggiunti quelli derivati dalla vendita e dalla raccolta pubblicitaria. Nel caso della vendita è l’Union il cliente che compra da La Nouvelle ed Le Peuple, il giornale. Quello pubblico è però innegabilmente un grande aiuto, secondo i maligni addirittura eccessivo. Il settimanale Panorama scriveva qualche tempo fa che Le Peuple Valdôtain era riuscito ad accappararsi in soli sei anni ( e per la precisione sino al 2005) oltre 1 milione e mezzo di finanziamenti. La cifra appare attendibile, se si considera che il giornale degli unionisti ha rastrellato nel solo 2005 oltre 332 mila euro. «Gli importi dei contributi si mantengono piuttosto stabili negli anni», ha spiegato Jean Barocco, editore del Peuple. In questo caso i dati forniti da Panorama paiono confermati anche per il quinquennio successivo: a suon di 300 mila e rotti euro l’anno, il milione si supera assai velocemente. - Aosta 31/12/2008 di Cristian Pellissier |
La Stampa ha scritto: |
25 Febbraio 2009
A MILANO. IDENTIFICATO DOPO UN GIORNO Suicida sotto il treno ingegnere di Brusson BRUSSON Emilio Revil, 37 anni di Brusson, ingegnere del Politecnico di Milano dove lavorava come responsabile del centro di calcolo, si è ucciso gettandosi sotto un treno poco distante dalla stazione di Lambrate, in Lombardia. Suicida come il padre Franco, 59 anni, insegnante di Verrès che si impiccò nel 2001 dopo una denuncia per «abuso di mezzi di correzione». Revil ha scelto la morte senza una spiegazione. E’ successo domenica pomeriggio. Il corpo straziato dal treno era stato segnalato alla Polfer di Lambrate da un passante. Privo di documenti, per ore è rimasto senza nome alimentando un giallo per un possibile omicidio. Poi, attraverso le impronte digitali, si è arrivati all’identità del valdostano. La notizia della morte di Revil è arrivata al sindaco di Brusson Giulio Grojacques lunedì sera. In paese vivono la madre, Marisa Pirra, e lo zio del giovane. Ieri la famiglia è stata convocata a Milano dalla polizia il riconoscimento. Emilio Revil lavorava a Milano ma ogni fine settimana tornava a Brusson. «Credo che mai avrebbe rinunciato a staccarsi dalla sua terra - dice Grosjacques -. Era un ragazzo colto, caparbio e arrabbiato con il mondo per la brutta storia del padre. Di recente sembrava avesse lasciato alle spalle quei ricordi. Quando lo incontravo in paese era piacevole parlare con lui». Qualche anno fa, Emilio Revil era stato anche al centro di una diatriba giudiziaria con un giornalista valdostano per presunte minacce via blog. Revil aveva anche organizzato un sito web dove ha raccontato tutti i particolari sulla vicenda del padre e il trattamento riservatogli dai giornali. La data dei funerali non è ancora stata fissata. DANIELE GENCO |
dario m. carmassi ha scritto: |
Caro faustocoppi, sono sempre io non preoccuparti, penso e scrivo sempre le stesse cose.
Mi rendo conto di risultare anche un pò noioso ma tant'è. Se non altro cerco di non riperterle negli stessi luoghi. Capisco che "passata la festa e gabbato lu santo" possano non essere più gradite. Ma perchè polemizzare con me, ricordando il povero Revil? Non chiedetevi perchè non partecipo più al forum. darmax Rimane invece la consapevolezza che una grave malattia dello spirito attecchisce sempre di più tra di noi. Non trovare più ragioni per continuare è terribile, sempre tra persone di cultura, istruite, intelligenti. La disperazione della ragione. |
(RCD) ha scritto: |
MILANO - "Se ci saranno le politiche, il movimento c'e'". Beppe Grillo annuncia di essere pronto a correre anche per le elezioni politiche, se si dovesse andare al voto anticipatamente, con la sua nuova formazione politica, presentata oggi al teatro Smeraldo di Milano. "Io faro' il presidente, credo - ha detto - poi ci saranno una decina di voi, io voglio vedere la gente di 30 anni prendersi questo Paese". (RCD) |
(ANSA) Data: 07/10/2009 ha scritto: |
14:30 INFRASTRUTTURE: LA TORRE, SUPERARE IMMOBILISMO CITTA' AOSTA (RPT CON TESTO CORRETTO)
(ANSA) - AOSTA, 7 OTT - "E' fondamentale superare l'immobilismo che attanaglia la città di Aosta e le nomine di Bruno Milanesio, a capo della società pubblica per la costruzione del campus universitario nella caserma Testafochi, e di Paolo Giunti, come presidente della controllata per l'ampliamento dell'ospedale, consentiranno di dare nuovo ossigeno al capoluogo valdostano, riaprendo il piano regolatore generale". Leonardo La Torre, capogruppo e segretario della Federation autonomiste, commenta così la decisione della maggioranza regionale - anticipata oggi dal quotidiano La Stampa - sugli amministratori unici delle società costituite da Finaosta per la gestione dei due importanti progetti urbanistici del capoluogo regionale. Nei prossimi giorni la Giunta regionale formalizzerà le indicazioni alla finanziaria regionale. I due manager nomineranno a loro volta aree operative composte da tecnici ed esperti in materia urbanistica e operativa. (ANSA). |
La Stampa 07 Ottobre 2009 ha scritto: | |
il caso
Regione, doppio «Sì» della maggioranza per i manager unici Milanesio alla Testafochi guiderà la riconversione AOSTA
Dagli alpini agli studenti: a guidare la riconversione della Testafochi in cittadella universitaria sarà un politico di lungo corso, Bruno Milanesio. Il suo nuovo incarico pubblico sarà di manager unico di una società a responsabilità limitata con un solo socio, Finaosta. Il «sì» sul suo nome è dei vertici della maggioranza in Regione. Con lui passa anche un altro manager unico, Paolo Giunti, che a maggio lasciò la Finbard, e ora sarà la guida operativa di una società sempre controllata al cento per cento da Finaosta che si occuperà dell’ampliamento dell’ospedale «Parini». I due manager seguiranno progettazione e lavori. Le due aziende (società di scopo) saranno costituite da Finaosta nei prossimi giorni. La finanziaria regionale ha ricevuto l’incarico dalla Regione. La pratica ospedale ha fatto qualche passo in più (in una settimana dovrebbe passare in Comune di Aosta l’accordo di programma), mentre per la Testafochi i tempi saranno più lunghi. Ma entrambe le società (non hanno ancora una denominazione) saranno pronte entro questo mese. Il ritorno di Bruno Milanesio era stato ventilato da tempo. L’ultimo suo incarico come guida di un progetto era del 1990 quando si occupò della candidatura olimpica di «Aosta 98». Un progetto cominciato con la politica sottosopra, cioè con il ribaltone regionale che detronizzò dalla presidenza Augusto Rollandin per sostituirlo con Gianni Bondaz. Proprio Milanesio fu il tessitore dell’improvvisa quanto inattesa crisi regionale. La giunta Bondaz scivolò sulle Colombiadi, cioè sulla minitangentopoli conseguente a mazzette divise fra i partiti di maggioranza per i lavori pubblici in occasione delle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo. Le Olimpiadi targate Milanesio naufragarono con il referendum voluto dall’Union valdôtaine che fece breccia nell’opinione pubblica. Gli anni hanno sopito scandali e vendette. Milanesio, dopo essere stato eletto quale consigliere comunale della città, dopo aver lanciato e sostenuto progetti politici alternativi e culturali, dopo aver continuato la sua attività imprenditoriale, rientra come gestore pubblico di uno dei più importanti progetti aostani. La riconversione costerà oltre 90 milioni. Entro l’anno dovrebbe essere concluso il lavoro urbanistico, mentre il prossimo sarà dedicato alle progettazioni. Tra il 2011 e il 2015 verranno affidati i lavori. Un «via» ai cantieri che dovrebbero durare 8 anni nel caso in cui saranno fatti in un unico lotto. Gli anni per la realizzazione saliranno a 14 se i lotti saranno tre. Già stimati anche i costi di gestione del Polo universitario: 6,2 milioni l’anno (oggi l’ateneo costa 5,4 milioni). Il Polo, in cui verrà concentrata tutta l’attività universitaria, coprirà una superficie quattro volte superiore alle attuali sedi dell’ateneo: 34.927 metri quadrati. Segna un ritorno anche l’ampliamento dell’ospedale «Parini». Paolo Giunti, che aveva lasciato la presidenza della Finbard, ora avrà l’incarico per l’ala Est ospedaliera. Giunti aveva gestito la ristrutturazione del Forte di Bard (manca ancora il 10 per cento delle opere), ma in contrasto con Finaosta che ha spostato la sede Finbard da St-Christophe alla fortezza, non ha accettato il reincarico. I lavori al «Parini» costeranno 140 milioni. L’accordo di programma con il Comune di Aosta è vicino. Il progetto sarà cambiato in parte. Non verrà più chiuso al traffico viale Ginevra, come il piano di fattibilità aveva previsto. ENRICO MARTINET |
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Le Messager Valdotain ha scritto: |
PILA, NUOVO CENTRO TURISTICO (1973)
La stazione di Pila sarà costruita secondo i più moderni ed aggiornati dettami non solo della tecnica urbanistica ed edilizia -con il più integrale rispetto della natura- ma con l'intento di offrire un valido esempio di inserimento paesaggistico, di tutela ecologica del territorio, di architettura in funzione del paesaggio. Nel definire la stazione, l'equipe internazionale degli Architetti la classifica: "Integrata" nella natura circostante plasmandosi le costruzioni sull'andamento del terreno, "Omogenea" per il costante filo conduttore dell'architettura, "Coerente" perchè perfettamente dimensionata nei rapporti geografici ed umani, "Concentrata" in quanto le residenze vi sono raccolte avvolgendo e articolandosi attorno ai quattro nuclei essenziali: centro servizi, centro commerciale, centro sportivo, centro alberghiero. Investimento previsto 18 miliardi; capacità 5.000 posti letto. La progettazione urbanistica, in soluzione integrata, prima realizzata in Italia, è opera dello Studio Chappis di Chambery, che ha riassunto, innovandole, tutte le esperienze di analoghe stazioni montane europee. Pila sorge a 15 chilometri da Aosta nel Comune di Gressan, ad un altitudine di 1750 metri ed è al centro di un comprensorio di 335 kmq. che abbraccia il territorio dei cinque comuni di Charvensod, Gressan, Jovençan, Aymavilles e Cogne. |
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La Stampa 08 Ottobre 2009 ha scritto: |
Milanesio e Giunti manager unici dei futuri cantieri
Metafora. Il leader della Fédération sceglie l’ironia per definire l’importanza dei piani tecnici su Testafochi e ospedale. La Torre: “Ora la città ha due proconsoli” Il sindaco. «Scegliere società esterne è la via giusta per affrontare i lavori come avevamo indicato già nel 2005 AOSTA Proconsoli. Così Leonardo La Torre, leader di Fédération, definisce Bruno Milanesio e Paolo Giunti che guideranno le società per i lavori di Testafochi (Università) e ampliamento dell’ospedale «Parini». Ride, La Torre. E spiega: «E’ una battuta, ovvio. Aggiungo ancora che i due ‘’proconsoli’’ risolvono di colpo il problema della ricerca di un candidato a sindaco di Aosta, no? Intendo dire che queste due opere rappresentano il motore di sviluppo dell’intera città. E interrompono un evidente immobilismo cittadino». Parla in lui un ex sindaco di Aosta, quando giovane socialista fu portato sulla sedia più alta del municipio dal suo maestro di politica, Bruno Milanesio. Chi è oggi sindaco della città, Guido Grimod, che con il 2010 chiude il suo secondo mandato, dice: «Sono due progetti fondamentali per il futuro cittadino. Sono soddisfatto della decisione della Regione. Già nel 2005, come maggioranza comunale, indicammo questa strada, cioè quella di società che potessero gestire i due poli di sviluppo al di fuori dalla macchina burocratico-amministrativa. Così è andato. Bene». L’avvio del lavoro per ospedale e Testafochi ha ora due momenti diversi: il primo riguarda la costituzione delle due società con socio unico, Finaosta; l’altro l’iter comunale. Per l’ampliamento verso Est del «Parini» l’accordo di programma Regione-Comune dovrebbe concludersi entro l’anno. Martedì il Consiglio comunale è chiamato a discuterlo e a votarlo. Ancora il sindaco: «Contiene una variante sostanziale al Piano regolatore, quindi dovrà essere pubblicato per consentire ai cittadini di formulare eventuali osservazioni. Dopo tornerà in Consiglio, quindi diventerà operativo». Passaggio essenziale perché la società possa andare avanti con progetti e appalti per i cantieri. Uno dei nodi da risolvere è viale Ginevra. Chiuderlo al traffico, oppure no? «E’ un dettaglio importante che dovrà essere affrontato - risponde Grimod -. Il progetto prevede il collegamento sotterraneo tra ospedale di oggi e ala nuovo a Est. Viale Ginevra finisce in un cul de sac, cioè in via St-Martin. Il nuovo ingresso dell’ospedale sarà da via Roma e in viale Ginevra ci dovrà essere il meno traffico possibile. Come in parte avviene già oggi». Per la Testafochi i professionisti sono al lavoro per la progettazione del Piano urbanistico di dettaglio. Piano necessario per poter dar corso all’opera. Questione di viabilità anche qui. Sarà chiusa via Lexert e l’arteria Nord-Sud sarà via Giorgio Elter. Dal lato Est della città altro collegamento Nord-Sud attraverso via Jean de La Pierre. |
giorgio Inviato: Mer Gen 24, 2007 7:55 pm ha scritto: | |
Il Forum di Area Democratica è diventato la piazza sotto casa mia, cambia faccia a secondo delle giornate e dei momenti della giornata. A volte l'attraverso veloce, a volte mi fermo a chiacchierare, a volte me ne sto in un cantuccio e ascolto e osservo. Per ora ci sono più o meno sempre le stesse facce, se qualcuno non si fa vedere per troppo tempo, io ne chiedo notizie. Ci sono le battute che si ripetono, le discussioni appassionate, le serate che si trascinano lente, per ora (...e meno male) niente "incazzature", le confidenze a volte. E' una piazza strana, perchè ci circola gente dei posti più impensati e per questo vive anche di notte. Qualche volta vado a sbirciare e qualche ospite non si fa mancare. Alcune volte, proprio come in ogni piazza che si rispetti, riesco a vedere anche i piccioni.
Ma quello che io ho sempre sognato, e continuo a sognare, è quello di saper costruire un ponte. Dopo attenti e accurati studi, tecnicamente, molti ne sarebbero capaci. La mia ambizione è quella di pensare al ponte come strumento, come veicolo d’incontro, come una possibilità, da dare a tutti indistintamente, di percorrerlo e attraversarlo per arrivare di là, in quel luogo ideale dove si sposa l'ottimismo con il futuro.
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AostaSera.it ha scritto: | |
Milanesio per la conversione della Testafochi? Louvin: “Scelta da condannare”
Aosta - Milanesio a capo della società che guiderà la riconversione della Testafochi. Rollandin: “Milanesio avrà una funzione amministrativa. E’ stato scelto per la conoscenza che ha dei meccanismi regionali e comunali".
L'attuale Caserma Testafochi Nel consiglio regionale di oggi, 21 ottobre, si è parlato della nomina di Bruno Milanesio a capo della società incaricata della riconversione della Testafochi in Università della Valle d'Aosta. "Ci sembrava alquanto improbabile - ha detto Roberto Louvin (VdaVive) - che dopo le traversie che avevano visto protagonista il geometra Milanesio la persona scelta fosse proprio lui, invece ci sbagliavamo. Per la nascita del Campus si parla di un progetto di 90 milioni di euro, ci chiediamo quali siano i titoli manageriali posseduti da Milanesio, quali i suoi precedenti, quali le sue esperienze condotte sul campo e, perché no, quali le sue vicende di carattere penale? Forse in Valle poteva essere allargata un po' la rosa dei candidati, forse si poteva guardare anche ad altre persone. Stiamo infatti parlando di soggetti che saranno a capo di società cruciali per lo sviluppo della città di Aosta". La risposta è arrivata direttamente dal presidente della Regione, Augusto Rollandin. "Mi pare - ha detto - che in parte l'interpellante si sia già risposto da solo. Mi sembra poi che la conoscenza tra l'interpellante e Milanesio sia molto buona, io lo conosco molto meno. Non risultano condanne a carico di Milanesio per reati di tipo urbanistico, e l'abbiamo scelto per la sua conoscenza sia dei meccanismi della Regione sia di quelli del Comune. Il suo compito sarà più che altro amministrativo, non certo tecnico". "Sono partite le grandi manovre sulle opere pubbliche", ha ribadito Louvin che parla di "una saldatura di interessi politici forti che fa perno sull'asse Rollandin e Milanesio. Vediamo con preoccupazione la scelta di Milanesio e la condanniamo sul piano politico". di Cristian Pellissier 21/10/2009 |
romadomani.it ha scritto: | |
DA ROMA
I rischi paventati da Francesco Rutelli «esistono», ma vanno arginati dall’interno, con la formazione di un’ «Area Democratica» dentro il Pd. Si chiamerà così la componente del partito che fa riferimento al segretario uscente Dario Franceschini, il quale ha riunito ieri sera a Montecitorio i parlamentari suoi sostenitori. Una comunicazione breve, preceduta da un’introduzione di Piero Fassino: in circa mezz’ora, oltre a ringraziare tutti per l’impegno profuso nelle primarie, il candidato sconfitto ha spiegato - racconta uno dei partecipanti - che Area Democratica è necessaria «per mantenere il profilo pluralista del partito», ritenuto non al sicuro dopo «il successo della mozione più identitaria», quella di Pierluigi Bersani. Una corrente? Al contrario, ha sostenuto Franceschini, è il solo modo per «non disperdere l’esperienza di superamento delle appartenenze nata con la nostra mozione». Per non tornare, insomma, a essere ex-popolari, ex-diessini, ecodem e via dicendo. Nella riunione non si è invece parlato del futuro organigramma del partito e dei ruoli che potrebbero essere riservati all’opposizione interna. «Con la mozione di maggioranza non c’è stato ancora alcun contatto - dicono i franceschiniani - ma quando Bersani farà le sue proposte, le valuteremo senza pregiudizi. Non è un problema di poltrone, ma di dialogo interno». La proposta dovrà essere «chiara e trasparente», ha precisato Franceschini, altrimenti tanto vale giocare il ruolo di semplice minoranza interna. I più determinati a un’opposizione “tosta” sarebbero i veltroniani, più che altro in funzione anti-D’Alema, principale sponsor di Bersani e ritenuto il maggiore responsabile delle dimissioni di Walter Veltroni da numero uno del Pd. Gli ex Ppi, invece, cercano di mediare. E non nascondono la preoccupazione per l’addio di Rutelfi. Secondo Franceschini, dire che «se qualcuno va via non succede niente», come ha fatto Prodi, «non è un buon modo di ragionare». |
(ANSA) Data: 30/10/2009 ha scritto: |
17:14 AMBIENTE: SINISTRA VDA, 5 SUGGERIMENTI PER MIGLIORARE AOSTA (ANSA) - AOSTA, 30 OTT - Dopo rapporto sull'ecosistema urbano di Legambiente - "che mette in evidenza quanto ci sia ancora da fare in Valle d'Aosta e più in particolare ad Aosta" - la federazione di Sinistra Alternativa propone in una nota alcuni suggerimenti per migliorare la situazione del capoluogo valdostano. In dettaglio si tratta di: una campagna di lavori pubblici nel settore idraulico che permetta di ridurre al minimo le perdite presenti nella rete degli acquedotti; istituzionalizzazione della raccolta dell'umido e della raccolta dei rifiuti fatta porta a porta con l'introduzione di una regolamentazione più severa per controllare eventuali trasgressori; una serie di lavori tesi alla ristrutturazione e all'aggiornamento degli edifici pubblici al fine di ridurre al minimo la dispersione energetica; un nuovo regolamento per l'edilizia pubblica e privata che contenga norme vincolanti circa le costruzioni di nuovi edifici e la ristrutturazione di quelli antichi con vincoli contro la dispersione termica e il risparmio energetico; un piano di trasporto pubblico più efficace. (ANSA) |
La Stampa 31 Ottobre 2009 ha scritto: | ||
La posta dei lettori. Piazza Chanoux 28/A. e-mail: Al Polo Universitario serve progettualità Le cortine fumogene che hanno tentato di rendere irrespirabile l’aria del dibattito politico a proposito dell’incarco manageriale a Bruno Milanesio per la trasformazione della Caserma Testafochi in Polo Universitario della Valle d’Aosta si prestano ad alcune considerazioni. Milanesio, per quanto si è letto sugli organi di informazione, ha già risposto con saggezza e perspicacia alle accuse che gli sono state mosse: lui si ritiene, per esperienza e professionalità, un manager in grado di fornire un bagaglio di idee e soluzioni al problema in questione, ed è di queste che si dovrebbe discutere piuttosto che scaricare su di lui livori e frustrazioni che tradiscono, invece, proprio mancanza di progetti e di idee. Non si trova di meglio che attaccarlo sul piano personale (quando guariremo da questa malattia mortale del personalismo in politica?), dimenticando - tra l’altro - che due legislature fa nessuno ha avuto da ridire sulla sua candidatura a Sindaco di Aosta e sul fatto che per cinque anni (fino al 2005) è stato consigliere di opposizione, apprezzato per il suo impegno proprio da quelli che oggi lo criticano. Il problema del Polo Universitario, inoltre, non è solo un problema di ristrutturazione edilizia, non è solo un problema di «contenitore», ma anche e soprattutto di «contenuti». Si tratta di mettere a confronto idee e progetti sul tipo di Università che meglio si adatti al modello di società valdostana che si prefigura per i prossimi 30-50 anni, anche sul piano delle relazioni internazionali. Non siamo di fronte ad un problema «anagrafico», come qualcuno ha sostenuto, ma di capacità di lungimiranza e di intelligenza progettuale. Lascia, infine, dubbiosi e perplessi l’improvvisa resipiscenza e l’atteggiamento di una parte della (sedicente) borghesia intellettuale aostana e della solita, polverosa e stantìa sinistra radical chic, che hanno guardato, sin dal suo nascere, all’Università valdostana con la puzza sotto il naso, ritenendola inutile, brillando per assenza dalle sue iniziative e manifestazioni e guardandosi bene dal consigliare l’Ateneo valdostano ai propri figli. Si accorgono adesso dell’Università non perché si preoccupino di essa, ma solo perché Milanesio può avere qualcosa di interessante da dire in proposito. ROMANO DELL’AQUILA
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La Stampa 17 Novembre 2009 ha scritto: | |
La posta dei lettori. Piazza Chanoux 28/A. e-mail: Sterile diatriba attorno a don Busso Molti simpatizzanti del Pd della Valle d’Aosta si riconoscono nella tesi di don Ugo Busso, parroco di Gignod, Exenex e Signayes. L’ex presidente della Caritas diocesana in una intervista rilasciata a un settimanale locale si è rivolto ai suoi fedeli e tra le altre cose ha detto: «La fede non si impara a scuola, ma si vive in parrocchia». Alcuni esponenti politici approfittando di questa situazione lo hanno coinvolto in un confronto molto simile a una diatriba. In questo dibattito che considero sterile, questo continuo strattonare la giacca (da parte di aree politiche «locali» che si rifanno a convinzioni filosofiche più o meno laiciste) di un uomo di fede come don Ugo Busso - molto impegnato anche nel sociale - credo sia solo uno dei tanti altri mezzucci per distogliere l’attenzione sui reali problemi e sulla crisi della politica in questa Regione. Nell’intervista don Busso fa solo notare che la scuola e la politica prima di parlare di islamizzazione, entrambe, dovrebbero dare eguali opportunità alle diverse culture. Sulla polemica del crocefisso nelle aule scolastiche, l’approccio deve essere caratterizzato dal rispetto verso tutte le fedi e tutte le culture e non dal disprezzo verso il simbolo della croce. Essa non è solo presente nelle aule, ma anche negli ospedali, sulle cime delle montagne, sui sentieri, nei luoghi di culto. E qui don Busso dice una solenne verità ricordandoci che i veri simboli della cristianità sono i sacramenti, che rappresentano una tappa fondamentale per i cristiani, come l’Eucarestia e la parola che l’accompagna. Chiudo prendendo a prestito il bollettino parrocchiale di Gignod che già nel 1992 riportava in maniera lungimirante «Il lessico familiare» di Natalia Ginzburg, deputata della sinistra, figlia del professor Levi, ebrea e atea. Negli Anni 80 scrisse: «Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli. A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola». Basterebbe raccontarlo a tanti ignari genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. GIANFRANCESCHI PAOLO Segretario del Circolo Pd |
Citazione: |
Care amiche, cari amici, intervengo per un breve precisazione in questo spazio aperto di dibattito coi cittadini sulla partecipazione al NO B Day. Premesso che preferirei manifestazioni con slogan tipo: SI' alla Democrazia; SI' al rinnovo dei contratti di lavoro con la sigla di tutti i sindacati (e più soldi e meno tasse in busta paga); SI' alla Scuola per tutti... Condivido la necessità di esprimere pubblicamente il disagio per la condotta irresponsabile (e mi riferisco a quella pubblica lasciando da parte la querelle sulle questioni - ancorché gravi - attinenti alla sfera privata) del Presidente del Consiglio... Ma ravviso, in linea con il PD nazionale, la perplessità che i partiti (tutti) della sinistra invochino la società civile e poi appena questa mette fuori il naso tutti (compreso il PD naturlamente) cerchino di "zomparle" addosso e di "irrigimentarla... Noi crediamo nel ruolo dei partiti. Noi auspichiamo che la gente si schieri e sclega l'adesione ufficiale (iscrizione) o partecipi agli eventi (primarie elezioni) del PD. Non lo nascondiamo. Ma siamo stupefatti che i cultori dei movimenti di lamentino ogni volta che il PD non dichiara ufficialmente di partecipare ad una (loro) manifestazione e quando ne promuove una il PD si lamentino egualmente parlando di tentatici di egemonizzare l'opposizione... Il PD lascia fare ai movimenti e alle associazioni il loro ruolo e pensa a fare il suo. Quindi visto che siamo la principale forza di oppposizione non c'è da chiedersi neppure quale sia il nostro sentimento di simpatia verso gli amici e i compagni del NO B Day. Ne conseguirà una nostra significativa presenza nelle piazze. Ma per cortesia non mettiamo il cappello a chi non lo vuole e non vincoliamo gli altri a scelte a cui non hanno avuto neppure il diritto di condividere democraticamente... Con l'augurio (e la cosapevolezza) che sarà un successo! |
raimondo ha scritto: |
Care amiche, cari amici,
intervengo per un breve precisazione in questo spazio aperto di dibattito coi cittadini sulla partecipazione al NO B Day. Premesso che preferirei manifestazioni con slogan tipo: SI' alla Democrazia; SI' al rinnovo dei contratti di lavoro con la sigla di tutti i sindacati (e più soldi e meno tasse in busta paga); SI' alla Scuola per tutti... Condivido la necessità di esprimere pubblicamente il disagio per la condotta irresponsabile (e mi riferisco a quella pubblica lasciando da parte la querelle sulle questioni - ancorché gravi - attinenti alla sfera privata) del Presidente del Consiglio... Ma ravviso, in linea con il PD nazionale, la perplessità che i partiti (tutti) della sinistra invochino la società civile e poi appena questa mette fuori il naso tutti (compreso il PD naturlamente) cerchino di "zomparle" addosso e di "irrigimentarla... Noi crediamo nel ruolo dei partiti. Noi auspichiamo che la gente si schieri e sclega l'adesione ufficiale (iscrizione) o partecipi agli eventi (primarie elezioni) del PD. Non lo nascondiamo. Ma siamo stupefatti che i cultori dei movimenti di lamentino ogni volta che il PD non dichiara ufficialmente di partecipare ad una (loro) manifestazione e quando ne promuove una il PD si lamentino egualmente parlando di tentatici di egemonizzare l'opposizione... Il PD lascia fare ai movimenti e alle associazioni il loro ruolo e pensa a fare il suo. Quindi visto che siamo la principale forza di oppposizione non c'è da chiedersi neppure quale sia il nostro sentimento di simpatia verso gli amici e i compagni del NO B Day. Ne conseguirà una nostra significativa presenza nelle piazze. Ma per cortesia non mettiamo il cappello a chi non lo vuole e non vincoliamo gli altri a scelte a cui non hanno avuto neppure il diritto di condividere democraticamente... Con l'augurio (e la cosapevolezza) che sarà un successo! raimondo |
(ANSA) Data: 05/12/2009 ha scritto: |
18:31 NO B DAY: IN PIAZZA AD AOSTA ANCHE SEGRETARIO PD VDA (ANSA) - AOSTA, 5 DIC - "Siamo vicini ai cittadini che sono contro la destra". Giustifica così il segretario regionale del Partito democratico, Raimondo Donzel, la sua presenza al NO B Day in piazza des Franchises, ad Aosta.
Sciarpa viola degli autoconvocati al collo, a pochi passi dal presidio allestito dal Partito della rifondazione comunista, dai Comunisti italiani, dall'Idv, ai quali si sono aggregati i Verdi, Donzel commenta: Dal gazebo le voci di Walter Manazzale, consigliere comunale di Aosta del Prc, e Marilde Provera, ex parlamentare Prc, ricordano alle tante persone che affollano il centro storico del capoluogo i motivi che hanno spinto a scendere in piazza gli italiani. "Non ce la prendiamo con Berlusconi - dicono - come persona, ma come capo di un esecutivo che utilizza il potere per fare leggi ad personam, bloccando di fatto il lavoro del parlamento, che critica ferocemente chi lo mette in discussione, che premia chi agisce fuori dalle regole, che privatizza l'acqua e non le televsioni, che penalizza i lavoratori onesti e fa accordi con gli industriali". (ANSA) |
La Stampa 08 Dicembre 2009 ha scritto: |
Il centrodestra regionale
Allo studio una fondazione sul modello di «Fare Futuro» Stai con Fini o con Berlusconi? A livello nazionale la domanda, nel Pdl, è diventata un tormentone che riempie le pagine dei giornali. In Valle d’Aosta, invece, tutto tace. E dire che la storia del centrodestra regionale non ha risparmiato, negli anni, dissidi, tensioni e litigi. Oggi il clima sembra molto diverso: «I punti di vista diversi esistono anche qui - spiega Giorgio Bongiorno, coordinatore del Pdl valdostano - come è giusto che sia un partito che ha una sua dialettica interna. Ma parlare di divisioni o correnti è del tutto fuori luogo, anche perché numericamente siamo piccoli. E poi siamo nati da poco, non c’è nessuna intenzione di cercare divisioni». La conferma arriva anche da Alberto Zucchi, che da An si è innestato nel Pdl: «In questo momento serve un approccio unitario e non un’attitudine a cercare dei distinguo reciproci. Sulle questioni istituzionali, per esempio, siamo tutti d’accordo». Attorno a Gianfranco Fini, tuttavia, è nata un’area che si è raccolta nella Fondazione Fare Futuro, divenuta in poco tempo un punto di riferimento politico-culturale: «L’esperimento è interessante - annuisce Zucchi -, ma non penso si possa immaginare uno sbarco di Fare Futuro in Valle». Tuttavia il consigliere regionale ammette: «Penso che anche qui ci sia lo spazio per creare un luogo in cui discutere, al di là del Pdl». Solo un’ipotesi? «Personalmente - risponde Zucchi - mi sto muovendo per realizzare uno strumento del genere. Una fondazione va oltre i partiti e può davvero essere uno strumento utile. Ma non parlate di fronda». |
pasolini ha scritto: |
Febbraio 2010.
Il governo berlusconi è caduto sul processo breve. Fini si è dissociato definitivamente ed è uscito dal PDL. Alle elezioni si presenta una lista fino a pochi mesi prima impensabile. Si chiama Per La Costituzione. Il candidato premier è Fini, il vice premier Bersani. Raccoglie il nuovo partito di Fini, il PD, l'UDC, IDV, l'Alleanza di Rutelli, Sinistra Ecologia e Libertà. Federazione di Sinistra rimane fori per questione di principio, mai con la destra. Il programma non è specificatamente politico, ma si risolve in un solo punto. Prendere la maggioranza e fare una legge seria sul conflitto di interesse, con un governo tecnico che reggerà l'ordinaria amministrazione fino all'approvazione di quella legge. poi si tornerà alle urne. Che fare? |
giorgio ha scritto: | ||
Avevo dei dubbi sul fatto che la manifestazione in piazza des Franchises sarebbe stata notificata dai media e riportata con la dovuta attenzione dalle "testate" locali. Non ostante tutta la buona volontà di farla passare sotto silenzio e con sprezzo del pericolo c'è qualcuno che l'ha riportata. Devo dire tuttavia - sempre da "pignoletti" - che anche questo comunicato è inficiato da una presa di posizione poco serena, poco obbiettiva e ancor meno super partes. Presentare in maniera del tutto impalpabile un episodio politico - per me rilevante - o far notare come in fondo in fondo il segretario del Pd, Raimondo Donzel, per essere lì dovesse dare una giustificazione dimostra ancora una volta come il sottoscritto abbia ragione quando scrive che in Valle d'Aosta i "media" risentano pesantemente di certi condizionamenti relazionali e politici. Come sempre qualcuno si aspetta che Donzel faccia dichiarazioni non impostate sul bon-ton politico o lesive nei confronti di ogni interlocutore non allineato al Pd pensiero, così poi dimostrare come il Pd sia isolato. Ma come sempre il Pd dimostra di lavorare per avere finalmente anche in Valle una sinistra capace di assumersi le proprie responsabilità. E oggi tentiamo anche di esprimere pubblicamente il disagio per la condotta irresponsabile del Presidente del Consiglio e in linea con il Pd nazionale, esprimere la perplessità che i partiti (tutti) della sinistra invochino la società civile e poi appena questa mette fuori il naso tutti (compreso il Pd naturlamente) cerchino di "zomparle" addosso e di "irreggimentarla... Ma siamo anche stupefatti che i cultori dei movimenti si lamentino ogni volta che il Pd non dichiara ufficialmente di partecipare ad una loro manifestazione e quando ne promuove una il Pd, si lamentino egualmente parlando di tentativi di egemonizzare l'opposizione..."Siamo vicini ai cittadini che sono contro la destra" dice Donzel e io riepilogo qui la mia posizione: 1) sono da sempre favorevole alla manifestazione viola 2) sono sempre stato contrario alla sua strumentalizzazione da parte di Di Pietro 3) chiedo a quei giovani un impegno continuativo nella politica attiva proprio nei partiti della sinistra e del centro sinistra 4) critico chi critica Bersani perché il Pd è il solo "Incrociatore Aurora" che può sparare il colpo di cannone e la sola piazza che abbia la forza di dare inizio alla cacciata di Berlusconi, nelle forme che la democrazia o la storia ci imporranno. |
La Stampa 09 Dicembre 2009 ha scritto: | |
POLITICA. IN VISTA DEL CONGRESSO DEI VERDI
Raimondo Donzel al No B-Day - Prove tecniche di dialogo a sinistra
Pierluigi Bersani ha preferito restare a casa e non unirsi al corteo che sabato scorso ha invaso Roma. Ad Aosta, invece, il segretario regionale del Pd Raimondo Donzel si è presentato alla manifestazione che a livello locale è stata organizzata in occasione del No Berlusconi Day, sfoggiando anche un foulard viola, colore simbolo dell’iniziativa. «Nulla di strano, – commenta – il Pd è vicino alla gente di sinistra contro la destra. E poi a Roma c’era anche la presidente del partito, Rosy Bindi». Donzel conferma le stesse perplessità espresse da Bersani: «Preferirei manifestazioni propositive e non contro qualcuno. Ma condivido la necessità di esprimere pubblicamente il disagio per la condotta irresponsabile del Presidente del Consiglio». La sua presenza al No-B Day aostano ha il sapore delle prove tecniche di dialogo a sinistra, anche se Donzel puntualizza: «Il No-B Day è nato in modo spontaneo e non condivido chi ha voluto mettere il cappello dei partiti a questo evento. Io ho partecipato alla giornata di sabato, ma non ho portato né bandiere né materiale del Pd e avrei voluto che tutti avessero fatto lo stesso». Riferimento ai simboli di Idv e Prc presenti sabato in piazza des Franchises. «Il Pd – aggiunge Donzel - lascia fare ai movimenti e alle associazioni il loro ruolo e pensa a fare il suo». Il dialogo però esiste davvero, nonostante tutto. La prossima occasione per la sinistra locale di confrontarsi sarà il congresso dei Verdi, sabato. Non ci saranno i partiti dell’area autonomista né quelli del centrodestra. L’invito a partecipare è stato limitato alle forze che compongono l’Alleanza autonomista progressista del Galletto. Ma con un’eccezione: proprio il Pd che, dati alla mano, resta la sigla che nel centrosinistra continua a raccogliere il maggiore consenso. Daniele Mamoliti |
pasolini ha scritto: |
Io la vedo un pò più grigia.
il mio progetto ha un senso in funzione di quanto accaduto sabato, cioè è una possibile e teorica risposta politica (alla cui verificazione io non credo) alla domanda delle persone scese a manifestare. è molto più probabile che non venga data risposta alcuna, come sempre. però è una risposta che rispetta le rispettive posizioni politiche e le cristallizza in attesa di poter tornare a discutere nel merito. fini rimane di destra, il PD di sinistra (si fa per dire eh...) e via dicendo. invece rutelli sta "chiamando" fini ad un'alleanza politica a tutto campo, non limitata come quella del sondaggio, cioè, dopo aver aderito al PD, cerca casini (che è stato col centrodestra una vita ed è di un centro che tira sicuramente a destra) e addirittura fini. l'ipotesi di rutelli è un nuovo centrodestra che scalzi quello berlusconiano. con buona pace di bersani, enrico letta, d'alema e di tutti quei babbioni che nel PD spingono verso l'UDC. |
(ANSA) Data: 09/12/2009 ha scritto: |
19:01 PD: IN PIAZZA PER PROTESTARE CONTRO GOVERNO BERLUSCONI
(ANSA) - AOSTA, 9 DIC - "Al Partito democratico interessano i problemi dei cittadini e non i fatti giudiziari e personali del premier. Vogliamo scelte che siano fatte nell'interesse del Paese e non di pochi. Per queste ragioni è importante che i valdostani capiscano che le decisioni sbagliate fatte dal governo Berlusconi hanno ripercussioni importanti anche sulla Valle d'Aosta". Lo ha evidenziato il segretario regionale del Partito democratico, Raimondo Donzel, presentando le iniziative regionali per la manifestazione '1000 piazze per l'alternativà in programma venerdì 11 e sabato 12 dicembre. Donzel ha stigmatizzato "i tagli alla scuola e alla ricerca, le scelte scellerate nel settore della sicurezza che mettono a rischio l'esistenza dei piccoli presidi territoriali, la mancanza di politiche del lavoro in un momento di crisi che è tutt'altro che alle spalle e l'assenza di lungimiranza". Il Pd sarà presente in piazza des Franchises ad Aosta venerdì 11 dalle 9 alle 19 e davanti allo stabilimento Cogne dalle 12 alle 15. Sabato 12 l'appuntamento è in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto ad Aosta dalle 9 alle 13, in piazza Chanoux a Pont-Saint-Martin dalle 10 alle 12 e in piazza Chanoux ad Aosta dalle 14 alle 19. In calendario anche l'assemblea regionale venerdì sera all'Hotel Napoleon di Montjovet per "discutere le problematiche regionali e nazionali e fare il punto con gli amministratori comunali sull'ultimo quinquennio". (ANSA). |
raimondo ha scritto: |
Care amiche, cari amici,
intervengo per un breve precisazione in questo spazio aperto di dibattito coi cittadini sulla partecipazione al NO B Day. Premesso che preferirei manifestazioni con slogan tipo: SI' alla Democrazia; SI' al rinnovo dei contratti di lavoro con la sigla di tutti i sindacati (e più soldi e meno tasse in busta paga); SI' alla Scuola per tutti... Condivido la necessità di esprimere pubblicamente il disagio per la condotta irresponsabile (e mi riferisco a quella pubblica lasciando da parte la querelle sulle questioni - ancorché gravi - attinenti alla sfera privata) del Presidente del Consiglio... Ma ravviso, in linea con il PD nazionale, la perplessità che i partiti (tutti) della sinistra invochino la società civile e poi appena questa mette fuori il naso tutti (compreso il PD naturlamente) cerchino di "zomparle" addosso e di "irrigimentarla... Noi crediamo nel ruolo dei partiti. Noi auspichiamo che la gente si schieri e sclega l'adesione ufficiale (iscrizione) o partecipi agli eventi (primarie elezioni) del PD. Non lo nascondiamo. Ma siamo stupefatti che i cultori dei movimenti di lamentino ogni volta che il PD non dichiara ufficialmente di partecipare ad una (loro) manifestazione e quando ne promuove una il PD si lamentino egualmente parlando di tentatici di egemonizzare l'opposizione... Il PD lascia fare ai movimenti e alle associazioni il loro ruolo e pensa a fare il suo. Quindi visto che siamo la principale forza di oppposizione non c'è da chiedersi neppure quale sia il nostro sentimento di simpatia verso gli amici e i compagni del NO B Day. Ne conseguirà una nostra significativa presenza nelle piazze. Ma per cortesia non mettiamo il cappello a chi non lo vuole e non vincoliamo gli altri a scelte a cui non hanno avuto neppure il diritto di condividere democraticamente... Con l'augurio (e la cosapevolezza) che sarà un successo! |
sito ufficiale di Vallée d'Aoste Vive 8 aprile 2009 ha scritto: |
Strategia autolesionista del PD
I pifferi di montagna, come ognuno di noi sa, andarono per suonare e furono suonati. Esattamente la stessa fine occorsa ad un partito progressista (?) valdostano che, piccandosi di essere il più furbo ed il più scaltro, ha inseguito l’improbabile chimera unionista sfasciando un’alleanza che qualche risultato l’aveva pur prodotto; morale: né con l’UV né con l’AAP. Soli come un gambo di sedano, a mendicare un candidato di facciata nella lista della circoscrizione, con la sicura certezza di non elezione. Il PD, che ha tentato con tutte le armi di entrare in gioco, con proposte, ammiccamenti, concessioni sostanziose al Comune di Aosta e opposizione "costruttiva" in Regione, ha ottenuto soltanto la cocente disillusione dell’inutilità del suo corteggiamento: il taxi della destra è più grande e più comodo; cornuto e mazziato si dice in gergo. Mariuolo 8 aprile 2009 |
Citazione: |
(ANSA) Data: 09/12/2009 19:01 PD: IN PIAZZA PER PROTESTARE CONTRO GOVERNO BERLUSCONI
(ANSA) - AOSTA, 9 DIC - "Al Partito democratico interessano i problemi dei cittadini e non i fatti giudiziari e personali del premier. Vogliamo scelte che siano fatte nell'interesse del Paese e non di pochi. Per queste ragioni è importante che i valdostani capiscano che le decisioni sbagliate fatte dal governo Berlusconi hanno ripercussioni importanti anche sulla Valle d'Aosta". Lo ha evidenziato il segretario regionale del Partito democratico, Raimondo Donzel, presentando le iniziative regionali per la manifestazione '1000 piazze per l'alternativa in programma venerdì 11 e sabato 12 dicembre. Donzel ha stigmatizzato "i tagli alla scuola e alla ricerca, le scelte scellerate nel settore della sicurezza che mettono a rischio l'esistenza dei piccoli presidi territoriali, la mancanza di politiche del lavoro in un momento di crisi che è tutt'altro che alle spalle e l'assenza di lungimiranza". Il Pd sarà presente in piazza des Franchises ad Aosta venerdì 11 dalle 9 alle 19 e davanti allo stabilimento Cogne dalle 12 alle 15. Sabato 12 l'appuntamento è in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto ad Aosta dalle 9 alle 13, in piazza Chanoux a Pont-Saint-Martin dalle 10 alle 12 e in piazza Chanoux ad Aosta dalle 14 alle 19. In calendario anche l'assemblea regionale venerdì sera all'Hotel Napoleon di Montjovet per "discutere le problematiche regionali e nazionali e fare il punto con gli amministratori comunali sull'ultimo quinquennio". (ANSA). |
La Stampa 10 Dicembre 2009 ha scritto: | |
POLITICA/1. IL PD RISPONDE A LA TORRE
Donzel: “Grave ridurre l’autonomia a un semplice discorso monetario”
Mobilitazione nazionale per il Pd, che domani e sabato organizza «1000 piazze per l’alternativa». La manifestazione è stata presentata ieri ad Aosta nella sua versione locale. Il Pd sarà presente domani nel capoluogo in piazza Des Franchises dalle 10 alle 19 e davanti alla Cogne dalle 12 alle 15 per distribuire volantini con le sue proposte; sabato, dalle 9 alle 13 al mercato di Aosta, dalle 10 alle 12 a Pont-St-Martin e dalle 14 alle 19 in piazza Chanoux ancora ad Aosta. Spiega il segretario regionale del Pd, Raimondo Donzel: «E’ un’iniziativa che affronta i problemi dei cittadini, contro le politiche del governo di centrodestra, incapace di contrastare la crisi». Lo stesso centrodestra su cui il segretario di Fédération Leonardo La Torre ha affermato: «Il processo di avvicinamento con gli autonomisti è in atto, ma vogliamo un ritorno economico». Donzel, alleato di La Torre in Comune di Aosta, ribatte: «Anche noi siamo autonomisti e riteniamo grave ridurre la questione a un discorso monetario». Il Pd domani sera a Montjovet sarà in assemblea generale e parlerà anche di Amministrative. Il giorno dopo i Verdi apriranno il loro congresso; il Pd è stato invitato, ma la sua presenza non è scontata: «Vedremo – dice Donzel –, mi risulta che l’invito sia stato fatto alle forze del Galletto. Ed è noto che noi non ne facciamo parte». |
AostaSera.it 11/12/2009 ha scritto: | |
Il Pd in piazza contesta il governo nazionale.
"Scelte scellerate che coinvolgono anche la Valle" Aosta - "1000 piazze per l'alternativa" è il titolo della manifestazione in programma oggi, venerdì 11 novembre, e domani anche in Valle d'Aosta. Al centro della protesta i tagli alla scuola e alla ricerca e la mancanza di politiche del lavoro in tempo di crisi.
Il gazebo del PD ad Aosta Due giornate di mobilitazione del Partito Democratico per riportare l'attenzione sui problemi delle persone, per contestare le politiche e le scelte del governo di Berlusconi in tema di occupazione, sicurezza, scuola. Questo, in sintesi, è "1000 piazze per l'alternativa", manifestazione in programma oggi, venerdì 11 novembre, e domani anche in Valle d'Aosta. "Le persone devono capire che le scelte scellerate del Governo italiano interessano e hanno ricadute pesanti anche in Valle d'Aosta - sottolinea Raimondo Donzel, segretario regionale del PD - perché, solo per fare un esempio, se si tagliano le risorse per la sicurezza a livello nazionale, anche la polizia e i carabinieri della Valle d'Aosta avranno meno soldi e meno possibilità di presidiare al meglio il territorio". Al centro della protesta anche i tagli alla scuola e alla ricerca e la mancanza di politiche del lavoro e di contrasto alla disoccupazione in periodo di crisi economica "Abbiamo apprezzato le misure anti-crisi adottate dal'amministrazione regionale, ma riteniamo che da sole non siano in grado di rimettere in piedi un paese" ha commentato ancora Donzel. Il Partito Democratico è presente oggi tutto il giorno in piazza des Franchises ad Aosta e dalle 12 alle 15 davanti allo stabilimento Cogne. Domani, sabato 12 dicembre, l'appuntamento è in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto ad Aosta dalle 9 alle 13, in piazza Chanoux a Pont-Saint-Martin dalle 10 alle 12 e in piazza Chanoux ad Aosta dalle 14 alle 19. Per fare il punto con gli amministratori comunali sull'ultimo quinquennio e discutere invece delle future alleanze in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno i membri dell'Assemblea regionale si riuniranno questa sera a Montjovet. "Credo - ha ribadito il segretario regionale - che confermeremo la linea già votata in passato ovvero alle elezioni amministrative faremo accordi sulla base di programmi condivisi, perché il PD è un soggetto autonomo e non fa parte di alleanze precostituite". di Nathalie Grange |
VdA Today ha scritto: |
1000 piazze PD, Donzel rilancia: «Non lasciamo
il governo di Aosta e Regione alla destra» «Il PD è un grande partito, e non va al traino di nessuno»: Raimondo Donzel risponde indirettamente alla critiche per la mancata partecipazione al congresso dei Verdi valdostani, che si è tenuto sabato 12 dicembre all’Espace Populaire. «Rivendichiamo con orgoglio di essere il primo partito di sinistra ad Aosta – continua il segretario regionale – sommando più voti di Renouveau e VdA Vive». «Siamo disposti a dialogare con tutti, ma non possiamo farci dettare la linea politica da Legambiente o dalla sinistra radicale». Donzel prende a riferimento i numeri le ultime elezioni regionali per dimostrare la forza che il suo partito esprime in città: «Verso Aosta si concentrano le attenzioni di tutti per quanto riguarda le alleanze. Noi però guardiamo all’intera Regione, al nostro radicamente sul territorio e alla politica nazionale». I rapporti con gli autonomisti Come risponde Donzel alla critiche di chi accusa il PD di voler affossare l’alleanza del Galletto? Ribadendo un cavallo di battaglia: «Noi siamo forza di governo, e vogliamo a tutti i costi che la città di Aosta e la Regione non finiscano in mano ad una destra affarista. Non ci stiamo con chi vede dietro all’Union solo clientelismo, dietro a Stella Alpina degli opportunisti e dietro a Fédération dei farabutti. Per questo dialoghiamo anche con questi movimenti, proprio perché vorremmo evitare di consegnare per 20 o 30 anni le amministrazioni comunale e regionale in mano alla destra. A questa destra». Il Donzel-pensiero? E’ il Galletto a scaricare il PD, e non viceversa. A presentazione dell’iniziativa “1000 piazze per l’alternativa“, il segretario PD aveva ammonito: «Le iniziative sbagliate di questo governo iniziano ad avere ripercussioni anche a livello locale. Ci sembra che stia fallendo su tutta la linea, e vogliamo che la popolazione lo capisca». Convergenze divergenti a centro-sinistra? Le 1000 piazze passano in secondo piano, per tornare alle questioni locali. Donzel entra nel merito della polemica con i Verdi e le altre forze dell’Alleanza Autonomista Progressista, dicendo che avrebbe «partecipato volentieri a questo congresso, ma i metodi sono sbagliati e le parole hanno un peso». Il segretario fa riferimento al fatto che Gianpaolo Fedi, coordinatore dei Verdi locali, convocando gli alleati abbia invitato le “forze che fanno parte del Galletto“, scrivendo le testuali parole nell’invito inviato a Vallée d’Aoste Vive, Renouveau Valdôtain, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Associazione Loris Fortuna e PD, oltre che su Informazione, il periodico dei Verdi. Ma il Partito Democratico dal 2008 non fa più parte del Galletto. Questioni di lana caprina sulla terminologia: «Ho agito in buona fede», si è giustificato Fedi – e anche il nome sembra dargli ragione – durante il congresso; «Se ha dovuto ribadire che era un semplice errore, evidentemente c’era qualcosa dietro», replica dubbioso Donzel. Verso le amministrative I democratici però non chiudono la porta ad eventuali alleanze per le comunali del maggio 2010: «Vorremmo però che venga valorizzato il nostro peso politico, e che si smetta di attaccare a spron battuto nostri esponenti, come Alder Tonino, perché il PD è ancora un grande partito, radicato sul territorio e con una grande forza elettorale». «Il Galletto lavora da un anno ad un soggetto unitario, ma nemmeno VdA Vive e Renouveau sono ancora riusciti a fondersi, ed è paradossale che Legambiente organizzi un banchetto lo stesso giorno e alla stessa ora del congresso dei Verdi: con questa sinistra spezzettata non si andrà mai da nessuna parte». Il PD è disposto ad aprire subito un confronto con le forze del centro-sinistra? «Certo, a patto però che a parlare siano due soggetti. Con la vecchia “Unione” non si può vincere e governare». di Alessandro Mano in gazebo, politica il 12 dicembre 2009 alle 18:51 |
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Citazione: |
Qualcuno spieghi a Donzel che l’apertura a destra dell’Union non è IL problema, ma solo uno dei tanti. Non sarà certo il PdL a dare lezioni di affarismo ad un partito che proprio sull’affarismo e sul clientelismo ha costruito la sua egemonia.
Il problema è proprio l’Union! Dal governo dell’Union ha origine il fatto che esiste un controllo fortissimo e discriminatorio sui dipendenti regionali, che ai referendum la gente va a votare col buio, che si chiude Psicologia perché gli studenti non sono dei potenziali elettori, che si cementifica e si spendono soldi in opere inutili… Certi politicismi del PD rivelano a mio parere l’assenza di un’idea alternativa e complessiva su come gestire la Valle d’Aosta, nonché una scarsa considerazione della morsa in cui è stata infilata la libertà in Valle. L’apertura al PdL è una mossa strategica, non un invasione di campo, il nuovo carro dei vincitori su cui salire per legittimarsi e continuare a governare indisturbati. Essere di sinistra da un pò di tempo a questa parte vuol dire necessariamente essere anti-unionista… |
emilio 13 dicembre 2009 alle 10pm ha scritto: |
qualcuno ricordi a Matteo che i massimi esponenti di VdAVive e RV erano esponenti di spicco anche nell’UV e per cui nel trattare con gli uni o con gli altri non vedo tutta questa differenza… io non dimentico e credo poco nel ravvedimento radicale delle persone… la cosa che potrebbe infastidirmi e preoccuparmi sarebbe averli nel mio stesso partito, per questo non sento tutta questa smania di un tutti assieme appassionatamente. e poi che gli altri facessero pure, nessuno ha mai tentato di impedirglielo, anzi personalmente apprezzo perchè sarà anche più facile confrontarsi, non capisco gran parte di queste polemiche se non per dare indirettamente forza alla parte avversa. |
(ANSA) Data: 14/12/2009 ha scritto: |
18:00 GIORNALISTI:ORDINE E ASVA, INACCETTABILI INSULTI A CRONISTA
(ANSA) - AOSTA, 14 DIC - "Le minacce e gli insulti al collega intervenuto all'assemblea dell'associazione Amis des Bataille de reines sono fatti gravi. Il comportamento di molti allevatori al pari del mancato intervento in difesa del giornalista da parte del presidente uscente, riconfermato nell'incarico denota una scarsa attitudine al confronto democratico". Così i presidenti dell'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta e dell'Associazione stampa valdostana (Asva), Claudio Laugeri e Antonio Mannello prendono posizione su quanto accaduto sabato scorso, quando il giornalisa del quotidiano La Stampa Enrico Martinet è stato insultato e minacciato da alcuni allevatori presenti durante l'assemblea dell'associazione Amis des Batailles de Reines. "Al giornalista - spiegano nella nota Laugeri e Mannello - é stata negata qualsiasi informazione su un tema di indubbio interesse pubblico, quale l'elezione del direttivo di un'associazione di forte rappresentatività in un settore investito di recente da un'ampia e articolata inchiesta giudiziaria". "Quegli allevatori dalle facili minacce - si legge ancora nel comunicato congiunto - hanno perso un'occasione per distinguersi da quei comportamenti malavitosi invocati per regolare le questioni con chi rientri nella cerchia dei 'non graditi'". Per i presidenti dell'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta e dell'Asva "é inaccettabile la violenza pur se verbale rivolta a un giornalista colpevole soltanto di voler raccogliere le notizie direttamente alla fonte, anziché affidarsi alle veline e alle informazioni filtrate. Impedire ai cronisti di svolgere il proprio lavoro significa voler negare la possibilità di avere un'informazione degna di un Paese democratico". (ANSA). |
(ANSA) Data: 14/12/2009 ha scritto: |
18:00 GIORNALISTI:ORDINE E ASVA, INACCETTABILI INSULTI A CRONISTA
(ANSA) - AOSTA, 14 DIC - "Le minacce e gli insulti al collega intervenuto all'assemblea dell'associazione Amis des Bataille de reines sono fatti gravi. Il comportamento di molti allevatori al pari del mancato intervento in difesa del giornalista da parte del presidente uscente, riconfermato nell'incarico denota una scarsa attitudine al confronto democratico". Così i presidenti dell'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta e dell'Associazione stampa valdostana (Asva), Claudio Laugeri e Antonio Mannello prendono posizione su quanto accaduto sabato scorso, quando il giornalisa del quotidiano La Stampa Enrico Martinet è stato insultato e minacciato da alcuni allevatori presenti durante l'assemblea dell'associazione Amis des Batailles de Reines. "Al giornalista - spiegano nella nota Laugeri e Mannello - é stata negata qualsiasi informazione su un tema di indubbio interesse pubblico, quale l'elezione del direttivo di un'associazione di forte rappresentatività in un settore investito di recente da un'ampia e articolata inchiesta giudiziaria". "Quegli allevatori dalle facili minacce - si legge ancora nel comunicato congiunto - hanno perso un'occasione per distinguersi da quei comportamenti malavitosi invocati per regolare le questioni con chi rientri nella cerchia dei 'non graditi'". Per i presidenti dell'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta e dell'Asva "é inaccettabile la violenza pur se verbale rivolta a un giornalista colpevole soltanto di voler raccogliere le notizie direttamente alla fonte, anziché affidarsi alle veline e alle informazioni filtrate. Impedire ai cronisti di svolgere il proprio lavoro significa voler negare la possibilità di avere un'informazione degna di un Paese democratico". (ANSA). |
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La Stampa 15 Dicembre 2009 ha scritto: | |
Cityporto in servizio non prima dell’estate
La posta dei lettori. Piazza Chanoux 28/A. e-mail: In relazione all’articolo pubblicato sulle pagine de «La Stampa» di giovedì 10 dicembre e intitolato «Da febbraio scarico merci ecologico», desidero precisare quanto segue: il titolo dell’articolo è inesatto, non avendo il sottoscritto mai affermato alla giornalista che mi ha intervistato che il servizio sarebbe partito nel mese di febbraio 2010. Interpellato, ho dichiarato che, «essendo previsti 60 giorni per la presentazione del Piano operativo di dettaglio del Cityporto, il progetto relativo verrà consegnato probabilmente entro il mese di febbraio», specificando, successivamente, che «tale documentazione sarà la base per la gara d’appalto da indire e che, di conseguenza, rispettando rigorosamente i tempi, l’avvio del servizio non potrà avvenire prima della metà del 2010». Ringrazio per l’attenzione. MARINO GUGLIELMINOTTI GAIET Vicesindaco di Aosta |
(ANSA) Data: 20/01/2010 ha scritto: |
17:57 PD: FONDAZIONE DOLCHI AMMINISTRERA' PATRIMONIO 1,7 MLN EURO (ANSA) -
AOSTA, 20 GEN - La Fondazione Giulio Dolchi potrà contare su un patrimonio che si aggira attorno a un milione e 700.000 euro. Presentata oggi agli organi di informazione, è una delle settanta in costituzione in tutta Italia che hanno la funzione di amministrare il patrimonio economico e culturale del Partito Democratico. "La decisione - ha sottolineato il presidente della Fondazione, Ercole Bruno Martinet - scaturisce a livello nazionale all'epoca dei Ds, che ravvisarono la necessità di separare la politica ossia il partito dalla gestione del patrimonio ereditato dal Pci". Per il segretario regionale del Pd, Raimondo Donzel, "la Fondazione è strumento di salvaguardia dello sforzo organizzativo di chi ci ha preceduti, a incominciare dal Pci, e veicolo di valori della sinistra valdostana". E Giulio Dolchi - secondo i rappresentanti del Pd - "ne rappresenta un baluardo": fu presidente del Partito, fondatore del Travail, partigiano, sindaco di Aosta e presidente del Consiglio. Tra le finalità della Fondazione, infine, la promozione dei valori della sinistra, il supporto all'attività politica del Pd, la promozione di eventi, la valorizzazione dei documenti cartacei e fotografici appartenuti a Giulio Dolchi. (ANSA). |
La Stampa 21 Gennaio 2010 ha scritto: | |
il caso
Istituzione politico culturale La Fondazione Pd intitolata a Dolchi AOSTA E’ stata costituita in Valle d’Aosta la Fondazione Giulio Dolchi. L’iniziativa è di respiro nazionale ed è funzionale al trasferimento di tutti i beni dei Democratici di sinistra alle fondazioni «per separare la politica dalla gestione del patrimonio, evitando che scelte negative della politica abbiano ripercussioni sul patrimonio». La presentazione dell’istituzione intitolata a Giulio Dolchi è stata fatta ieri dal presidente del consiglio di amministrazione Ercole Bruno Martinet (presidente del consiglio di indirizzo è invece Elisabetta Rosaci), dal segretario regionale del Pd Raimondo Donzel e da Giuseppe Rollandin, che fa parte del Cda con Donzel, Walter Pivato e Massimo Verduci. Scopo delle fondazioni, hanno spiegato, «è anche quello di recuperare tutto il materiale conservato nelle varie sedi del partito per non disperdere una storia che dura da 70 anni». La Fondazione Giulio Dolchi ha come finalità politico-culturale «la promozione dei valori della Sinistra italiana ed europea e il supporto all’attività politica del Pd». La scelta di intitolare la Fondazione valdostana a Giulio Dolchi è stata facile. «Dolchi - ha detto Ercole Bruno Martinet - è stato la storia della Sinistra in Valle d’Aosta, il fil rouge tra la Resistenza al nazifascismo e lo sviluppo democratico ed economico di oggi per la difesa dei più deboli. A Giulio Dolchi e alla sua determinazione sono legati sia il radicamento della Sinistra nell’identità valdostana sia la difesa della cultura bilingue». Giulio Dolchi (classe 1921, sposato con Rosa Marquet, morto il 20 ottobre 2003) era stato partigiano nella brigata «Arturo Verraz» in Val di Cogne, dirigente di Pci, Pds e Ds, fondatore del giornale «Le Travail», presidente dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia), consigliere comunale nel capoluogo dal 1946, assessore comunale negli Anni 50, sindaco dal 1966 al 1992, consigliere regionale per cinque legislature nelle quali ha ricoperto il ruolo di vice presidente e più volte quello di presidente del Consiglio. Dolchi è stato presidente della «Fédération Mondiale Villes Jumellées» e, per l’impegno in favore dei valori della francofonia è stato insignito della Legion d’Onore dal presidente della Repubblica francese. La Fondazione valdostana nasce con un patrimonio diversificato, che tra denaro contante (6500 euro), fabbricati, terreni, partecipazioni societarie, ammonta a circa un milione 700 mila euro. Tra i beni immobili di proprietà della Fondazione figura l’attuale sede del Pd in corso Battaglione Aosta. Tra le prime iniziative della Fondazione (che ha già un sito, |
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(ANSA) 12:37 ha scritto: |
COMUNALI: AOSTA; ALPE PROPONE A PD PRIMARIE IN COMUNE
(ANSA) - AOSTA, 18 FEB - Un 'ponte' verso il Pd per affrontare insieme la sfida elettorale delle comunali di Aosta e indire primarie comuni. Il nuovo movimento Alpe (Verdi, Vda Vive e Renouveau Valdotain) - nelle cui fila, tra l'altro, figurano alcuni fuoriusciti dallo stesso Pd - avvia il proprio percorso istitutivo con un gesto distensivo nei confronti dell'altro partito di centro sinistra. "Verso il Partito democratico - ha spiegato Paolo Fedi, coordinatore dei Verdi, durante la conferenza stampa di presentazione della prossima assemblea costitutiva di Alpe prevista il 27 febbraio - siamo sempre aperti, la consideriamo la formazione più vicina e non possiamo pensare di metterci in una posizione di scontro, anche perché dal punto di vista degli ideali sono persone amiche". In rappresentanza della componente degli indipendenti provenienti dal Pd, che confluiranno nel nuovo movimento (tra questi Vanni Florio e Roberto Avetrani), è intervenuto Walter Pivato: "Io e le persone di cui sono il portavoce - ha detto - non siamo state fatte entrare nel Pd, ma abbiamo lavorato all'interno dei Ds-gauche valdotaine per la creazione di un unico movimento riformista e autonomista che non fosse solo la filiale di un partito nazionale. Alpe rappresenta il coronamento di questo nostro impegno". (ANSA). |
La Stampa 28 Settembre 2010 ha scritto: |
POLITICA.PROPOSTA DI ALLEANZA
Dalla Federazione della Sinistra un appello alle forze progressiste In attesa di capire se e quando si andrà al voto anticipato, la Federazione della Sinistra della Valle d’Aosta chiama a raccolta le forze dell’area progressista per «sviluppare i punti di un prossimo programma elettorale». Un appello lanciato «indipendentemente dalla data delle elezioni politiche» e che ha come destinatari l’Alpe, la Sinistra per la Città e l’associazione Loris Fortuna, già alleati alle recenti comunali aostane, ma anche il Partito Democratico e l’Italia dei Valori, passando per l’Associazione Libero Pensiero (Alp), che negli ultimi mesi si è distinta in particolare per il lavoro documentale svolto sui lavori che interesseranno l’Ospedale regionale. I rappresentanti delle sigle sono stati invitati alla tavola rotonda di venerdì alle 17.30 all’Espace Populaire: «La speranza – dice Francesco Lucat, coordinatore della Federazione – è che questo dibattito sia il primo di una lunga serie di iniziative». Lucat attacca il Pdl («sigla che significa “Partito di Lui”», ironizza), «spaccato per un contrasto fra il suo padre padrone e uno dei suoi fondatori» e denuncia «la degenerazione culturale e morale, l’attacco alla Costituzione e la guerra al lavoro» del governo Berlusconi. Poi spiega: «In Valle d’ Aosta l’Uv ha, con troppa fretta, scelto di salire sul carro di quello che appariva il vincitore assoluto e che sembrava garantire la continuazione di quel regime finanziario su cui quel partito fonda gran parte del suo consenso». Secondo il coordinatore della FdS, «la dichiarazione di Ego Perron secondo cui “Dobbiamo interrogarci su quanto è opportuno fare per questa regione, per noi è importante avere sempre interlocutori”» esprime «un opportunismo da “O Franza o Spagna, purché se magna” che è perfettamente compatibile con la logica del berlusconismo, assai meno con quella di chi, chiamandosi erede di Émile Chanoux, dovrebbe avere una storia e una dignità da difendere». Lucat propone alle forze progressiste «un confronto e un lavoro di lunga lena, difficile e impegnativo» per «uscire dal berlusconismo» e lancia la proposta: «Se ci saranno elezioni a breve scadenza, bisognerà elaborare una proposta forte e unitaria che permetta quel cambiamento da troppo tempo necessario». Daniele Mammoliti |
AostaSera.it 28/09/2010 ha scritto: | |
Prove tecniche di confronto all’interno della sinistra autonomista valdostana
Aosta - Venerdì 1 ottobre i partiti e i movimenti che gravitano attorno all’area progressista e autonomista sono invitati a un dibattito pubblico all’Espace Populaire. L’appello proviene dalla Federazione della sinistra valdostana.
Francesco Lucat Le vacanze sono finite, è cominciato l’autunno, e si torna a fantasticare di una possibile unione della sinistra valdostana, lontano da scadenze elettorali troppo pressanti. Per ora siamo allo stadio della proposta, anzi, dell’appello. Tocca alla Federazione della sinistra fare la prima mossa, tendendo la mano ad amici e amici degli amici, ovvero a PD, Alpe, associazione Loris Fortuna, Italia dei Valori, Sinistra per la Città e Associazione Libero Pensiero (Alp), ma anche ai sindacati, e in generale a chiunque condivida l’esigenza di riformare la sinistra valdostana. L’appuntamento è per venerdì 1 ottobre alle 17,30 al’Espace Populaire. “Dobbiamo ricostruire una cultura alternativa per arrestare il generale imbarbarimento della vita democratica” sintetizza Francesco Lucat, segretario regionale di Rifondazione comunista. “Va fatto anche, naturalmente, in prospettiva di uno sbocco elettorale”. Scorrendo la lista degli interlocutori, colpisce la presenza dell’Alp, l’associazione “grillina” che ultimamente sta dando filo da torcere alla maggioranza. I rapporti con la sinistra dei partiti tradizionali non è mai stato idilliaco, ma sembra dire Lucat, è tempo di guardare oltre le piccole divergenze e costruire un’alternativa solida per fare fronte alla deriva politica e istituzionale segnalata a sinistra. Lo stesso discorso vale per Italia dei Valori e PD, con cui on sono mancati gli screzi, ma sempre, sottolinea il segretario di RC, nell’ottica di uno scambio franco e leale. Quali sono le priorità? Secondo Lucat, in primis viene la tutela del lavoro. “La ricetta per uscire dalla crisi, secondo l’industria e il patronato, è la precarizzazione sistematica dell’occupazione. Rifiutiamo questo modello, in quanto proprio il lavoro è la colonna portante della democrazia italiana, e la storia della Repubblica lo dimostra. A questo proposito, appoggiamo senza riserve lo sciopero della Fiom del 16 ottobre”. La palla è ora nel campo delle altre forze dell’area progressista e autonomista. “Dobbiamo incontrarci, metterci attorno a un tavolo e discutere di contenuti, e non di schieramenti politici”. di Elena Tartaglione |
La Stampa 02 Ottobre 2010 ha scritto: |
POLITICA.
SVOLTA NELL’INCONTRO ALL’ESPACE POPULAIRE Pd, torna il dialogo con la sinistra e gli autonomisti A unire sono le critiche a Rollandin e Fosson dopo la fiducia in Senato al governo Berlusconi AOSTA Dopo le tensioni e le incomprensioni dell’ultima campagna elettorale per le comunali, il Pd torna a dialogare con la sinistra e con il mondo autonomista. Dopo l’incontro all’Espace Populaire voluto dalla Federazione della Sinistra, che ieri pomeriggio ha messo attorno a un tavolo i rappresentanti delle forze che un tempo formavano l’Alleanza autonomista progressista, Raimondo Donzel dice: «Inizia una convergenza sui problemi sociali, sul lavoro, la scuola e la lotta al berlusconismo». Tanto che Francesco Lucat, artefice della riunione, non nasconde la sua soddisfazione («siamo andati al di là delle più rosee previsioni») che riesce a fargli digerire il secco «no» ricevuto dai grillini dell’Associazione Libero Pensiero, invitati ma rimasti a casa. Ad accomunare Pd, Alpe, associazione Loris Fortuna e Rifondazione comunista più di un elemento. Ad esempio la critica alla decisione del senatore Antonio Fosson di dare la fiducia al governo Berlusconi: «Quando ho sentito il suo discorso ho avuto uno stravolgimento – ha detto Carlo Perrin –. Fosson si era candidato su presupposti diversi, ma il suo voto consolida un percorso politico». Donzel, sui rapporti tra Uv e centrodestra, non è stato meno tenero: «Rollandin va a Roma e porta in Valle solo fumo. Sono stati limitati i tagli, ma questi verranno fatti su indicazione del governo, alla faccia dell’Autonomia». Ancora Donzel: «La maggioranza ha bocciato la nostra proposta di una legge contro la violenza sulle donne, che costava 100 mila euro, e poi ha speso 750 mila euro tra la Festa della Valle d’Aosta e la Désarpa, senza contare che quest’ultima è stata pessima, lontanissima dalla realtà del mondo agricolo e più simile al sabato fascista: un brutto spettacolo folcloristico in cui servire da mangiare e bere». La prospettiva? «La sfida è come quella per il Nuovo Ulivo – ha detto Flavio Martino – con l’obiettivo di unire le forze su un programma davvero riformista». DANIELE MAMMOLITI |
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Avevamo cortesemente rifiutato l’invito pervenuto da Alpe a partecipare al loro congresso, avendolo comunque considerato un gesto di apertura significativo, senza pregiudizi.
Tuttavia le nostre posizioni chiarissime e nette in contrapposizione a quelle di Alpe su organizzazione, modo di operare concretamente e persone alla direzione non avrebbero consentito di esprimerci con la necessaria franchezza in una sede, come quella congressuale, in cui si è ospiti e si deve prima di tutto rispetto, che noi abbiamo. Alla luce delle dichiarazioni di Roberto Louvin, colui che è, di fatto, il padre padrone di Alpe, abbiamo avuto la conferma che la scelta di non essere presenti era quella giusta. Ecco come giudica Louvin l’azione di informazione ai cittadini e di denuncia del Movimento 5 stelle e ne prende le distanze: "non abbiamo bisogno di fare sempre i primi della classe, di mettere il cappellino sulle battaglie degli altri. Non siamo tra quelli che mettono assieme un dossier e pensano di aver risolto tutto, dicendo 'adesso signori giudici vedetevelavoi". Ovviamente questa è anche la risposta ufficiale di Alpe al nostro invito a firmare l’esposto che spediremo in Procura riguardo al dossier delle centraline idroelettriche che abbiamo presentato. Messaggio ricevuto, non ve la sentite…ne prendiamo atto. Quello che ha detto al congresso, prof. Louvin, è inutilmente falso e lo sanno, prima di tutto, gli iscritti e simpatizzanti dell’Alpe che riteniamo essere, in maggioranza, persone molto consapevoli: un tentativo di propaganda il suo e un’offesa all’intelligenza del popolo di Alpe da chi, forse, si è arbitrariamente convinto di rappresentare un’élite politica insostituibile. Noi non pensiamo di risolvere solo con l’attività di denuncia i problemi della Valle d’Aosta: quando abbiamo detto questo? Abbiamo lavorato e lavoriamo per informare, per far sapere le cose che rimangono diversamente chiuse nei palazzi e nemmeno voi dell'Alpe fate uscire. Coinvolgiamo i cittadini, abbiamo idee e progetti originali contenuti in sintetici programmi che sono come la lista della spesa: semplici, brevi e sbrigativi. Ultime le proposte alternative alle centraline idroelettriche sui torrenti a cui è seguito il vostro significativo silenzio. Come aveva già fatto il presidente del consiglio Alberto Cerise, vostro precedente compagno di merende, in un’intervista alla Stampa definendoci "fustigatori dei costumi" che urlavano e contestavano, lei vorrebbe creare un’immagine del Movimento 5 stelle che è quella che vi farebbe più comodo: non quella reale propositiva di soluzioni moderne e non clientelari, di rispetto delle regole, della legalità, dell’ambiente, di un’economia libera con la Regione che amministri e non faccia l’imprenditore in tutti i settori. Le dodici ore di interventi con sindacalisti, rappresentanti di partito, dichiarazioni di principio le lasciamo volentieri a voi che avete paura del vero dibattito che farebbe emergere il disorientamento palese dei vostri elettori. Noi che il congresso lo facciamo tutte le settimane a turno a casa di uno o dell’altro, con le sedie che mancano e con Skype, non abbiamo bisogno di un consiglio direttivo, di un consiglio dei garanti, di un presidente, di un segretario e degli "uomini partito" Curtaz e Louvin che alla fine impongono la linea da seguire. Roba da vecchia democrazia cristiana e partito comunista. Cosa avremmo voluto vedere nel vostro congresso (forse non solo noi)? Un’Alpe senza politici di professione alla ribalta, con un passato sospetto o ingombrante, a decidere i giochi, in cui Carlo Perrin magari annunciava di andare a fare il nonno per esempio. Che non si faceva dare lezioni di democrazia da quel genio di Ego Perron (da sbattere fuori a calci dopo la riflessione da Isola dei Famosi". Credo che in una democrazia l’opposizione sia necessaria"). Un po’ di orgoglio accidenti! Che non faceva intervenire l’indagato Salvatore Luberto. Che non avesse parlato, parlato, parlato ma avesse deciso dove veramente vuole andare e come. Che avesse detto che con i truffatori presenti nella Fédération autonomiste non avrebbe mai fatto accordi. Con la corrente ambientalista veramente attiva che, invece, fa pensare alla sua confluenza in Alpe solo per evitare di raccogliere le mille firme per potersi presentare alle prossime regionali ed anche poter superare con facilità lo sbarramento della percentuale minima da raggiungere per poter avere degli eletti. Calcoli politici mediazioni e utili compromessi voi direte? No, per noi solo miserie e mancanza di coraggio. ALPE NON C’E’, e se continua così potrà essere un partito con un suo seguito, fatto di feudi di voti e personalismi, ma solo la brutta copia dell’Union Valdotaine. Ai capi di Alpe probabilmente questo è sufficiente per pensare di tornare a governare come quando erano presidenti e assessori e non facevano nulla di quanto predicano adesso come nuovi profeti. Il canto del galletto, che fiero spicca nel simbolo, dopo questo congresso povero di reale democrazia e di rinnovamento, si è trasformato in un misero verso di dolore, speriamo non quello del pollo che vede dietro l’angolo un destino segnato da cappone. Qualcuno del nostro gruppo si era arrabbiato per quella sveglia sui manifesti giganti e costosi del vostro congresso quasi identica a quella delle misere locandine artigianali del nostro Movimento 5 stelle presentatosi un mese prima ufficialmente. Incazzature inutili: la vostra sveglia non era stata volutamente caricata perché se avesse veramente suonato al congresso sarebbero stati dolori per chi comanda. E chi comanda si è dimenticato di caricarla… La nostra sveglia invece ha suonato fortissimo per tutti i cittadini: che vogliono riprendere la democrazia e il controllo del loro destino in mano, direttamente, senza consumati mediatori dei partiti perché non esiste un’alternativa se non il vecchio che tenta di riciclarsi ma che ha le mani legate da quelli che erano gli amici di un tempo. Avevo personalmente, come altri, all’inizio guardato ad Alpe con prudenza ma con grande interesse a quello che sembrava un progetto che poteva rappresentare un tentativo di cambiamento. L’esito scontato del vostro congresso ha posato una pietra tombale sopra quelle speranze e la nomina del segretario in una struttura fortemente gerarchizzata come quella di Alpe non farà la differenza. Otterrete forse una vittoria nella lotta per le future poltrone nelle amministrazioni locali ma avete perso la sfida di rinnovamento, legalità e civiltà che è la sola che può salvare la Valle e per la quale noi ci battiamo. Senza rancore nei confronti dei nominati, ma certo con molta delusione e amarezza per questa vostra rinuncia. P.S. : " i dossiers non risolvono tutto" ,certo, ma almeno hanno consentito nell'interpellanza di oggi 9 marzo 2011 in Consiglio regionale alle ore 11.20 a Roberto Louvin, riguardante le centraline idroelettriche che nascono come funghi, di citare le società lussemburghesi interessate, circostanza che aveva denunciato proprio nell'ultimo dossier di dieci giorni fa il Movimento 5 stelle. La citazione in Consiglio da parte di Louvin comunque è positiva e denota forse che, messa da parte la propaganda, su alcuni temi importanti ci si dovrebbe ritrovare tutti esclusivamente per il bene della Valle d'Aosta...
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Patuasia 8 dicembre 2011 ha scritto: |
Nonostante i crampi Eppure bisogna andare avanti. Nonostante i crampi. Lo dobbiamo per chi ci seguirà (in fondo siamo stati più fortunati di coloro che hanno avuto in eredità una guerra). Occorre accantonare il cinismo e dare speranza alle forze che un qualche cambiamento vogliono operare. Si va avanti a piccoli passi. Mi sembra che in Valle i partiti di minoranza comincino a dare una forma al malumore che, seppur nascosto, esiste eccome. In quanto minoranze non incidono minimamente sulle scelte operate dal regime, ma il loro attivismo (era ora!), le loro proposte, la loro criticità verso la gestione del patrimonio collettivo, creano uno spazio di discussione più ampio e prospettive alternative. Nonostante la forte crisi che attraversa la politica, di politica abbiamo bisogno. Mantenere l’attenti, non significa non saper valutare con positività gli interventi più incisivi che, negli ultimi tempi, hanno contraddistinto l’opposizione di Pd e Alpe ( Patusia mi scuserà l'inversione sigle). La prudenza, il guanto di velluto, il passo felpato, hanno lasciato il posto a maggiore sonorità e sicurezza. Forse hanno capito che il loro elettorato è stanco di questo sistema e necessita di una presa di posizione chiara da parte della politica che lo rappresenta. I cittadini hanno dimostrato che sanno fare da soli: la nascita di numerosi comitati, associazioni…, sganciati dai partiti lo testimonia, saper interpretare con fiducia e ottimismo questo tipo di partecipazione diretta, può fare la differenza nella prossima tornata elettorale. |
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Elezioni politiche, inizia il dibattito
Dibattito aperto da Giuliana Lamastra venerdì 6 luglio 2012 Si avvicinano le elezioni per il rinnovamento italiano che in Valle d'Aosta sono caratterizzate dal collegio uninominale. In questo sistema per vincere è fondamentale la scelta del candidato deputato e del candidato senatore. Riccarand propone che Alpe, Pd, Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, Associazione Loris Fortuna, Movimento 5 Stelle uniscano le loro energie e si mettano al servizio per la creazione di una vasto schieramento progressista, ecologista, civico per le elezioni politiche con scelte dei candidati tramite primarie di coalizione. Cosa ne pensate? |
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Aosta 10 luglio 2012
Vedo che sul forum di ALPE ci sono già commenti e proposte di Riccarand... (sempre il primo della classe per condizionare il dibattito successivo?). Personalmente non conosco le nostre contro deduzioni per formulare una linea che si possa considerare valida a tutti gli effetti...vedi eventuale alleanza con il Movimento 5 Stelle, che come è ben risaputo non vuole alleanze - almeno in fase di partenza. Perchè non proporre già anche al nostro interno un pensiero - anche generalizzato - per sentire le varie proposte o eventualmente anche campane fuori dal coro? Giorgio Bruscia |
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Citazione: |
Aosta 18 luglio 2012
Caro Giorgio, per il PD le alleanze si fanno sulla base di programmi e contenuti condivisi. Sia che si tratti di elezioni comunali, regionali o politiche. Certo anche la legge elettorale condiziona le scelte dei partiti o dei movimenti. Il sistema maggioritario alle Comunali, il proporzionale con sbarramento alle regionali e il collegio uninominale alle politiche influenzano le scelte. Questa premessa ci porta a dire che il PD VdA ha una stretta collaborazione con il PSI (mai citato dagli esponenti politici dell'Alpe) e ha consolidato una collaborazione fattiva con IdV e su singole questioni con Rifondazione comunista ed esponenti di Sel. In particolare in Consiglio regionale si è rafforzata la collaborazione con il gruppo di Alpe che ha portato in questi ultimi anni anche a importanti risultati politici. Dunque il PD VdA è tutt'altro che chiuso in una torre d'avorio, ma aperto concretamente al dialogo con gi altri partiti e movimenti dell'area della sinistra e dell'autonomismo "critico". La primavera della legalità ha poi rafforzato il confronto politico con tutte le forze citate, anche con l'Associazione Loris Fortuna, e dimostrato che l'unità politica non si fa per sommatoria di sigle, ma su contenuti condivisi. Per questo ritengo più delicato, anche se non impossibile, il confronto con il Movimento 5 stelle che attualmente non riconosce la lealtà delle nostre battaglie politiche in Valle d'Aosta e ci accomuna nel giudizio negativo alle forze di maggioranza. La lotta contro il pirogassificatore può essere un momento di convergenza, ma non so quanto sia trasponibile sul piano delle elezioni politiche: noi siamo aperti al confronto. Ma soprattuto al confronto con la parte viva e reattiva della società valdostana che si mobilita nelle associazioni e nei comitati. Oggi più che mai la politica non può vivere confinata nelle sedi di partito, anche se queste per noi, che ci siamo dati un codice etico e un manifesto dei valori e vogliamo una politica pulita, restano punto cardine della vita democratica del paese. In ogni caso tutte le forze politiche sono comunque chiamate a un forte rinnovamento. I "vecchi" guru della politica locale valdostana che chiedono ai D'Alema di Roma passi indietro comincino a farlo anche a livello locale. Non si tratta della sterile polemica sul giovanilismo. Si tratta del fatto che le scelte strategiche del futuro politico della Valle devono essere in capo alla nuova generazione politica che guida i partiti e i movimenti della sinistra e non a chi, con qualità, impegno, perseveranza, intelligenza che sempre vanno rispettate e riconosciute, il suo tempo l'ha fatto... Raimondo Donzel |
Libero.it ha scritto: | |||
Vendola, Di Pietro, Bonelli, Ferrero e Diliberto insieme a Roma per i referendum sul lavoro: miglior spot per il centrodestra non potrebbe esserci
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giorgio ha scritto: | |
Dedico questo post ai compagni di Rifondazione comunista e ai numerosi supporters della sinista - sinistra. IL Pd non gode di buona stampa, in nessun paese europeo il partito di maggioranza relativa è sottoposto alle critiche severissime che la stampa rivolge al nostro partito; sempre critiche e critiche sia quando si vince sia quando si perde. Nel contesto nazionale ho notato tra l'altro, che il Pd siciliano è sottoposto ad un fuoco di sbarramento senza paragoni da parte di Sel e Idv. Però qualcosa di buono il Pd siciliano ha portato in porto con l'appoggio esterno al governo dei tecnici del governatore Lombardo. Mi riferisco alla legge elettorale voluta fortissimamamente dal nostro partito che ha consentito l'elezione di Leoluca Orlando a Palermo e di Valerio Marletta, esponente di Rifondazione comunista, a Palagonia, che è un grosso centro agricolo di 17.000 abitanti in provincia di Catania.
Con la vecchia legge elettorale nessuno dei due avrebbe mai potuto diventare sindaco con una maggioranza autonoma. Naturalmente, come per alcuni amici che ho su Facebook, sono contentissimo per la vittoria di questo giovane che si è imposto in una terra dove malaffare e inefficienza della pubblica amministrazione l'avevano fatta da padrone per decine di anni. Al primo turno aveva ottenuto il 23% dei voti, mentra l'unica lista che lo sosteneva aveva avuto il 9%. Al ballottagio ha ottenuto uno stratosferico 73,43% dei voti ed è diventato il primo sindaco siciliano di Rifondazione comunista. Uno di pochi d'Italia iscritto a questo partito. Ora dovrà fare i conti con un'esposizione debitoria del comune paurosa, 20 milioni di euro, che per un comune così piccolo rischia di far precipitare l'ente nel baratro del dissesto finanziario. "Mi attende un lavoro difficile, ma con l'aiuto di tutti ce la possiamo fare". Queste le prime dichiarazioni del neo sindaco. Ci congratuliamo con Marletta e gli auguriamo buon lavoro.
Valerio Marletta |
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